¦Capitolo 7: Secondo Avvertimento¦

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L'origine del mito delle Arpie deve forse ricondursi a una personificazione della tempesta.



«Ennoshita. Tornerò fra qualche giorno, devo fare una ricognizione in un altro Regno.» Dice freddo il re corvino, mentre si carica una faretra colma di sagitte sulla schiena. «Mio Re, la nostra strega Yachi ci ha avvertito poco fa della presenza di una spia fra le mura del Palazzo!» Ribatte lo scriba, ricevendo solo un' occhiata gelida dal Re, che lo fa rabbrividire. «Vedi di controllare le nostre truppe, piuttosto di frignare come un pulcino.» Conclude.

Il Re stava proprio organizzando la sua partenza da qualche ora, per via dell'annuncio di Yachi. Ha parlato di un pipistrello, e lui probabilmente sa chi o cos'era. Proprio per questo sta andando a Nekoma, uno dei regni più vicini al Karasuno, per cercare di giungere ad un accordo di alleanza con l'altro Re.

"Credo di aver preso tutto l' occorrente, meglio darsi una mossa." Pensa preoccupato Tobio, senza dare alcun segno allo scriba che in ginocchio lo prega di restare. Cammina a passo veloce verso la porta del Palazzo, aprendolo ed uscendo da esso, con un' espressione concentrata in volto. Afferra il proprio arco, tendendo il filo e impugnandolo saldamente nella mano destra.

Poche volte Ennoshita ha visto il Re così tanto determinato da persino ignorare il consiglio della loro fidata strega. Tobio, cammina a passo deciso verso le mura del villaggio, vestito come un perfetto arciere. Sulla fronte ha un sottile fregio d'oro, con un rubino al centro. Vestito dai toni molto simili all'ambiente che circonda il Regno che sta per visitare, indossa un mantello del colore dell'erba umida per la rugiada al mattino.
Nessuno può sospettare del suo essere il Re del Karasuno, per lo meno senza guardarlo da vicino.

«Kuroo sarà a castello probabilmente-... huh?» Il monologo del Re viene interrotto da un fruscio fra i cespugli del bosco in cui ora si trova. Rallenta il passo, portando lentamente una mano ad una freccia, tendendo l'arco nella direzione del cespuglio.
Assottiglia lo sguardo, aspettandosi di tutto: pipistrelli, gufi, aquile...
«Uwa! Accidenti a me!» Una voce dal cespuglio. Il Re si acciglia, tenendo l'arco teso. «Chi è che parla?» Chiede freddo il sovrano.
«Huh?! C'è qualcuno?!» La voce sbraita, mentre la figura rotola giù dal cespuglio, massaggiandosi la testa dolorante. «Ahia ahia...»
Una zazzera arancione fa irruzione nel campo visivo del corvino.
Il ragazzo rosso alza lo sguardo verso l'altro, mentre gli si illuminano gli occhi. «Ehi! Tu! Avrei bisogno di un informazione!» Sorride, mettendosi in un lampo in piedi. L'altro, lo guarda confuso.
«Chi sei?» Allenta la presa sull'arco, abbassandolo di poco.
«Mi chiamo Hinata Shōyō! E vengo... da un paese che non posso dirti~» Ridacchia, accarezzandosi i folti capelli arancioni.

Hinata Shōyō ° Cavaliere del Regno Sconosciuto

Aspetto esteriore: È un ragazzo piuttosto minuto e gracile, alto non più di un metro e 62. I capelli sono molto folti e costantemente disordinati, dai colori arancioni. Gli occhi sono grandi e sempre attivi, con le iridi castane.
Aspetto interiore: È sempre solare, positivo e pieno di energie. Non si arrende facilmente, e grazie a questa qualità è riuscito ad arrivare molto in alto, ottenendo addirittura la carica di cavaliere. Ma l'altra faccia della medaglia è diversa, può essere difatti considerato un bipolare. L'altro lui, terrorizza tutti, è ancora più determinato e riesce a far gelare con uno sguardo fisso come pochi le sue sfortunate vittime. Alcune leggende narrano...

