Il viaggio in aereo è andato bene.
Ero abbastanza in ansia siccome era la prima volta, e per abbastanza in ansia intendo che mi sono attaccata al braccio di mio padre per tutto il decollo e non l'ho lasciato più andare.Probabilmente avrà ancora i segni delle mie unghie nella carne.
Usciti dall'aereoporto il sole sta già tramontando.
Siamo ormai a fine agosto, quindi ho solo qualche settimana prima di iniziare la nuova scuola.L'aria è calda, ma non afosa come quella in Italia, e la vista con tutti gli edifici illuminati è spettacolare.
Penso che mi troverò bene qui.
Mi volto verso la strada. Mamma sta già parlando con il taxista, così mi avvio di fretta verso di loro.
Non faccio in tempo a fare due passi, che vado a sbattere contro una persona e mi ritrovo per terra.
"Ma guarda dove vai!" Mi urla. Ha la fronte corrucciata e gli occhi sono ridotti a due fessure minacciose.
Abbasso lo sguardo mortificata e impaurita.
Le mani sono strette in due pugni e le nocche sono diventate bianche dalla pressione che esercita.
"Sc-scusa" sussurro con un groppo in gola.
Non sono sicura che mi abbia sentito, siccome la voce è uscita così sottile.
"Vaffanculo" e si volta riprendendo a camminare.
Oķkkk.
Tu, ragazzo, hai seri problemi.Ma fatti curare.
"Tesoro, tutto bene?" Domanda mia madre dall'auto.
Solo ora mi accorgo che sono ancora per terra insieme alla mia valigia, e un po' di gente si è riunita intorno a me a guardare incuriositi la scena.
Una mano si allunga verso di me.
Alzo lo sguardo e vedo un ragazzo moro con gli occhi blu.
"Hei, ti serve una mano?" Mi domanda con un sorriso stampato sul volto.
"Oh, ehm, grazie.." balbetto mentre arrossisco.
Era da tanto tempo che non avevo a che fare con un ragazzo della mia età, quindi mi sento abbastanza imbarazzata.
Per non parlare di tutta questa gente che mi fissa cone se fossi esposta in una vetrina."Perdonalo comunque. Ha appena litigato con i suoi genitori; anche se questa non è una scusa..."
"Perdonare chi?" Domando confusa.
"Nick, il ragazzo che ti è venuto addosso prima..." spiega imbarazzato mentre si gratta la testa.
"Oh, tranquillo non fa niente. Comunque grazie ancora" e mi allontano verso il taxi.
Non faccio in tempo a chiudere la portiere che mia madre è già partita all'attacco.
"Stai bene? Che maleducati i ragazzi d'oggi. Non ti ha nemmeno aiutato. L'altro ragazzo però era tutto il contrario. E devo ammettere che era anche molto gentile. Ed è così carinoo" dice con gli occhi dolci.
"Mammaaaa, è stato solo gentile. Niente di più"
Ci manca solo che mia madre si prenda una cotta per un ragazzo.
"Mhmm, daccordo" ribatte poco convinta "ora partiamo però che devi ancora vedere la casa.
...
Chiamarla casa è dir poco. È una reggia.
L'abitazione è bianca a due piani, circondata da un immenso giardino. Appena la vedo inizio a correre per il viale di ghiaia con le chiavi di casa in mano.
Il salotto è enorme, con due divani di pelle color panna e una televisione a schermo piatto. Un grande camino riscalda la stanza e una parete è coperta interamente da una libreria. Mi avvicino e accarezzo le copertine dei libri, soffermandomi su uno in particolare: 'orgoglio e pregiudizio', il libro che ho letto e riletto per i tre anni passati in ospedale.
Salgo le scale di corsa e percorro il corridoio fino ad arrivare in una camera singola.
Al centro vi è un letto a due piazze ricoperto da cuscini. Una cabina armadio, una piccola libreria e una scrivania occupano le pareti.
Non perdo tempo a lanciarmi sul letto.
Non centra niente con il letto dell'ospedale, ma penso non ci sia nemmeno bisogno di dirlo.
Alzo gli occhi. Un cielo stellato è dipinto sul soffitto, e la luna e le stelle si illuminano al buio proprio come nel Piccolo Principe.
Mi pizzico il braccio e stringo forte gli occhi per essere sicura che tutto questo non sia solo un sogno; ma quando li apro tutto riappare.
"Allora Al, ti piace la nuova casa?" Mi domandano i miei sorridenti.
"È bellissima, non ho parole"
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Profumo di libertà
RomansDopo una grave malattia che la obbligherà a rimanere in cura per più di tre anni, Allison torna a sorridere. Per evitare di soffrire ulteriormente, i suoi genitori decidono che è meglio trasferirsi in America, a Miami. Lì Allison ricomincerà una n...