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June trovò Jungkook nel viale alberato vicino casa sua, mentre si dirigeva a scuola. La ragazza non esitò a raggiungerlo per parlarci.

«Jungkook! Aspettami!»

Jungkook riconobbe la voce della ragazza alle sue spalle, indossò il cappuccio della felpa e affrettò il passo verso la fine del viale.
June decise di scendere dalla bicicletta in modo da raggiungerlo velocemente e iniziò a correre verso la figura del ragazzo, riuscendo nell'intento.

«Jungkook fermati, ti supplico!»

La ragazza tentò di bloccarlo afferrandogli il polso da dietro ma il ragazzo continuava a camminare come se niente stesse intralciando il suo cammino.

«Yah, fermati!»

June gli si parò davanti e protese una mano verso il braccio del ragazzo.

«Che stai facendo? Devo andare a scuola.»

«Tu non ti muovi di qui finché non mi spieghi che cavolo ti succede! Perché mi eviti a scuola e non rispondi alle chiamate? Perché quella volta hai reagito così bruscamente?!»

June lo guardava in attesa di una risposta, ancora affannata dalla corsa.
Jungkook non si degnò di guardarla, risponderle o almeno togliere il cappuccio. Abbassò lo sguardo sulla sua uniforme.
June si avvicinò alla sua figura e tolse il cappuccio dalla testa del ragazzo.
Aveva i capelli scompigliati e delle leggere occhiaie sotto gli occhi.

«Guardami e per favore, non portarmi rancore a meno che tu non abbia un valido motivo e allora... Cercherò di farmene una ragione. Spiegami perché hai reagito in quel modo. Dimmi perché fai così.»

«June lasciami andare.» - le rispose deciso Jungkook.

«Non voglio arrivare in ritardo per colpa tua.» - continuò sorpassandola.

Per un istante la voglia di lasciarlo perdere sfiorò la mente di June ma non poteva permettersi di perdere Jungkook, l'unico che in questi anni si è assicurato la sua sicurezza e che ha sconfitto la sua solitudine.
I suoi non erano presenti ma sapeva che lo facevano solo ed esclusivamente per il suo bene perciò non faceva pesar loro la loro assenza. Ma si sentiva comunque sola e Jungkook era diventato il suo tutto.
Non immaginava un istante della sua vita senza di lui.

«Fino a qualche giorno fa avresti saltato la scuola pur di stare con me e adesso ti preoccupi di arrivare in ritardo?»

«Sì.»

«Piantala con questa farsa e dimmi una buona volte che cavolo ti prende. Ti ho detto qualcosa? Ti ho per caso mentito? Ti ho maltrattato?»

Il ragazzo si fermò ma non riuscì a pronunciare una parola. Si voltò e vide una June in preda alla collera, era disperata come non mai.
Non l'aveva mai vista in quello stato ma pensò che facesse così soltanto per impietosirlo.

«Non mi cercare più. Lasciami in pace. Sono stato chiaro?»

«Dammi almeno una motivazione!»

June si sentì quasi morire alla richiesta del ragazzo. Non voleva più avere a che fare con lei e la cosa peggiore era che non sapeva nemmeno il motivo della sua decisione e del suo comportamento.

Nel giro di 3 secondi Jungkook assunse un atteggiamento aggressivo e si avvicinò alla ragazza, che notando il cambiamento iniziò ad indietreggiare finché non si ritrovò con la schiena contro l'albero.
Il ragazzo bloccò le spalle di June contro la corteccia, tenendola salda così non sarebbe scappata.
Sapeva quanto fosse buono e tenero ma quel lato di Jungkook sembrava sparito del tutto e al suo posto vi era una persona nuova.

Gli occhi di June diventarono lucidi: la ragazza cercò di nascondersi in tutti i modi ma Jungkook era fin troppo vicino per non accorgersene.

«Non piagnucolare, non mi incanti.»

June abbassò la testa verso il basso, come se le foglie sul ciglio della strada fossero più interessanti della persona più importante della sua vita.

Una.
Due.
Tre.
Quattro e tante altre lacrime caddero sull'asfalto.

June singhiozzava, faticava a respirare e Jungkook stava impiegando tutte le sue forze per tenerla saldata all'albero e chiarire la situazione una volta per tutte.