«Mh...» Ancora sospettoso, il Re abbassa comunque l'arco e ripone la freccia nella faretra dietro alla propria schiena. Tiene il più possibile le ali sotto al mantello verde scuro, sperando che l'altro non le noti.
«Cosa ci facevi in quel cespuglio?» Chiede di punto in bianco il corvino, facendo sussultare il rosso davanti a lui. Arrossendo in viso, il cavaliere si toglie alcune foglie incastrate fra la folta chioma arancione, guardandole poi. «Perché... Perché sono inciampato, ecco.» Borbotta, in imbarazzo.
Il Re fa un sospiro di sollievo, constatando che non può essere un pericolo, almeno per ora. «Bene.» Tobio riprende a camminare a passo deciso verso il Regno Nekoma senza degnare di uno sguardo il cavaliere. Ma quest'ultimo, sussulta e gli punta un dito contro, sulla schiena oramai lontana un paio di metri. «Tu! Dove credi di andare?!» Con un atteggiamento a dir poco infantile, il piccolo cavaliere si para velocissimo davanti al Re, che di riflesso indietreggia. «Per Zeus... Ho fretta. Vedi di farmi passare.» Guarda minaccioso Hinata.
«Altrimenti?» Chiede con tono di sfida il rosso, ghignando appena.
«'Altrimenti', mi chiedi...? Ma sai chi sono io?» Avvicina il viso -abbassandosi un poco con la schiena-a quello dell'altro, guardandolo fisso negli occhi color nocciola.
L'altro lo fissa con altrettanta attenzione, tenendo il sorrisetto in volto. «In realtà no, non me lo ha ancora detto, Sua Altezza.» Dice, prendendosi gioco di lui.
«Ti avviso che ho un diavolo per capello. Se non ti sbrighi ad andartene e tornartene da dove sei venuto, ti mando io via a calci. E ti assicuro che i miei calci provocano molto, molto dolore.» Conclude il Re, facendo alcuni passi in avanti e scontrando la sua spalla contro quella dell'altro, scostandolo e facendolo quasi cadere a terra.
"Che caratterino..." Pensa Hinata, sbuffando e guardandolo male. Gonfia le guance, guardandosi intorno e cercando la sua spada, caduta probabilmente poco distante.

"Mi piacerebbe sapere perché diavolo mi bruciano così tanto le ali, fanno davvero male. Bruciano ma... È strano. È come se si stessero risvegliando da chissà quale lungo sonno. E le sento vivere. Sento il sangue scorrere nelle mie ali. Le sento scaldarsi. Era da tanto, che non provavo questa sensazione di vita. È il Regno Nekoma, che risveglia il tuo animo latente, ma magari, è per via di qualcos'altro, di..."

Dopo circa mezz'ora, il giovane cavaliere, si batte una mano sulla fronte, esasperato. «Accidenti! Mi sono dimenticato di chiedergli l'informazione! E adesso come faccio ad arrivare al Karasuno? Magari lui lo sapeva...» Sospira, scuotendo la testa. «Ma poi, dove diamine è finita la mia spada? Ero certo di averla persa qui intorno!» Sconsolato, il rosso va a sedersi sotto ad un albero, per gustarsi la sua cena. Era ormai sera e, dopo aver acceso un fuoco, sarebbe andato a dormire.

Un coltello fende l'aria e si conficca sulla sua spalla destra, facendolo urlare di dolore. «Che diamine-?!» Gli cade dalle mani il cibo, che rovinosamente si va a bruciare fra le fiamme poco distanti. Si posa una mano sulla ferita, contraendo le mascelle. Socchiude gli occhi, corrugando le sopracciglia e guardandosi intorno, cercando di contenere gli ansiti che lo scuotono. Cerca di alzarsi, ma il coltello lo blocca al tronco dietro di sé.
«Bene bene... abbiamo un cavaliere a quanto vedo...» Una voce femminile, mormora da dietro il tronco. Hinata, sussulta, cercando di togliere la lama dalla sua spalla, cominciando a sudare freddo.
«Il tuo animo... com'è? Di prima qualità, probabilmente. O sei un dannato? Riferiscimelo...» Continua la voce, che con delicata freddezza scandisce perfettamente le parole. Il cavaliere, prende a tremare alla vista di cinque unghie affilate che appaiono davanti al proprio viso. «Non rispondi... dovrò controllare io stessa... scortese, da parte tua.» La mano afferra il suo collo, stringendolo con forza e cominciando a conficcare le unghie nella carne.
Due lacrime scendono veloci dal viso di Hinata, succube della ignota figura.

"Qualcuno... mi aiuti..."

Spazio Autrice
Capitolo leggermente più corto del solito perché mi serviva finirlo così uwu Siate pazienti per l'uscita del capitoli, mi ci vogliono settimane per stendere un capitolo decente ;-;
Spero voi stiate bene💞
Alla prossima!

~Saretta

Chronicles Of Harps ¦ 雨 ● Haikyū AU Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora