MY PAST
1996
LA, CaliforniaStavo per addormentarmi sul sedile, erano più di 40 minuti che ero seduta in una posizione a dir poco scomoda. Non c'è la facevo più.
Appena usciti dal viale del palazzo in cui si tenevano le registrazioni un centinaio di paparazzi ci sorpresero.
Fu un colpo basso, nessuno dei due si aspettava una cosa del genere, infondo chi aveva voglia di stare sveglio fino alla una del mattino per vedere uscire un auto da un viale? Beh... loro.
Ci vollero una ventina di minuti per uscire da quell'ammasso di persone ed ora stavamo girando attorno alla città per tornare a casa mia.I suoi occhi erano concentrati sulla strada, di tanto in tanto si lasciava andare a degli sbuffi e il rumore delle sue dita tamburellare sul volante mi fecero capire quanto fosse turbato e innervosito.
Presi la borsa e estrassi un pacchetto di Marlboro rosse.
Feci per abbassare il finestrino quando improvvisamente mi diede un colpo alla mano e mi fece cadere il pacchetto.
"Fanno male..." disse in un sussurro appena udibile.
"Lo so, però è un vizio..."
Dissi estraendone una e portandola tra le labbra, poi di nuovo silenzio.
"Io penso che stressarti ogni volta per quelle persone, faccia ancora più male di questa sigaretta."
Dissi avvicinando l'accendino ad essa per accenderla.
"Cristel..."
"Cristel niente... Michael veramente, stressati di meno..."
Sussurrai togliendomi la sigaretta tra le labbra.
"Cristel non capisci..."
Feci per mettere una mano sulla sua che era appoggiata sul cambio, ma appena notò il contatto che volevo prendere con lui la ritirò e la mise sul volante.
Rimasi leggermente spiazzata, non pensavo ad una reazione simile.
"Non capisci come mi sento, cosa provo... davvero Cri, non riesci."
Sbuffai e accesi la sigaretta, non ne potevo più. Abbassai il finestrino e espirai il fumo all'aria aperta.
"Michael, ora ascoltami, ti prego."
Dissi piano cercando la sua attenzione che in questo momento era sulla macchina dietro di lui, dato che stavo posteggiando davanti a casa.
Una volta parcheggiata mi guardò e con il capo fece un cenno per farmi capire che voleva ascoltare ciò che avevo da dire al riguardo.
"Perché continui ad arrabbiarti, a dire che nessuno ti può capire. Certo hai ragione, nessuno ti potrà capire completamente, nessuno ha perso l'infanzia perché doveva lavorare, nessuno a passato quello che hai passato tu. Ma fidati non sei l'unico a essersi sentito solo..."
"Cristel non credo che tu sapp..."
"Lo so invece... e ne hai avuto la dimostrazione qualche notte fa."
Alzai lo sguardo e lo posai su di lui. Avevo gli occhi pieni di lacrime e il cuore pieno di emozioni che volevano essere espresse in qualche modo, così da alleggerirsi da un peso.
Nessuno sapeva niente del mio passato, io principalmente non ne parlavo, non mi piaceva condividere i momenti tristi della mia vita con chiunque. Stavo aspettando una persona che capisse, almeno in parte, cosa volesse dire affrontare la malinconia e la tristezza tutti i giorni. Io quella persona c'è l'avevo davanti, solo che a differenza mia, la sua "sofferenza", solitudine e tristezza, era destinata a non finire mai.
"Michael..."
Sussurrai appena appoggiando le mani sul mio viso, cercando di coprire il suono dei miei singhiozzi e le lacrime che oramai scivolavano sul mio viso.
"Ho... ho perso mia madre quando avevo dieci anni e mio padre morì qualche mese dopo... so cosa vuol dire rimanere soli."
"Cris..."
"Mi hanno trasferito in una casa famiglia... e nessuno mi ha mai guardata, ho aspettato anni e anni senza avere una famiglia, degli amici o semplicemente una persona che mi sostenesse durante tutto quel male... fino a due anni fa. Quando sono diventata maggiorenne sono uscita da quell'inferno e ho cominciato a vivere la mia vita, ha fare ciò che mi faceva stare bene e provare a non pensare a quello che era successo... è difficile Mike."
Dissi tra i singhiozzi mentre le sue mani mi accarezzavano la schiena. Avvicinai al suo petto una mia piccola mano che tremava dall'emozione e gliela appoggiai sul petto.
"Voglio aiutarti Michael... non voglio che tu ti senta come mi sono sentita io, ho solo bisogno che tu ti apra con me, prova ad aprire questo grande cuore che hai e a condividere con me le cose che senti, belle o brutte, non limitarti a dire che non capisco, perché ognuno con il suo piccolo può provare ad aiutare gli altri... io Mike voglio, te lo giuro, voglio aiutarti. Non meriti alcun male."
Ritirai le mani e lo guardai di sfuggita. Asciugai il viso con la manica del maglione e scesi dall'auto.
Frugai nella borsa e a differenza delle sere scorse, trovai velocemente le chiavi e aprii la casa. Non lo aspettai, non avevo la più pallida idea di come ci fosse rimasto per le cose che gli avevo detto. Corsi al piano di sopra e mi chiusi a chiave nella mia stanza. Sentii le gambe cedere così mi lasciai cadere appoggiandomi alla porta.
Vidii più volte la maniglia abbassarsi e provare ad aprirsi.
"Piccola, aprimi ti prego..."
"Mike... vai a dormire"
Dissi piano facendo fatica, sentendo un nodo all'altezza dei polmoni.
"So che sei qui dietro... con le spalle appoggiate alla porta. Piccola mi spiace, per tutto.
Piuttosto che vederti così prenderei io tutte le tue sofferenze."
Lo sentii sedersi dietro la porta, esattamente dove c'ero io.
"Aprirmi, per favore non riesco a sentirti così... voglio abbracciarti."
"Vorrei stare sola, per favore."
"Cristel, fallo per me."
"Ho detto che voglio stare sola!" Alzai la voce e sbattei un pugno contro la porta, provocando un rumore assordante che lo fece rimanere in silenzio per parecchio tempo.
Lo sentii alzarsi e dirigersi verso la sua stanza, infatti, poco dopo la sua porta si chiuse.
Io invece dopo essermi accertata di essere rimasta sola ricominciai a piangere silenziosamente.
Trascorsi tutta la notte con la testa appoggiata al muro, le gambe rannicchiate al petto, gli occhi gonfi arrossati e con la mente in uno stato di confusione totale.
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UNFORGETTABLE [MJ]
Fiksi PenggemarESTRATTO: "Mi manchi." Continuai arrossendo. "Voglio tornare da te." "E Neverland?" "Neverland è un posto, si mi rappresenta ma non è casa mia. Casa sono tutte le persone a cui voglio bene e che mi vogliono bene. Casa sono tutti i momenti felici e s...