«Dimmi cosa ti ho fatto e ti lascerò in pace. Se non parli ti tormenterò fino a farti sentire in colpa con te stesso.»

«Non ti conviene intralciarmi.»

«Non fare come lui, YoungMin. Lui ci ha abbandonati senza un motivo e siamo rimasti noi due come ai bei tempi... Ricordi?» - chiese singhiozzando.

«Jungkook, ti prego, non farmi ciò che lui ha fatto a noi, non riuscirei a sopportarlo.»

La ragazza scoppiò in un pianto liberatorio e Jungkook mollò la presa in modo da farla respirare: dopotutto teneva ancora alla sua sicurezza e probabilmente era quella la ragione del perché si comportava in quel modo.

Ancora preso dai suoi pensieri, non si era accorto che June lo stava stringendo più forte che mai a sé.
Aveva appoggiato la testa sul suo petto, che iniziò a colpire senza sosta implorandolo di rimanergli accanto nonostante tutte le difficoltà.

«Stammi vicino, non ti chiedo altro.» - diceva June fra un singhiozzo e un altro.

Notò che Jungkook non provo a liberarsi dalla sua presa perciò decise di darsi una calmata e ricomporsi.

Aveva smesso di singhiozzare e implorare: adesso lo stringeva a se consapevole di poterlo perdere da un momento all'altro o di poter subire un altro dei suoi scatti. Di poterlo perdere per sempre."

«Jungkook perché non capisci–»

Jungkook si staccò facilmente dalla presa e indietreggiò verso la direzione opposta alla scuola.

«Sei tu che non capisci.»

E scappò via.

Quella mattina June non ebbe la forza di andare a scuola: si limitò a sorseggiare una tazza di tè in una caffetteria nelle vicinanze e si recò al porto, l'unico che con le sue onde del mare e il rombo dei motori delle barche era in grado di distrarla e tranquillizzarla.
Quel giorno c'erano anche le rondini, quelle che Jungkook adorava tanto dato che gli ricordavano la primavera.
La primavera stava terminando e la scuola pure. La sua amicizia con Jungkook sembrava non essere da meno.

Ma perché quel ragazzo si ostinava ad ignorarla? Cosa poteva avergli fatto tanto da farlo arrabbiare fino al punto di voler terminare un'amicizia speciale come la loro?

Che qualcuno gli avesse fatto il lavaggio del cervello com'era successo con YoungMin?
Che fosse lei il problema?

June prese il telefono e si affrettò a scrivere nella barra degli SMS di KakaoTalk.

"Jungkook dimmi se il problema sono io. Se è causa mia il nostro litigio con YoungMin ti prometto che me ne andrò in modo che tu possa riappacificarti con lui. So che era come un fratello per te. Prometto che me ne andrò e tu non mi vedrai più visto che ci tieni tanto. June~"

Jungkook ricevette subito la notifica.
Lesse il messaggio e per poco non scaraventò il telefono sull'asfalto della strada.
Sì ricompose e fece per digitare una parola... Molte parole, che non aveva il coraggio di scriverle o dirle di presenza. In tal caso non l'avrebbe mai fatto, così ignorò il messaggio.

Era stato grazie a Jungkook se June e YoungMin si sono conosciuti. Grazie a lui se loro due uscivano insieme. Grazie a lui se dopo qualche litigio, i due erano più uniti di prima.
Jungkook adesso si addossava la colpa di tutto questo.
Lui non voleva che qualcun'altro gli e la portasse via davanti ai suoi occhi. Non voleva che dopo tutto quello che ha fatto per lei, ella gli rivolgesse le spalle.
Non voleva essere escluso dal trio che una volta era un duo, creato da lui stesso. Non voleva perdere la sua piccola June per un idiota anche se quest'ultimo fosse suo fratello, figuriamoci il suo migliore amico.
Non voleva che YoungMin gli e la portasse via. Ma lui l'ha già fatto.
June si è presa una cotta e lui non sarebbe stato più il loro migliore amico ma bensì un intralcio.
Jungkook non voleva essere secondo a nessuno.

E ben presto lo avrebbe dimostrato a tutti.

Coming Back • 돌아오다 \\ Jeon JungkookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora