2)andiamo a funghi

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09\settembre
Il tempo nel frattempo cominciava a galoppare, arriva giugno, luglio, il compleanno di mammà, e settembre.  Durante questi tre mesi  ho il modo di conoscere la sua comitiva , i suoi hobby e  iniziamo a uscire insieme, le serate nei pub, ad andare a mare insieme ,iniziano i primi viaggi come quando siamo andati a Gallipoli  sull'isola di Sant'Andrea; così si inizia a creare una complicità molto forte, più di quella tra due amici o vicini. Almeno un paio di volte la settimana si andava in qualche locale; nei fine settimana al mare con tuta la comitiva di scalmanati , dove ci si divertiva tra un tuffo,un gavettone e il pranzo da me preparato (normalmente dopo una democratica votazione tutti sceglievano il menù a base di frittata di maccheroni, anguria e birra). Oramai i novanta giorni da quella sera erano passati  , quindi ipotizzo che un  qualcosa si potrebbe anche programmare, e  invito Greta a una cenetta per due persone nella mia reggia  per  sabato  9 settembre, giorno di Napoli-Juventus . La cena era stata programmata  una settimana prima nella mia mente , la casa tirata a lucido come solo mia madre avrebbe saputo  fare: un litro di sapone e tanto olio di  gomito , però  per il bene del vicinato ho evitato di mettere Gigi D’Alessio a tutto volume di prima mattina con le porte aperte. Per il menù ho riunito i capi di stato maggiore dell’intero universo visto che non sapevo che cosa cucinare, ma grazie alla saggezza delle nonne ho ovviato al problema, facendo qualcosa di semplice e gustoso:                                                                                                                                                                         1)Bruschette e insalata caprese                                                                                                                                2)spaghetti al gambero                                                                                                                                                         3)orata al cartoccio                                                                                                                                                              4) gelato al limone                                                                                                                                                                                           ovvio che il menù era tutto preparato interamente dal  sottoscritto senza interferenze di vario genere.
La ricerca del pesce è iniziata, come consigliato da papà che da ragazzo  abitava a Taranto, la mattina stessa, mentre quella degli altri ingredienti da un paio di giorni  prima. Ovviamente volevo fare bella figura con lei, quindi non solo i piatti dovevano essere spettacolari, ma anche il mio aspetto doveva essere impeccabile, tuttavia, ahimè,nel mio armadio  non trovavo altro che pantaloni a vita bassa ,  tute, jeans vecchi e la divisa . Quindi oltre alla ricerca degli ingredienti ho dovuto fare un ricerca molto più accurata :  alla fine ho optato per un semplice jeans con camicia bianca e giacca blu . Per lo sfondo della serata ci avrebbe pensato il tramonto, visto al lume di candela;inoltre dovevo programmare il dopo cena , stesso lì, quindi metto mano ai fogli e da buon geometra progetto la sala ideale . Parto con l’idea del tavolino sul balcone, tanto l’aria di quel sabato sera era gradevole, ma poi capisco che non avrei potuto proseguire,maneggio  e rimaneggio con il tavolo alla ricerca di un po’ di spazio,alla fine  in extremis  ho il colpo di genio: il tavolino sotto la finestra aperta   e sul balcone il divanetto a due posti che normalmente è parcheggiato all’ingresso ; e con tale soluzione ovviai pure  al problema della partita, visto che avevo scoperto che l’inquilino del