È strano svegliarsi in una camera tutta tua. Guardarti allo specchio; lasciare in disordine le cose, senza sentirti dire dagli infermieri di rimetterle a posto; girare a piedi scalzi su un pavimento in parquet, e non essere costretti a camminare in pantofole su ruvide piastrelle.
È tutto molto più bello qui, lontana dalle monotone pareti bianchi o da poveri pazienti malati.
Scendo le scale appoggiandomi al corrimano, ancora mezza addormentata.
Tutto il piano terra è avvolto in un profumo delizioso si pancake.
Mi dirigo in cucina, dove mio padre è ai fornelli, mentre mia madre sta apparecchiando.
“giorno” saluto mentre mi siedo su uno sgabello.
“buongiorno tesoro, cosa vuoi con i pancake?” mi domanda mia madre, mentre sistema sul tavolo succo d’acero, caffè, succo di frutta e brioches.
Non sono abituata a colazioni vere. Nonostante il cibo dell’ospedale fosse abbastanza decente, si limitavano solo a una tazza di caffè un po’ annacquato e a dei biscotti.
“prendo io il caffè, tranquilla” le rispondo.
È bello fare colazione insieme tutti i giorni, e non esclusivamente il sabato, come quando la facevamo nel piccolo bar; parlare liberamente senza ricevere occhiatacce dal resto delle persone.
Quando abbiamo finito, avverto i miei genitori che vado a fare un giro per la città.
Mi vesto leggera, siccome fuori fa molto caldo, e mi preparo per uscire.
Il sole è già alto nel cielo. Le strade sono gremite di famiglie e di ragazzi in skateboard che si dirigono verso la spiaggia. Percorro un viale molto affollato, ammirando le vetrine dei negozietti.Ad un tratto sento qualcosa venirmi addosso e per poco non cado per terra. Ma è diventata una moda quella di venirmi addosso?!
Mi volto per vedere chi è stato, e mi ritrovo davanti un ragazzo moro, con indosso un costume e una canotta larga.
“Scusa, eh che sono di fretta e non ti avevo vista” si scusa, passandosi una mano tra i cappelli, “stai bene te?”
“si, tranquillo” rispondo un po’ imbarazzata poiché lui continua a fissarmi.“Dai Jack, sbrigati!” urla una voce alle nostre spalle.
“Arrivo” risponde il ragazzo di fronte a me, Jack.
“Sei andato addosso anche te ad una ragazza?! Ma sei peggio di Nick!” esclama l’altro ragazzo mentre ci raggiunge.
Appena me lo ritrovo davanti, mi accorgo che è lo stesso ragazzo dagli occhi blu che mi ha aiutato in aeroporto; e probabilmente anche lui se ne accorge poiché gli si illumina subito il viso.
“È il tuo modo di salutare, quello di andare addosso alla gente?” mi domanda scherzosamente mentre si apre in un sorriso.
“A quanto pare..” rispondo sorridendo anche io.
Il suo amico Jack ci guarda in modo strano, probabilmente non si aspettava che io lo conoscessi.“comunque io sono Neil” si presenta il ragazzo dagli occhi blu.
“Allyson, ma chiamami pure All”
“noi stavamo andando in spiaggia, se vuoi unirti” aggiunge poi Neil.Magari sarebbe una buona occasione per far conoscenza con qualcuno. E poi sembrano dei tipi apposto.
“mi farebbe piacere” rispondo sorridendo, e così ci avviamo in spiaggia.…
Quando arriviamo, Neil e Jack mi guidano verso un gruppo di ragazzi distesi su dei teli.
“Pensavamo vi foste persi” ironizza uno di loro, vedendoci arrivare. Gli sguardi di tutti si posano su di noi, tranne quelli di un ragazzo moro, lo stesso che mi ha catto cadere in aeroporto.
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Profumo di libertà
RomanceDopo una grave malattia che la obbligherà a rimanere in cura per più di tre anni, Allison torna a sorridere. Per evitare di soffrire ulteriormente, i suoi genitori decidono che è meglio trasferirsi in America, a Miami. Lì Allison ricomincerà una n...