Perdere il controllo

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POV di Ian.

Sento il portone di casa sbattere violentemente.
Scrollo la testa velocemente e torno finalmente alla realtà.
Per un attimo non ricordo cosa ci faccio qui,al centro del mio salotto,solo.
Poi ricordo.
Mi avvicino alla finestra che da sulla strada.
La vedo con le mani sulla testa girata di schiena, e anche se non la posso vedere in viso riesco ad immaginarmi perfettamente il suo stato d'animo.
Probabilmente si sente come me.
Si blocca di colpo e io,preoccupato che si stia sentendo male,già sto per scattare a soccorrerla.
Non posso permettere che svenga un'altra volta,Giona non mi perdonerebbe mai.
Si gira verso la finestra dove la sto spiando, e d'istinto mi nascondo dietro la tenda.
Conto fino a dieci mentalmente,ma la paura di essere colto in fragrante da lei, mi fa rimanere dietro la tenda per altri secondi.
Mi sporgo di poco, e proprio in quel momento la vedo alzare gli occhi al cielo e andarsene.
Tiro un sospiro di sollievo.
C'è mancato davvero poco...
Mi avvicino al divano e mi ci butto sopra quasi a peso morto.Penso un attimo agli avvenimenti degli ultimi 15 minuti e mi sento male
Che cosa stavo facendo? Cazzo...
Mi passo le mani sul viso,frustato. Non so perché io mi sia comportato così...
La giornata è stata pensante... si la motivazione deve essere questa. Ero stanco,triste, arrabbiato e mi sono fatto sopraffare dalle mille emozioni
Mi calmo decisamente una volta che riesco a darmi le risposte che cercavo.
Anche perché se non fosse come ho detto, l'altra possibilità e che io...
Ahahahah non scherziamo...
E' tutto sotto controllo.
La suoneria del mio telefono si espande nella stanza e nel leggere il nome del mio migliore amico sobbalzo.
La paura mi invade, sono tentato di non rispondere, ma poi ci penso
Perché non dovrei...
<<  Giona che succede? >>  domando cercando di mantenere un contegno
<< mia sorella è passata da te? >>
Sbianco.
<< si...se ne andata poco fa >>
<< ero preoccupato,non pensavo mi avrebbe realmente ascoltato >>
<< ascoltato? >>
<< tu sei testardo, ma lei il triplo di te, ho dovuto farla ragionare un pò, ma sono felice che alla fine sia venuta a chiederti scusa >>
Certo è stato Giona ad obbligarla.
<< beh tutto risolto ora... >>
<< bene, passi da me più tardi? >>
<< in realtà io... >> inizio a dire ma vengo interrotto
<< E' importante passa dopo cena,ti aspetto >>
La chiamata termina e io rimango con il telefono in mano
Sono fottuto!
Decido di farmi una doccia per cercare di rilassare i nervi tesi.
Rimango sotto il getto d'acqua continuando a pensare,ma quando sento la voce di mia madre di sotto esco velocemente.
Mi avvolgo un asciugamano in vita e scendo al piano inferiore.
<< Ian quante volte ti ho detto di non scendere così >> mi indica
<< scusami >>
<< le stampelle? >>
<< sono in camera, non mi servono più >> Non sento più dolore alla gamba e ne sono felice,almeno una cosa positiva in questa giornata di merda.
<< bene,sapevo ti saresti ripreso velocemente >>
Mi avvicino a lei e le do un bacio in guancia
<< tutto bene a lavoro? >> chiedo sperando di dare una motivazione alla tensione che le leggo in viso
<< si... sono solo stanca >>
Mia madre non è mai stanca, e quando dico mai intendo MAI...
Involontariamente mi insospettisco
<< sei sicura? ti vedo strana... >>
Vorrei dirle altre cose per convincerla ad aprirsi con me, ma lei non me lo permette
<< Ian tranquillo è tutto apposto >>
Non insisto molto perché oggi non è davvero giornata, ma mi riprometto di tenerla d'occhio.
Risalgo in camera e dopo essermi vestito mi butto sul letto.
Dovrei studiare, ma non ne ho voglia. Ascolto la musica ad occhi chiusi, e per la stanchezza accumulata oggi mi addormento.
Mi sveglio di soprassalto per un sogno che stavo facendo e mi ritrovo il corpo avvolto completamente dalle cuffiette. Guardo l'ora e mi accorgo che è ora di cena.