piano di sopra era un vecchietto duro d’ orecchi, di nome Gennaro, tifoso del Napoli. Quindi dalle sette del pomeriggio inizio ad  armeggiare con i fornelli, controllando passo passo le ricette , inizio dall’orata al cartoccio che mi sembrava più difficile di una versione di Platone , pulisco le cozze e i gamberetti e preparo da una parte le fette di pane secco da fare a bruschette, mentre i gelati al limone li avevo preparati già quella mattina , tanto erano la cosa più facile da fare. Lei aveva promesso di venire verso le nove, ma come solo le donne sanno fare si fa aspettare per una buona mezz’ora prima di venire a bussare alla mia porta. Lei è bellissima e io non ho occhi che per lei, quasi mi dimentico della partita e il Fantozzi che alloggia in me ne esce fuori improvvisamente lasciandomi senza parole, sebbene avessi passato un buon trenta minuti a parlare con lo specchio :” allora Manuè, sient a zi Nicòla , tu stasera devi fa la persona seria ma non troppo, niente ragionier Ugo Fantozzi  stasera devi essere come Vittorio Gassman. Niente Pinaaa e guai a te se il vecchio urla goalllll appresso al cronista  e tu sussulti o le dai idea che presti più attenzione alla partita che a  lei .Se tutto va bene domani vediamo il risultatone del Napoli. Tanto lo sai che se  guardi la partita o la ascolti porti seccia e perde ”. Purtroppo non mi do mai ascolto completamente e così a rompere il ghiaccio è lei annusando l’aria intrisa del profumo dell’orata e  delle alte pietanze :” Buono il profumo della pizza!”. Io ancora sconvolto dalla sua bellezza non afferro l’antifona   e come un perfetto imbecille non capisco ma Greta è Greta  e sa , a modo suo ,come svernare la situazione; difatti:” E pensavi!!”-dice –“ si sente da fondo al vico che stai facendo il mastro chef , suìno!” allora tocca a me cogliere la palla al balzo e rispondo come oramai faccio da quando i miei cugini mi infinocchiarono alla comunione di mia sorella Eleonora:” ci sta spacca di brutto! Se cista allora spacca ! Comunque entra non stare sulla porta!”.   Immediatamente si dirige verso la cucina , troppo curiosa per aspettare che io possa pronunciare una qualsiasi parola. Tutto comunque , sebbene l’inizio a scoppio ritardato, procede per il meglio visto che gli onori di casa vengono fatti nel migliore dei modi; inoltre lei sembra essere anche entusiasta della cronaca live della partita perché ritiene che da più sapore a una serata speciale  dove per giunta, da come sentivo, il Napoli, alla fine del primo tempo di gioco  era già sul parziale di 2-0 a suo vantaggio.
“Pensavo che sapessi cucinare solo la frittatona di maccheroni per il mare e , come ogni buon  uomo che va a vivere da solo, mangiasse solo cibo in scatola! Ma mi sorprendi sempre di più … tra l’altro quest’orata è spettacolare, devi darmi la ricetta perché sono una golosona e davanti al cibo non ho freni. “                                                      
“ Ci sei andata molto vicino – le dico-. Però  è stato più difficile trovare gli ingredienti che cucinare, ero abituato a frequentare solo la corsia insaccati e inscatolati del supermercato. È stato un evento memorabile anche le vecchiette si sono girate a guardarmi e mi chiedevano con la loro vocina rachitica : ti sei perso? Cerchi qualcuno? Oppure cerchi il reparto del prosciutto? Sei così secco, ma mangi?”                                                   
“Immagino la scena: un omaccione di due metri che come un animale selvaggio annusa l’aria alla ricerca del pesce spaventando vecchiette innocenti e bambini !  Comunque ho notato che hai tirato a lucido la casa: la settimana scorsa c’erano una marea di libri sparsi sul pavimento, chi entrava trovava le colonne d’Ercole chissà che fine hanno fatto! E stai bene con  giacca”
“ahaha! Grazie lo so. Invece tu sei stupenda, sono senza parole, non ho abbastanza aggettivi per dirti quanto sei stupenda!”
Infatti non riuscivo  ancora a toglierle gli occhi di dosso e tutto quello che mi accadeva intorno passava inosservato ai miei occhi ,  lei era un angelo che mi stava sorridendo e in quel momento era li per me,con me . Figurarsi che un tifoso sfegatato come me  non aveva esultato al secondo gol del Napoli,anzi non me ne ero neppure accorto perché per me,in quel momento, esisteva solo lei. La serata andava per il meglio, parlavamo del più e del meno,chiacchierando amabilmente su avvenimenti di quei giorni nella nostra comitiva, del rimpatrio momentaneo  di un paio di giorni a Formia e a Scauri che di lì  a qualche settimana ci attendeva e di altre cose.                                                                                                                                                 Arrivati al gelato al limone le propongo di sederci sul balcone. L’ aria sapeva di bagnato, segno che forse quella notte avrebbe piovigginato, le luci rendevano il tutto più spettacolare, la luna calante era impacciata, si nascondeva dietro una nuvola e il silenzio (perché la partita era finita  e  Gennaro era andato a dormire) rendeva tutto più terribilmente romantico. Ci spaparanziamo sul piccolo divanetto,che fa la sua figura. Stiamo in silenzio nella penombra, seduti a metà tra un abbraccio e l’imbarazzo che ci avvolge; ma anche  la quiete con lei vicino acquista un sapore particolare ,oramai sono caduto nella sua sfera di attrazione  e guardo   quei due occhi che mostravano un angolo di paradiso in cui perdersi per mai più ritrovarsi. Cosi le do un bacio sulle labbra  che dura un eternità, fu bellissimo, magico,in grado di sciogliere ghiacciai .  Tutto in me si disciolse. Si passò dal gelo al caldo. Mi parve di essere scaraventato nudo sotto un rovescio di pioggia estiva. Il temporale mi sciacquò in un bagno di gratitudine. Il mio cuore sussultò a grandi balzi convulsi .Lo  scheletro si rilassò. Attesi ancora un istante, con la pioggia che colava sulle  guance protese e grate e mi martellava le palpebre avide,spingendole a chiudersi;poi,come uno spettro sugli spalti, sentii me stesso piegarmi,avanzare, andare alla deriva nei suoi occhi. Gli occhi ardevano di delizia e di un fantastico benvenuto, le mani volavano nell’aria, frenetiche alle ricerca della pace, veloci come proiettili di fucile.   Dopo  un pò , ancora alla ricerca delle parole giuste, deciso a  dirle ciò che sento, con voce un po’ indecisa :
”Stare con te è un emozione nuova,anche il silenzio  sembra colorarsi di un qualcosa di magico e speciale. Non so trovare bene le parole per dirti ciò che provo, posso provarci  : quando ti penso, quando ti vedo arrivare sul lungomare dal monumento al marinaio,oppure quando mi parli e mi sorridi è come se nell’aria ci fossero migliaia di violini lontani che suonano una dolce melodia. Sei bellissima, anzi è riduttivo perché sei molto di più. È  bellissimo  quando la domenica pomeriggio usciamo a fare shopping ,non conta ciò che mi accade in torno se tu sei con me!” Avrei voluto trovare mille altre parole,ma in quel momento non trovai altro, era tutto troppo bello, come in un sogno.
“Manu, anche per me stare con te è qualcosa di speciale. Mi sento bene,felice, come su una nuvola lontana. Da quando ci sei tu tutto acquista un sapore diverso,non ho bisogno di milioni di parole per capirti, perché anche con il silenzio riesci a dirmi tantissimo: sei diverso dagli altri,mi fai emozionare quando mi guardi e riesci a sorprendermi anche nelle cose più semplici. Non credevo che sarei riuscita ad incontrare una persona tanto speciale. Vorrei solo che tu non faccia come gli altri: che mi fai affezionare e poi scappi via!”
“ Un detto recita : in amore vince chi fugge! Ma io non voglio scappare … Che dici ? ci proviamo?”
“Ovvio che si “                                                                                                                                                                               Rimaniamo nel silenzio, dove si susseguono alcuni caldi  baci, promesse e alcuni bicchieri di vino. Improvvisamente ho un lampo di genio. Un paio di settimane prima avevo acquistato un tavolino , che aveva sulla parte superiore un vetro al posto della normale base di legno e che utilizzavo per mettere in bella mostra i miei joystick per giocare a Fifa . Ora invece avrei trasformato l’utilizzo di quel mobiletto; infatti  le propongo di scattare con la mia polaroid  una foto ogni volta che lo ritenevamo importante e dietro scrivere la data e cosa rende speciale quella situazione. La cosa le piace e scattiamo  una foto:” primo bacio (fotografato) “. Rimaniamo lì su quel balcone alla ricerca dei nostri sguardi carichi di elettricità, in un abbraccio carico di energia, a sorseggiare un bicchiere di vino  fin quando non ci accorgiamo che si sono fatte le due e non la accompagno alla porta di ingresso di casa e ci salutiamo , promettendoci che il mattino dopo avremo fatto colazione insieme al bar giù in strada. Finalmente , rientrato in casa , come in quel film di cui non ricordo il nome,anche io scrissi su un foglio:” SORRY, BUT I MUST TO TAKE CARE OF A GIRL”.
