~Capitolo 1~

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Il ragazzo chiuse gli occhi lasciando che il vento gli scompigli i capelli già disordinati di per sé. Era strano ma quel giorno si sentiva felice e contento come poche volte nella sua vita. Forse il motivo della sua felicità era quella risata cristallina che sentiva intorno a sè.

<<Forza Ivan prendimi.>>
Disse una voce mentre il ragazzo sentì una piccola mano spingerlo leggermente prima di scappare via. Si girò velocemente aprendo gli occhi e correndo dietro la moretta con un ghigno.

<<Tanto lo sai che ti prendo bambolina>>
Disse ridendo e correndole dietro abbastanza velocemente mentre il vento gli scompigliava completamente i vestiti. Erano nel loro giardino e quella era forse la giornata più tranquilla che avessero mai vissuto da quando si erano incontrati. Afferrò la vita della mora attirandola contro il proprio petto nudo mentre le accarezza i fianchi facendo un sorrisetto.

<<Te l'avevo detto che ti avrei presa>>
Sussurrò sulle sue labbra prima di cominciare a farle il solletico sentendo la ragazza dimenarsi dalla sua presa e urlare pregandolo di lasciarla andare. Amava quella risata e amava il modo in cui lo faceva sentire. Nessun altro aveva importanza se non la sua bambolina. Nessuno.

~

Il ragazzo spalancò gli occhi di scatto sentendo l'odiosa sveglia suonare. Mugugnò un po' contrario per ciò che stava succedendo e si mise seduto sul letto guardandosi intorno in un primo momento.
Era un sogno. Non era la realtà.
Si girò verso la finestra e guardò subito il sole che splendeva con forza. Quanti ricordi aveva legato a tutto quello. Il primo ricordo era quel giorno. Il giorno in cui aveva incontrato la sua bambolina. Il suo sguardo cadde sulla ragazza e subito un piccolo sorriso gli incorniciò il volto.

-

Il ragazzo si svegliò a causa delle urla isteriche della madre che provenivano dal castello. Essere il figlio di Malefica comportava anche questo. Mugugnò nascondendo il viso sotto il cuscino trattenendosi dal mandare a quel paese la madre. Infondo perché avrebbe dovuto rischiare di essere ucciso dalla sua stessa madre? Non ne valeva la pena.
Quel giorno sarebbe dovuto partire. Andava in una scuola. Una scuola per i figli dei buoni. Era il primo anno che era stata aperta anche a loro e la voglia di andarci era pari a zero. Però il pensiero di poter distruggere e torturare quei principini lo allettava abbastanza.
Si alzò in piedi con la solita svogliatezza guardando i boxer neri che indossava. Era l'unico colore che ammetteva nel suo vestiario se doveva essere sincero. Una volta in piedi si diresse verso il bagno facendosi una doccia. Sentiva addosso la puzza del sudore. Una volta finito osserva il proprio riflesso allo specchio. Gli occhi azzurri risplendevano chiari e freddi nella sua immagine. I capelli bagnati e scompigliati lasciavano cadere gocce fredde sul viso, dai tratti duri, e sul petto. Non aveva un fisico massiccio ma era abbastanza muscoloso e delineato.
Sbuffò leggermente passandosi la mano tra i capelli per poi dirigersi in camera sua nuovamente. Arrivato lì si toglie l'asciugamano e indossa prima un paio di boxer, rigorosamente neri. Per poi prendere dei pantaloni, sempre dello stesso colore, strappati sulle ginocchia e una felpa con la scritta "Fuck" in caratteri cubitali.
Ivan guardò soddisfatto il risultato allo specchio scendendo successivamente le scale e attraversando il castello con passo abbastanza veloce; aveva deliberatamente ignorato la madre che lo stava guardando fredda. Al che il ragazzo sbuffò girandosi verso di lei e ascoltando la raccomandazione solita: "se vedi la figlia di Aurora falla pungere". Ovviamente non era strano che Malefica non si preoccupasse se il ragazzo vivesse o morisse. Anzi era proprio l'ultimo dei suoi pensieri.
Il moro ignorò nuovamente la donna salutandola con un cenno della mano mentre esce fuori. Subito sorrise vedendo l'atmosfera cupa e terrorizzante che lo circondava. Era strano come pochi anni dopo avrebbe odiato quel posto con tutto sé stesso.
Il ragazzo attraversò il portale senza dubitare. Aveva deciso che avrebbe portato i bagagli nella sua stanza, una volta che gli fosse stata assegnata, con l'aiuto della magia.

Last first kissDove le storie prendono vita. Scoprilo ora