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Canzone: Sia - My Love

Se sono una delusione del genere allora perché non mi lasciano andare, non mi possono semplicemente lasciare sola?Non capisco perché debbano tenere un peso del genere, perché debbano parlare in questo modo di me, perché debbano sputare sentenze e ...

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Se sono una delusione del genere allora perché non mi lasciano andare, non mi possono semplicemente lasciare sola?
Non capisco perché debbano tenere un peso del genere, perché debbano parlare in questo modo di me, perché debbano sputare sentenze e giudicare quando possono semplicemente lasciarmi stare.
Perché non possono andarsene, scomparire come un brutto sogno, perché non posso essere invisibile e nascondermi dal dolore.
Forse perché non si può scappare da esso e neanche dalle persone.
Perché mi devono far sprecare le lacrime e consumare le guance, perché devono farmi soffrire?
Ma sopratutto, perché io mi lascio trattare così?
Le persone parlano alle mie spalle, aspettandosi che io non le senta o che le loro parole non abbiano un peso su di me.
Danno per scontato che io non soffra quando invece sono quella che prova più dolore qui dentro, tutti pensano a loro stessi senza preoccuparsi di me, pensano che io sia un'infiltrata, che non c'entri niente con loro ed hanno ragione.

Neanche uno di loro si è preoccupato di vedere come sto, ma cosa mi aspettavo? Per loro io non sono nessuno.
Mi sento come se fossi la terra calpestata da tutti, e nessuno si chiede mai come lei si possa sentire, tutti danno per scontato che lei non provi dolore e che non abbia un cuore, che niente la possa sfiorare minimamente nella sua inumanità, nessuno si sofferma a chiedersi se stia soffrendo.
E lei prova dolore ma sta in silenzio, sperando che prima o poi qualcuno si preoccupi per lei.
Guardo i miei piedi sbattere senza creare rumore sul pavimento nero, come tutto questo castello.
Qui tutto è oscuro, anonimo e triste.
Non mi guardo in dietro, non sento niente se non la voglia di scoppiare in lacrime, come quando ti trattieni per troppo tempo e poi lasci andare via tutto.
Come quando abbracci qualcuno e senza un motivo ti metti a piangere, ripensi a tutto ciò che ti è capitato e cerchi di trattenere quelle goccioline salate per evitare domande scomode, come se quella stretta bastasse a farti superare il limite, ti aiutasse a lasciarti andare, a farti sopraffare dal dolore.
Lo senti scorrere nelle vene come il fuoco, come il veleno più pericoloso per cui non esiste una cura.
E tu stai li a chiederti come la tua vita sarebbe potuta essere diversa, a come ad altre persone è andata meglio e a te peggio, capita...
Fino a quando ti guardi allo specchio e non ti riconosci più, ti fai schifo e vorresti vomitare tutto per svuotati un po ed eliminare tutto il dolore interiore.

Mi chiudo la porta alle spalle mentre, cammino per tutta la stanza ed apro la finestra che porta al balcone, osservo ciò che c'è al di fuori del mio piccolo mondo di sofferenza.
Ed ogni tanto vorrei sentirmi così, guardare tutto da fuori senza sentirmi parte di quello che succede, osservare tutto da un punto di vista impersonale.

Sbottono la camicia nera che indosso e la lascio cadere a terra, un brivido percorre le mie braccia lattee, mentre la mia pancia viene accarezzata dal vento, il mio seno non troppo prosperoso viene coperto da un reggiseno semplice nero.
Mentre le mie ali escono da me senza controllo, le lascio libere in tutta la loro maestosità.
Avvolgono il mio corpo come a volermi dare sicurezza e accarezzano la mia schiena nuda.

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