  Il compleanno di Eleonora!
Come già ho detto prima due settimane dopo saremmo rientrati dall’esilio dalle nostre case paterne. Io fui costretto dal compleanno  di diciotto anni de mia sorella Eleonora , mentre Greta ne approfittò per salutare i suoi parenti. Può sembrare strano pensare o vedere un a fiat panda in tangenziale a 120 km\h ma quella cara vecchia amica sembrava non volersi mai fermare e ,come un cane che corre con un bastone tra le fauci, chiedere di più, sempre di più. Inoltre è opinione comune che ad una tale velocità i santini sul cruscotto avrebbero iniziato a pregare per la loro incolumità; invece cantavano e ballavano con noi al ritmo di musica. Lo stereo  era sparato al massimo, tanto che le sospensioni saltavano per i decibel, i motociclisti ci guardavano spaventati e i camion ci odiavano per la nostra sfacciataggine. Immagina la scena in quel turbinio di follia, felicità,ignoranza colossale e amore .                                                                                                                Il momento più bello è stato a un autogrill sulla domitiana, all’altezza di Baia domitia, verso le venti e trenta.   Siamo giunti al distributore di benzina cantando :” ognuno in fondo a se stesso.. ahhh ahhh ahhh questione di feeling … cosi per scherzo tra di noi improvvisando”. La canzone in questione era di Mina e Cocciante :Questione di feeling.   Anche se nella provincia del casertano, ma anche del napoletano , è molto normale uno spettacolo del genere  , tutti in quell’ autogrill si sono girati e hanno iniziato a ridere perché (non avendo il tempo  di cambiarci) , veder scendere da un panda con la musica  un uomo in giacca e cravatta e a bordo una bellissima ragazza tutta ben vestita era un controsenso colossale. Diciamo che questa storia è entrata di merito nella legenda della Panda e  se ne parli con chi mi conosce ti dirà che non sono nuovo a questo genere di sparate e che ne vado fiero. Comunque quella sera all’ Hotel siamo arrivati con un piccolo ritardo di due ore dovuto al fatto che Greta non sentendosi pronta ha deciso di fare una “scappottata” a casa dei genitori per darsi una sistemata. Nel tempo io ho potuto conoscere finalmente i suoi parenti e fare una buona impressione: schiena dritta, accento pulito che non lascia trasparire le origini terroni, gli studi abbandonati ad ingegneria,l’imminente promozione a ispettore e  buone maniere.                  “ Di dove sei?”                                                                                                                                                                                     la bomba viene lanciata dal padre alle 21.34 è come quando cade un quadro: se ne sta lì appeso per anni, decenni, secoli e poi nel momento più impensabile cade giù. FRAMMMM. C’è, cose da non crederci sta li bello e fermo e poi frammm, come se sapesse che cadendo avrebbe creato una valanga.                                 “ In realtà non le so rispondere..”                                                                                                                                improvvisamente mi interrompe e  mi fa: “dammi del tu, mica sei uno dei miei studenti, che mi dai de lei?!”
    “ah ok, ehm.. può sembrarle … uh  scusi volevo dire sembrarti strano ma realmente non saprei darti un luogo preciso perché sono nato a Napoli, sono cresciuto per sette, forse otto anni a Taranto. Poi mi sono trasferito a Caivano  per un sei anni , successivamente per altri sei anni a Scauri. Ora sono tornato a Taranto!”
