~Capitolo 2~

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Il ragazzo si avvicinò alla mora con passo lento ma al contempo seducente ed eccitante mentre si passava una mano sugli addominali solcati da alcune goccioline d'acqua. Non smise avvicinarsi a lei fino a quando le spalle della ragazza non toccarono il muro, bloccandola, infine, tra esso e il suo corpo umido.
<<Vestiti!>> urlò lei con voce acuta mentre tentava di guardare ovunque tranne che il moro. Sembrava imbarazzata, sconvolta; sicuramente non aveva mai visto un ragazzo mezzo nudo, o anche un ragazzo in generale!
<<Perchè? Non ti piace quello che vedi?>> chiese lui con tono sussurrato, mentre passava lo sguardo lungo il corpo della principessina, coperto da un vestito rosa scintillante, tipico di lei, ma sporco di uova e farina. Subito si ricordò dell'invito che le avevano fatto i suoi amici e capì che in qualche modo c'entravano loro.
<<N-non... non ho detto che sei brutto ma... preferirei fossi vestito, ecco.>> balbettò lei a voce talmente bassa da essere difficilmente udita. Il ragazzo ridacchiò, mentre portava una mano sul suo asciugamano. Infondo... se era costretto a stare lì tanto valeva divertirsi un pò!
<<Lo preferiresti, ma ti piaccio di più così. Non mi sorprenderei se fossi già bagnata.>> le disse sghignazzando malizioso mentre guardava la propria mano che le accarezzava delicatamente il viso.
<<Non... non sono bagnata, non mi sono fatta ancora la doccia.>> disse lei, mentre lo guardava interrogativa. Probabilmente non aveva mai sentito certi termini, ma il fatto che non sapesse nemmeno cosa volesse dire "bagnata" in campo sessuale era grave.
Dal canto suo, il ragazzo non riuscì a trattenere una risata davanti a tanta innocenza. Ormai era chiaro a tutti che era solo una verginella incapace, ma ciò non gliela fece disprezzare, anzi: qualcosa là sotto cominciò a crescere. Con un gesto veloce si slegò l'asciugamano, che finì ai suoi piedi, mentre la ragazza si copriva il viso con le mani, rossa come un pomodoro.
<<Molto meglio non trovi?>> chiese lui mentre la guardava dall'alto a causa della notevole differenza di altezza.
<<Per favore, rimettiti l'asciugamano...>> sussurrò lei, mentre il ragazzo le toglieva le mani da davanti al viso.
<<Guarda che non ho intenzione di farti niente. Smettila di avere vergogna e paura di me. Comunque, quelle manine starebbero bene su altro. Vuoi provare?>> chiese con un sorrisetto perverso il moro, per poi lasciarle un lieve bacio sul palmo della mano.
<<Non ho paura di te, Ivan. Evito solo di guardare. Comunque... non so se potrei. Non vorrei disubbidire ai miei genitori.>> borbottò lei mentre lo guardava negli occhi, mischiando il verde dell'erba all'azzurro del mare.
<<Beh, se disubbidisci un pò non succede niente. E inoltre loro non sono qui e non potranno sapere nulla.>> le disse a pochi cm dal suo viso, mentre infilava una mano sotto la gonna, cominciando ad accarezzarle la coscia. Come vide la ragazza sgranare gli occhi ridacchiò, non dandole ascolto durante le sue lamentele e nemmeno quando gli disse del ballo di inizio anno che sarebbe iniziato poco più tardi.
<<C'è tempo prima del ballo bambolina. E poi... qualcun'altro qui non vuole che io smetta.>> disse lui mentre faceva salire la sua mano fino all'intimità della ragazza, trovando le mutandine bagnate come lui aveva precedentemente immaginato. Cominciò a passare un dito sopra di essere mentre la guardava negli occhi.
<<Lasciami!>> urlò lei mentre tentava di spintonarlo e di allontanarlo. Era spaventata, si vedeva lontano un miglio, e le sue gambe magre tremavano talmente tanto che sembrava si spezzassero a momenti.
<<Cristo, sei così noiosa. Tanto noiosa che mi si è ammosciato. Sei scopabile, ma datti una svegliata, cazzo.>> sbuffò lui mentre toglieva la mano, per poi superarla ed uscire dalla porta, tornando in stanza. Aprì l'armadio e indossò dei pantaloni grigi, una maglia nera e degli anfibi abbinati al giubbino in pelle nero. Una volta che fu pronto prese il bastone che gli donò sua madre al suo diciottesimo compleanno e infine si guardò allo specchio.
<<Sono pronto, muoviti frigida!>> le urlò dalla camera mentre guardava l'ora.
