WHO AM I?
1996
LA, California"Michael, hai visto le chiavi di casa?"
Rovistavo nella borsa come una matta, mentre il signorino alle mie spalle era come al solito assolto nei suoi pensieri.
"Scusami Cristel... non ti stavo ascoltando..."
Dopo ormai vari minuti che cercavo, con un sorriso stampato sul volto e un urletto di gioia tirai fuori le chiavi inserendole nella serratura; aprì la porta e Michael lasciò cadere nell'atrio della mia piccola casa, il suo borsone.
Con molta galanteria mi tolse la giacca e l'appese sull'appendiabiti.
Sussurrai un piccolo "grazie" per poi girarmi e guardarlo.
"Ah Cri, dovresti imparare a ringraziare di meno, sai ? Con tutto quello che stai facendo per me... mi sembra il minimo."
Mimai le sue parole e alzai gli occhi al cielo.
"Mi fa solo piacere ospitare il mio capo a casa mia."
Dissi con faccia divertita e lui si lasciò scappare una flebile risata.
"Sei proprio una.."
Lo interruppi e gli tirai un piccolo pugno sulla spalla.
"Ahh zitto sennò ti mando a casa a calci nel sedere."
"Lo sai che una donna come te dovrebbe usare un linguaggio più accurato, vero ?"
Odio quando fa così...non vorrei dire ma... sono fatta così, perché dovrebbe dirmi cosa dovrei fare? Va bene che è il mio capo, ma c'è un limite a tutto.
"Ti sei offesa come al solito eh?"
Si sedette sul divano e lo stesso feci io.
"Prima cosa, sì, odio quando le persone mi correggono. E seconda cosa, non sono una donna."
"E cosa saresti allora? Mi nascondi qualcosa?"
Alzò le sopracciglia e mi guardò.
"Ahh che caso perso che sei..." risi. Intendevo dire che, mi ritengo ancora una bimba immatura che ha intenzione di seguire i propri sogni anche se sa che essi sono irrealizzabili..."
Mi accoccolai al suo corpo, lui capendo subito la mia voglia di essere coccolata circondò con un braccio le mie spalle e mi attirò a se, facendomi in seguito appoggiare la testa sul suo petto.Il rapporto che si instaurò in questa prima settimana era davvero, ma dico davvero surreale. Sono la sua Make-up & Hair artist per il suo nuovo video "Stranger in Moscow".
Dal primo momento è scattato qualcosa, qualcosa di insolito. Ho come la sensazione di conoscerlo da una vita, ma alla fine so molto bene che non è così, infatti ne conosco ben poco, ma soprattutto non so più di quel tanto su di lui. So solo che si sente un uomo solo e preso di mira dalla stampa, queste erano le parole che più ripeteva quando lo truccavo. Poi c'è anche del mio... io, prima che accettassi questo lavoro, avevo sentito molte volte il suo nome e sapevo che era un cantante di fama mondiale, ma non mi interessai molto su chi fosse davvero Michael Jackson."E... quale sarebbe il sogno di questa bellissima bimba?" Sentì il suo sguardo posarsi sul mio corpo, ma non ci diedi tanto peso.
"Non ho intenzione di dirtelo..."
"Tanto lo sai che alla fine finirò per scoprirlo bimba."
"Non è che potresti trovare un soprannome più carino?"
"Non ti piace bimba?"
Domandò lui, accennando un candido sorriso.
"No,qualcosa di più dolce e carino potrebbe soddisfarmi di più."
Sorrisi guardandolo.
"Come... piccola?"
Sussurrò al mio orecchio con voce tremendamente bassa.
Delle scosse scesero lungo la mia schiena provocandomi infine un leggero tremolio, che Mike notò.
"Sì... direi che piccola va più che bene." Concluse lasciandomi un piccolo bacio tra i capelli.Era quasi l'una di notte, e Michael ed io ora ci trovavamo seduti uno in faccia all'altro sul tavolino della cucina. Ci scambiavamo sguardi fuggitivi. Io, se devo dire la verità, odio guardare le persone negli occhi quando attorno ad esse c'è un silenzio assordante. Mi crea imbarazzo e finisco per arrossire, e odio arrossire. Diciamo che odio la maggior parte delle cose nella mia vita; soprattutto le cose che ritraggono il mio passato.
Le mie dita affusolate giocavano con l'ombrellino che galleggiava all'interno del mio cocktail e gli occhi erano posati su di esso.
"Sai Cristel... mi piacerebbe tanto sapere cosa nascondi dietro quei bellissimi occhi azzurri..." sussurrò, cercando di rompere quel silenzio a dire poco imbarazzante che si era creato.
"Non ti seguo Michael..."
"Piccola... sei così chiusa e riservata. In questa settimana ho provato di tutto per cercare di conoscere una parte di te, ma è quasi impossibile..."
"Si vede che non ti sei impegnato abbastanza."
Dissi rialzando lo sguardo che poi finì sul suo viso.
"Oh piccola ho fatto il possibile, credimi..." mi accennò lui, mordicchiandosi il labbro.