“ahahhah, qualche altre luogo in cui hai ancora intenzione di trasferirti? “
“ahahhaha sembra un romanzo ma spero che non mi esilino di nuovo!  ”
Fortunatamente riuscii a fare breccia nel loro cuore; infatti mi consideravano un bravo ragazzo.  Quando poi siamo ripartiti per la festa non ero per niente infastidito dalla piacevole deviazione,anzi ero molto entusiasta dell’avvenimento. Arrivati al luogo di incontro veniamo accolti come se arrivassero  due celebrità, come se la festeggiata non fosse mia sorella ma noi. Ovviamente mammà non si aspettava che potassi con  me una ragazza e quindi quando capì che c’era più di una semplice amicizia tra me e Greta,mi ha preso da parte e con poche parole:
”sient na’ co, ma chi è sta guaglion? A vuò cunoscer a figlij ro giudic? Mo s’è laureat in legge! Iaaa fa felic a mammà!”
“Mà, Greta è la mia fidanzata! Ienn na cos seria!  Finiscila!”
Lì c’erano tutti parenti, partendo da nonni per finire ai cugini di secondo grado che non sapevo nemmeno di avere. L’ occasione di festeggiamenti si trasforma in un briefing  di aggiornamento. Io posso conoscere le nuove fidanzate dei miei cugini , mentre loro possono conoscere la mia fiamma.  Però solo mio nonno paterno sembra molto contento dell’ospite che ho portato con me, orgoglioso di me si avvicina  al dj e chiede il microfono perché vuole parlare .
“ Emanuè, sono orgoglioso di te! Lo so, stasera la festeggiata è tua sorella Eleonora ma voglio un applauso per te! Ah, dimenticavo : il corpo per chi vuole, mentre il cuore solo per una ! Non dimenticarlo mai!”                       Il tutto mentre lui volge lo sguardo verso la nonna, come a dire guarda io ho sposato chi veramente amo e dopo cinquanta anni di matrimonio non ho smesso. Istintivamente anche io volgo lo sguardo verso qualcuno  e lei volge lo sguardo verso di me e mi sorride, come a dire:” ahh ecco di  chi hai preso!”. Quello sguardo non lo dimenticherò mai, se fini a quel momento mi ero solo innamorato, da allora la amai nel modo più profondo che potesse esserci. Ma ad ogni festa c’è un buffone che guasta tutto. Nel caso specifico era mio  zio Antonio detto “ o’ mariuolo” per la sua attitudine a far scomparire eventuali oggetti lasciati incustoditi. Ora divagherò un secondo per descriverti questo individuo perché voglio mettere alla berlina alcune sue malefatte ai miei danni e ai danni dei miei cugini. A Caivano vivevamo in una villa su tre piani e su  ogni piano c’era una famiglia: al pian terreno c’ è lui, io a primo piano e i miei cugini al secondo. Tuttavia sia io sia i miei cugini abitavamo lontani da Caivano quindi lo zio aveva la possibilità di entrare dove voleva e quando voleva, così quando rientravamo ci accorgevamo delle perdite:                                                               1) quattro  mountain bike                                                                                                                                                                       2)un aeroplano da collezione                                                                                                                                                         3) una collezione di Diabolik                                                                                                                                 4)carrozzine                                                                                                                                                                      5)un accappatoio dell’infanzia di Mattia                                                                                                                                            6)la playstation con i relativi trenta giochi                                                                                                                                       7)uno stereo  ed innumerevoli altre cose che nel corso degli anni abbiamo fatto finta di non sapere.                                                                                         Tornando a quella sera, lui si avvicina a me e a voce alta, dopo aver bevuto un po’ troppo mi dice con parole amare: ”aooo past e fasul! “.  Mi vergogno cosi tanto che mi avvicino come se volessi salutarlo alla vecchia maniera, ma mi avvicino  e parlandogli all’orecchio, per farmi sentire solo da lui, dico:” stasera faccio finta di niente, ma non dimentico questo sgarro!”.  Lui continua a parlare a sproposito, ma si allontana da me come se avessi bestemmiato e inizia ad infastidire anche Emilio e la sua fidanzata ma sembra che anche da qui riceve un sonoro vaffanculo perché si dirige altrove. Forse mi rimane il broncio sulla faccia perché Greta si avvicina da dietro e mettendomi le braccia attorno al collo abbracciandomi da dietro mi fa :” ehi! Bel fanciullo! Che fai di bello? Hai una faccia! Come se ti avessero rubato l’osso da sotto il naso!”.
“Naa, se mi rubassero un osso allora avrei la faccia come lo struzzo! Allora come la vedi questa famiglia di magnifici  pazzi!”