Dopo qualche minuto la ragazza si affacciò fuori dalla porta del bagno, leggermente imbarazzata.
<<Sono quasi pronta, ma potresti girarti? Devo prendere delle cose dall'armadio.>> mormorò lei con un sorriso innocente sul viso, mentre il ragazzo le scoppiò a ridere in faccia.
<<No. Voglio vederti. Quindi o ti muovi o ti perdi il ballo.>> disse lui con un ghigno malizioso come la ragazza assottigliò lo sguardo alle sue parole, per poi sbuffare e uscire dal bagno con un accappatoio fucsia. Aprì l'armadio e tirò fuori dell'intimo bianco, delle scarpe rosse con il tacco e un abito da seria bianco e lungo, con uno spacco laterale e tanti brillantini. A primo impatto sembrava che avesse tirato fuori l'abito da sposa della madre!
Come fece per tornare in bagno il ragazzo sbarrò la porta con dei rovi spinosi.
<<Ho detto che voglio vederti. Su, guarda che è tardi.>> disse lui trattenendo una risata davanti allo sguardo stupito e sconvolto della ragazza. Le cose cominciavano a farsi interessanti.
<<Scherzi? Devo cambiarmi qui? Davanti a te? No signora, mio padre mi rinnegherà come figlia.>> borbottò lei scuotendo il capo e incrociando le braccia al petto. Il ragazzo alzò gli occhi al cielo, decisamente annoiato.
<<Fai tanto la principessina, ma le mie dita sanno ancora del tuo sapore, per quanto eri bagnata in bagno. E poi lui non c'è, giusto? Cambiati e smettila di farti tanti problemi.>>
Lei lo guardò confusa, non sapendo di che stesse parlando con questa storia del sapore, probabilmente.
Sbuffò e gli diede le spalle. Si infilò le mutande sotto l'accappatoio in modo che non veda nulla, per poi far cadere quest'ultimo a terra e mettersi il reggiseno sempre di spalle. Una volta messo l'intimo indossò il vestito e le scarpe.
Il ragazzo alzò gli occhi al cielo e sbuffò. Doveva aspettarselo che si sarebbe coperta scrupolosamente.
<<beh, me ne vado. Speravo di vedere qualcosa di interessante ma sei una palla in tutto e per tutto.>> le disse acido, per poi alzarsi dal letto e uscire dalla stanza senza aspettarla.
Se prima pensava che la situazione potesse prendere una piega divertente e piacevole, ora era certo che sarebbe stato tutto una merda in quell'accademia.
Era quasi arrivato alla fine del corridoio quando sentì i tacchi della ragazza rieccheggiare e riempire lo spazio circostante di echi. Alla fine decise di aspettarla, e solo mentre la guardava arrivare pensò quando fosse impettita, neanche fosse l'unica principessa della scuola. Ora capiva perchè la madre la odiava: la figlia era un upgrade di quella perfettina odiosa di Aurora.
<<Ti vuoi muovere?!>> sbottò innervosito.
<<Voglio vedere te correre su quindici centimetri di tacco.>> borbottò lei come lo raggiunse, mentre si aggiustava la corona sul capo.
<<Sei stato molto gentile comunque ad aspettarmi, Ivan.>> disse infine con un sorriso.
<<Avresti potuto mettere un tacco più basso, tonta.>> le fece eco il ragazzo, guardandola sempre più seccato, ignorando il suo ringraziamento. Le porse il braccio per farla appoggiare e prenderla a braccetto. Non sapeva nemmeno lui perchè lo fece, gli andava e basta.
<<È un modo implicito per invitarmi al ballo?>> chiese lei ridacchiando, facendo innervosire ancora di più il ragazzo.
<<Sentimi bene. Io già la trovo una cazzata, okay? Quindi evita di parlare o fare domande del cazzo, così che la serata vada bene ad entrambi. Chiaro?>> sbottò lui guardandola male, mentre la trascinava nelle scale. Il sorriso della ragazza si spense gradualmente e distolse lo sguardo. Aveva quasi paura a tenere ancora il braccio intrecciato con quello del ragazzo, ma decise di lasciar perdere, era chiaro dal suo sguardo.
In poco tempo arrivarono al luogo del ballo e si dirissero al buffet, dove la ragazza prese un pasticcino mentre Ivan un bicchiere in cristallo pieno di champagne.
Ma quel momento di pace e tranquillità venne interrotto dal tuono di una voce dura e roca.
<<mi dispiace non essere stato invitato a questa bella festicciola. Anche voi?>>

Last first kissDove le storie prendono vita. Scoprilo ora