Seduta numero 4 (Katia)

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Ogni volta che torno a casa, dopo ogni incontro con Samantha, penso. Vorrei solo poter far sì che le mie ferite smettano di sanguinare, che si cicatrizzino e che resti solo un piccolo segno, per ricordare. Vorrei che la mia vita prendesse una via diversa. Ho un solo desiderio attualmente: svegliarmi la mattina ed essere una persona nuova, allegra. Non mi sarei mai aspettata che parlare con una psicologa avrebbe alleviato il mio dolore e soprattutto che sarei stata in grado di parlare senza ammutolirmi. Certo, delle volte non riesco a continuare le frasi, esito prima di parlare, ma ho la sensazione del fatto che dopo averle raccontato la mia intera vita, tutte le mie difficoltà svaniranno.
Mancano due giorni alla mia partenza e vorrei sfruttarli al meglio per parlare con Samantha di due argomenti importanti. Sono arrivata da lei in anticipo, quasi non aspettavo altro.
"Ciao, so di essere arrivata troppo presto, ma sai bene che questi sono gli ultimi due giorni che abbiamo per parlare e.."
"Non mi disturbi mai, Celeste. Sono contenta che tu abbia voglia di parlarmi. Significa che sta succedendo qualcosa di positivo in te. Oggi cosa mi racconterai?"
"Penso che questo sia uno dei tasti più dolenti che io possa toccare. Oggi vorrei parlarti della persona più buona, dolce, altruista, empatica, intelligente e intraprendente che io abbia mai conosciuto: mia nonna. Il suo nome era Caterina, ma tutti la chiamavano Katia. Ad oggi, potrei dirti che è stata la persona più importante della mia vita e che la sua costante presenza nei miei giorni mi ha aiutata a crescere, ma che la sua assenza mi ha lacerato il cuore.
Quando ero piccola e venivo trascurata dai miei genitori, c'era lei, che non faceva che riempirmi di attenzioni. A causa del suo ultimo parto andato male non poteva camminare, quindi non abbiamo mai fatto le cose che normalmente fanno una nonna e una nipote, come andare al parco. Le nostre giornate le trascorrevamo sul suo letto a parlare, senza mai smettere. Mi ha trasmesso tanti valori, ha cercato di farmi capire sin da quando facevo fatica a fare un discorso sensato che avrei dovuto affrontare un mondo che mi avrebbe ferita. A lei piacevo per quella che ero e io, in lei, vedevo la mia migliore amica. Parlavamo insieme dei miei sogni, delle mie speranze e dei miei desideri e lei diceva sempre che sarei riuscita a realizzarmi perché lo meritavo. A dir la verità, io pensavo che tutto ciò che di buono avrei fatto in futuro, l'avrei fatto con lei. Pensavo che tutte le volte in cui mi sarebbero accadute cose spiacevoli, avrei potuto piangere su di lei, come facevo sempre.  
La mia mamma non sopportava che passassi tanto tempo con lei, perché era estremamente gelosa. Non ho mai capito, a dir la verità, il motivo della sua gelosia. Dimostrava costantemente di essere gelosa: ogni giorno, sempre alla stessa ora, io chiedevo a papà di accompagnarmi da nonna. Avevo costantemente bisogno di vederla. Mamma molto spesso si rifiutava di accompagnarmi e mi diceva spesso che la sua mamma era lei, non mia nonna. Ovviamente io non ascoltavo quello che lei diceva, perché avevo trovato non la mia seconda mamma, ma la prima. Andava tutto bene, quando lei c'era. Avevo nove anni quando si ammaló gravemente. La portarono in un ospedale molto lontano dalla mia città. I medici dicevano che se avessero chiamato sarebbe stato perché lei sarebbe morta. Quando lei era in ospedale, io entravo nella sua camera e piangevo ininterrottamente. Sapevo che avremmo ricevuto quella chiamata, me lo sentivo. Non sono mai andata a trovarla, perché i medici non mi avrebbero fatta entrare nel suo reparto. Un giorno, o meglio, una notte io mi svegliai di colpo: sentii mia zia che disse che nonna non c'era più. Piansi. Piansi tutta la notte. Non ho mai superato il fatto che lei fosse morta. Da quando lei non c'è più per me il Natale è una festività orribile perché non c'è più lei che mi riempie di complimenti per come sono vestita. Mi manca tanto, vorrei soltanto renderla fiera di me. Sono certa del fatto che se lei ci fosse stata, molte cose non sarebbero successe. Non mi dimenticherò mai di lei e di tutto quello che lei ha fatto per me."
"Celeste, penso che se il tuo obbiettivo sia quello di renderla fiera di te, ci stai riuscendo".
Non ho più sentito nulla di ciò che mi ha detto Samantha prima che me ne andassi. Trattenere le lacrime è sempre difficile, ma sono sempre stata in grado di controllarmi. Questa volta peró, non sono stata in grado di resistere.
E adesso, non so se dopo la morte ci sia un'altra vita, o una reincarnazione o qualsiasi altra cosa, vorrei soltanto poterle dire che le voglio bene e che manterró tutte le promesse che le ho fatto.

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