“Ho conosciuto i tuoi cugini, sembrano simpatici,soprattutto Emilio che caratterialmente ti assomiglia molto. Poi ho avuto un incontro con il te tra trent’anni!”
“Chi è il mio sosia?” come se non sapessi che si riferiva al mio vecchio, ossia mio padre.
“ Tuo padre!  Siete identici non solo fisicamente, ma anche caratterialmente. Avete lo stesso linguaggio che varia tra il pugliese , il napoletano e il ciociaro, fate anche le stesse mosse, anche se tu hai uno sguardo molte più dolce e meno glaciale .Soprattutto guai a te se ti fai i capelli con la scolapasta come i suoi  !”
“ E mammà ? L’ hai conosciuta?”
“ Più o meno! Mi sembra un po’ ostile nei miei confronti”
Ed ecco che aveva già capito tutto, perché mammà avrebbe preferito vedermi vecchio zitellone piuttosto che fidanzato con una ragazza che non veniva dal suo paese. Quindi tocca a me smentire mettendola  sotto una falsa luce, una bugia detta a fin di bene.
“ E che stasera si sente come una wedding plainer  e quindi quando sta cosi è un po’- facendo un gesto con la mono che vuol dire impazzisce- quindi non averne a male, vedrai che in altro momento sarà entusiasta di conoscerti …. Sento un ballo che conosco … che dici andiamo a  fare due salti e due risate in pista! Almeno stacchiamo da questo ricovero attrezzi e incontriamo la generazione del ventunesimo secolo!”
“ Dipende da cosa ballano e con chi si balla”
“ prometto solennemente di non farti ridere troppo , tanto sai che sono scordinatissimo”                                                                                                                      Ovviamente si stavano facendo i soliti balli di gruppo, ma una capatina alla console fa cambiare tutte le successive canzoni in tre  lenti. Ed ecco crearsi di coppiette di ragazzini che ballano al centro della sala. Noi ballammo guardandoci negli occhi, non ero certo un ballerino provetto anzi , ma quella sera ballai da dio.
Purtroppo quella festività  significò pure dire addio alla gloriosa Panda, perché Eleonora si era appena patentata e questo era un grosso problema. In casa si seguiva la seguente scala di proprietà:mio padre aveva il diritto di guidare  tutte le auto, mia madre tutte le auto tranne quella di papà, io tutte le restanti  e mia sorella si sarebbe arrangiata su qualche scassone trovato chissà dove. Ma qualche santo in paradiso volle che mio padre decidesse di comprarsi una macchina nuova e la vecchia darla in vendita; quindi io proposi di darmi la sua Peugeot,dare a Eleonora  la panda e lui comprasi quello che gli pareva ,pagando io tutte le spese per i movimenti di proprietà. Tutti fummo più o meno felici e contenti, soprattutto io perché con poco e nulla avevo un auto che puzzava ancora di nuovo ( il vecchiaccio non utilizzava mai la sua auto per paura che si rovinasse e quando usciva nessuno poteva salire se non aveva fatto almeno una doccia nei precedenti 60 minuti, se non aveva pulito le scarpe, inoltre era vietato aprire finestrini, fumare ed utilizzare il condizionatore) , sportiva e con la manutenzione perfetta .
Infatti …..
Al ritorno Greta si aspettava di vedermi arrivare con la Panda, invece quella domenica pomeriggio quando scese di casa vede me affacciato dal finestrino dell’auto  dire :                                                                                                    ” we muchaca – sgasando poderosamente-  te gusta le machinas novas?”
“ ma che hai rubato una concessionaria? E  la Panda? “
“ Veramente  conoscevo la figlia del proprietario -facendo l’occhiolino- e così per un lavoretto a lei aumm aumm, mi hanno regalato l’auto ….. scherzo me la regalata mio padre e io ho dato il pandino a mia sorella”
Ovvio che il ritorno è stato più comodo e più emozionante, perché avere l’auto nuova trasformava tutti restanti  veicoli in potenziali cause di graffi e incidenti che avrebbero distrutto il mio nuovo giocattolo.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Mar 14, 2018 ⏰

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