A casa Harrison gli orari della giornata sono perfettamente organizzati, alle 20 e 15 si mangia, fine della storia.
Scendo di sotto velocemente e trovo mio padre e mia madre già seduti al tavolo
<< ho provato a chiamarti, ma non mi hai risposto >> esordisce mia madre calma
<< scusami mamma, ero impegnato a studiare >> mento, ma a fin di bene
Mio padre guarda il suo rolex e con tono gelido si rivolge a me << Ian, ti sembra questo l'orario di scendere, sono le 20 e 30 >>
Mamma mia 15 minuti di ritardo? scherziamo...
<< ho chiesto già scusa >> ribatto saccente
<< abbassa il tono Ian >>
<< tutta questa storia solamente per 15 minuti di ritardo!? >> domando alterato
<< si tratta di rispetto Ian, in questa casa si rispettano certi orari >>
Certo rispetto...
Sbatto i palmi delle mani sul tavolo e i miei genitori sobbalzano per lo spavento
<< MI SONO ROTTO DEGLI ORARI, MI SONO ROTTO DI AVERE TUTTA LA MIA VITA PROGRAMMATA BASTA CAZZO! >> urlo ormai stanco
Sono anni che devo sopportare tutta questa merda.
<< IAN HARRISON BASTA COSI' >> mio padre perde la pazienza e si alza dalla sedia sfidandomi con lo sguardo
<< SENNO' CHE COSA FAI? >> domando tenendogli testa
<< FILA IN CAMERA TUA, NON MERITI DI MANGIARE CON NOI >>
<< Steven calmati, stai esagerando... >> mia madre cerca di ristabilire la tranquillità, senza successo
<< tranquilla mamma, me ne vado in camera >>
Corro su per le scale e sbatto forte la porta della mia camera.
Lo odio...
Mi ributto sul letto, mentre sento i miei genitori discutere.
Mio padre alza la voce e mia madre gli risponde a tono.
Ultimamente in questa casa si sentono solo urla.
Vanno avanti così per una buona mezz'ora finché non sento mio padre chiudere violentemente la porta del suo studio. Decido che questo è il momento giusto per sgusciare fuori da questa casa e raggiungere Giona.
Ho bisogno di uscire e dimenticare.
Dimenticare il rapporto di merda con mio padre
Dimenticare che non avrò mai il futuro che desidero
Dimenticare che vedo mia madre esausta.
Dimenticare di non poter essere LIBERO.
Scendo di sotto cercando di fare meno rumore possibile
<< Ian dove credi di andare? >> la voce pacata di mia madre mi costringe a girarmi verso di lei
Ammiro questa donna.
Come fa ad avere la voce così pacata dopo una discussione del genere con mio padre?
<< vado da Giona >> anche se so che non è colpa sua, non riesco a nascondere la rabbia
<< mi dispiace così tanto Ian... tuo padre >>
Alzo la mano davanti al mio viso per interromperla perché solo sentir nominare mio padre mi crea disturbo
<< non è colpa tua, non serve giustificarlo >>
Per me la conversazione può chiudersi così, ma mia madre non la pensa allo stesso modo...
<< lui è fatto così, Ian... >>
<< sono stanco mamma davvero... >> ammetto per la prima volta ad alta voce.
Lei non aggiunge altro in merito a mio padre e io le sono grato mi fa un sorriso tirato e aggiunge solamente << non tornare tardi,domani hai scuola >>
Annuisco e vado in garage a prendere la mia moto.
Arrivo di fronte casa White e il primo pensiero che mi sfiora la mente e che spero che Rose non ci sia.
Ero così concentrato sulla mia situazione famigliare da essermi completamente dimenticato della possibilità di poterla incontrare
Che poi perché mi sto preoccupando, non me ne mai fregato nulla...
Non me ne frega nulla infatti
Riacquisto la mia strafottenza e finalmente torno il solito Ian.
Bene.
Suono il campanello e quando compare Giona sulla soglia della porta non posso fare a meno di tirare un sospiro di sollievo
<< sei arrivato finalmente! Vieni andiamo in camera mia, non posso parlarne qui >>
Lo vedo agitato e di conseguenza mi agito anche io
<< senti mi stai preoccupando >> gli dico
<< tranquillo è una cosa bella... almeno credo >>
<< e mi hai fatto venire fin qui per...? >> lascio la frase incompleta di proposito
<< ho bisogno di un consiglio, senti saliamo in camera e ti racconto tutto >>
Lo seguo senza proferire altra parola e, dopo aver salito le scale, involontariamente guardo troppo a lungo la porta chiusa della camera di Rose, Giona se ne accorge e mi comunica quello che volevo sentirmi dire: "Rose non è in casa".
Entriamo nella sua stanza e il mio migliore amico mi fa cenno di sedermi sulla sedia della scrivania, eseguo i suoi ordini in silenzio assoluto notando che lui non riesce a restare fermo.
Cammina per la stanza, avanti e indietro con un ritmo quasi ossessivo.
Il panico si impossessa di me nel momento in cui mi sfiora alla mente il pensiero che Rose c'entri qualcosa con questo suo comportamento.
Ok Ian tranquillo, non è successo nulla
<< si tratta di Rose? >> mi affretto a chiedere
Lui si concentra finalmente su di me e mi guarda sgranando gli occhi
<< Rose!? Gli è successo qualcosa? >> domanda turbato
Alzo le mani << no... non che io sappia >>
<< bene... >>
Rinizia a camminare e questa volta lo sento anche parlottare tra se.
Ho sempre odiato le persone che passeggiano avanti e indietro, e questa volta non fa eccezione.
Mi avvicino a lui lo prendo per le spalle e lo faccio sedere sul letto
<< mi sta venendo il mal di testa a guardarti, parla una volta per tutte >>
Ispira ed espira per cercare di calmasi.
Inizio a spazientirmi.
La discussione con mio padre continua ad insinuarsi nella mia mente
<< senti se vuoi ne parliamo domani io... >> ma non finisco di parlare
<< credi che con un bacio si possa capire se si è innamorati di una persona? >>
La sua domanda mi spiazza.
<< io... >> ma vengo interrotto nuovamente
<< ho baciato Mary >> mi comunica,prima che io inizi a farmi viaggi mentali 
Mary?
Rimango di stucco << l'amica di tua sorella? >>
<< si, io non so come sia potuto capitare... >> Ride,ripensando probabilmente a quando è successo  << anzi si so come è capitato,avevo voglia di baciarla >>
<< quando è successo? >> mi costringo a domandare
Sono confuso, Giona non ha mai mostrato interesse per Mary
<< ti ricordi quando l'ho riaccompagnata a casa, quando Rose era in ospedale? >>
Annuisco, così lui continua il suo racconto << beh l'ho portata a casa sua, e lei era disperata, piangeva a dirotto, ho provato a consolarla, ma lei continuava a singhiozzare, così l'ho abbracciata, e poi è successo tutto molto velocemente... ci siamo guardati negli occhi e in quel momento nella mia testa c'era un unico pensiero, volevo baciarla e l'ho fatto >>
Per un attimo rimango senza parole.
Mi viene l'orticaria solamente a pensarci ma devo domandarlo per forza << sei per caso "innamorato" di lei? >> dico simulando in contemporanea un cognato di vomito
Sospira << è qui che sopraggiunge il problema, non lo so, non vorrei illuderla anche perché mia sorella mi uccide se la faccio soffrire >>
<< quindi cosa hai intenzione di fare? >>
<< tu cosa faresti? >>
Mi guarda negli occhi.
Mi viene da ridere e non riesco a trattenermi << vuoi davvero un consiglio da me? >>
<< non i tuoi consigli da playboy, cosa faresti se ti interessasse davvero una ragazza? >>
Non mi è mai successo
<< sono immune a queste stronzate >> affermo acido
Ride << immune? nessuno lo è >> mi risponde Ma perché stiamo parlando di queste cazzate?
<< ti è spuntata la vagina in una sola notte!? >>
Mi guarda oltraggiato << che cazzo dici cretino, ti sto parlando seriamente >>
<< no perché mi sembri una femminuccia... hai paura di tua sorella? ma davvero!? >> rido << l'unico consiglio che posso darti e di vivere giorno per giorno,non pensare a tua sorella e fare quello che ti senti di fare,...ma >> appoggio una mano sulla sua spalla << evitiamo di parlare di queste stronzate ancora >>
Ci penso un attimo su << nel caso se proprio dobbiamo parlare di qualcosa parliamo di quando arriverai in seconda base, mi interessano sicuramente di più quelle cose che queste >> aggiungo facendogli l'occhiolino
<< il tuo discorso è da persona egoista... >>
Sorrido << dimentichi un particolare... io sono egoista >>

The life is hard without youDove le storie prendono vita. Scoprilo ora