"Mi stai chiedendo di definirmi? Di descrivermi?"
"Sarebbe un grande passo...non credi?"
"Tu come ti definisci Michael?"
"Sono una persona sola, e fin troppo incompresa..."
"Tutto qui?"
"Questo è quello che ho voglia di dire oggi..."
Feci un piccolo cenno con il capo per poi riprendere la conversazione.
"Quindi in questa 'descrizione' posso dire tutto quello che voglio?"
"Tutto quello che vuoi. Io sono qui ad ascoltarti"
Disse lui, sedendosi in maniera più comoda.
"Sono una ragazza semplice."
"Tutto qua?!"
"Se solo mi lasciassi continuare... stavo dicendo che sono una ragazza semplice. Una di quelle che non ama parlare molto di se stessa, che potrebbe sentirsi in imbarazzo e soprattuto, odia avere l'attenzione su di sé. Sono una di quelle che non indosserà mai una gonna, al massimo un vestito, ma solo per le occasioni speciali. Tutto ciò perché non si piace abbastanza, e si sentirebbe ridicola. Sono una di quelle che fa una fatica pazzesca ad alzarsi al mattino, perché non ha le forze necessarie per sopportare lo stress della giornata. Una di quelle che aspetta l'inverno solo per indossare le sue amate felpe enormi e le tute. Una a cui non piace mostrare il proprio corpo, anche perché non l'ha mai accettato e si vergogna degli sbagli compiuti su di esso... una di quelle che adora sentire la pioggia cadere, magari sul divano, sotto le coperte con un buon libro e una tazza di cioccolata in mano. Una ragazza che ama imparare cose nuove, per colpa della sua infinita curiosità. Una che non va mai a ballare, perché il caos la spaventa. Sono semplicemente una che osserva le persona per capirle meglio, perché le piace sapere di non essere l'unica a fingere un sorriso ogni giorno; così da sentirsi meno sola. Sono una di quelle che sarebbe felice se le comprassi un libro nuovo o un cd del suo cantante preferito, da ascoltare nei suoi momenti di solitudine e sconforto. Una ragazza che si illude per ogni fottuta cosa, ma che alla fine non può farne a meno, anche se soffre molto.
Sono una di quelle che appena la conosci è la timidezza fatta in persona, mischiata con un velo di acidità, ma che pian piano riesce a donarti tutto il suo cuore. Sono una ragazza che si commuove per ogni cosa, una con il pianto facile...
Una di quelle che si abbuffa di dolci e frutta.
Una che si vergogna di dire quanto pesa; una che ha addirittura paura di pesarsi, perché sa che la sua testa comincerebbe a tormentarla ancora di più. Sono una che dall'esterno sembra avere una calma pazzesca, ma che invece, dentro di se, sta lottando contro se stessa, e sta crollando.
Sono una che ti dice ti amo se lo sente davvero, una che non avrebbe nemmeno il coraggio di dirtelo in faccia perché avrebbe troppa paura di perderti; e non se lo perdonerebbe mai.
Una di quelle che ha sempre il sorriso, ma che ha gli occhi sempre tristi e vuoti.
Una ragazza sempre disponibile a tutti, per non farli sentire soli, perché lei sa come ci si sente e cerca sempre di salvare gli altri; eppure, nonostante la sua innocente bontà, non c'è mai nessuno per lei. Sono una che preferisce isolarsi invece che stare in compagnia, perché sa di essere inferiore rispetto a tutti gli altri, e ciò la turba molto. Una che si sente continuamente sola, perché sa che nessuno riuscirebbe a capirla: neppure io sono riuscita a comprendermi. Insomma una ragazza semplice... ma chi vorrebbe una come me ?" Dissi guardandolo negli occhi mentre i miei si stavano inumidendo. "Una che ti abbraccerebbe appena ti vedrebbe. Una che verrebbe subito sotto casa tua, anche alle tre di notte, se tu avessi bisogno di aiuto? Nessuno, Mike. È questo perché so di essere invisibile agli altri, e so anche che nessuno vorrebbe prendersi cura di un fallimento come me. Sarei solo un peso per tutti, come lo sono per me stessa..."
Abbassai lo sguardo e chiusi gli occhi, e lasciai cadere quei segni di debolezza. Sentì il rumore della sedia spostarsi e due dita posarsi sotto il mio mento, costringendomi ad alzare il capo.
Aveva uno sguardo confuso.
"Buona... buona notte Michael"
Dissi sorpassandolo, per poi rifugiarmi nella mia piccola stanza, lasciando lì confuso più che mai."Fai in modo che la felicità sia il tuo unico vizio."
~Marilyn Monroe

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UNFORGETTABLE [MJ]
Fiksi PenggemarESTRATTO: "Mi manchi." Continuai arrossendo. "Voglio tornare da te." "E Neverland?" "Neverland è un posto, si mi rappresenta ma non è casa mia. Casa sono tutte le persone a cui voglio bene e che mi vogliono bene. Casa sono tutti i momenti felici e s...