Calum sembrò non accorgersi della mia domanda. Lanciò qualche occhiata alla parete davanti a lui, prima di indietreggiare e prendere la rincorsa. Appoggiò un piede sul davanzale della finestra del piano terra e si spinse sulla tettoia della finestra della scala che percorreva il muro per salire al primo piano. Si alzò in piedi e saltando si attaccò al mio balcone, scavalcò la ringhiera e mi piombò davanti, pulendosi dalla polvere. Rimasi a guardalo a bocca aperta, sempre più convinta di aver conosciuto un pazzo sclerotico. Mi rivolse lo sguardo e alzò un sopracciglio.
-Che c'è?- chiese indiferente, mentre io non disse neanche una parola. Rapita dai suoi movimenti. Prese dalla tasca dei jeans un pacchetto di sigarette e ne accese una, serrandola tra le labbra. Si appoggò con i gomiti alla ringhiera e fece fuoriuscire del fumo, fissando la luna piena, che gli illuminava il viso. Dopo vari minuti si degnò di guardarmi. Riprese il pacchetto e me lo porse.
-Vuoi?- chiese, stranamente gentile. Fissai lui, poi il pacchetto, poi lui, e poi presi una sigaretta e la misi tra le mie sottili labbra. Non ero una fumatrice, ma una volta ogni tanto ne sentivo il bisgno. Si avvicinò a me con l'accendino tra le mani. Mi chinai su di esso e lo accese.Inspirai e poi buttai fuori il fumo, rivolta verso il giardino dietro a casa mia.
-Come mai sei qui?- chiesi, dopo essermi messa accanto a lui. Fumavamo in silenzio, troppo vicini per i miei gusti, ma non sembrava più il ragazzo scorbutico e stronzo di qualche ora prima. Calum alzò le spalle.
-Interessante...- dissi, facendo una strana smorfia, che lo fece ridere. Calò nuovamente il silenzio, che fu interrotto dal moro.
-Ho litigato con Ashton, per quello che è successo oggi...- disse, mantenendo la testa alta, verso la casa davanti a noi, con tutte le luci accese e la voce della madre dei ragazzini che urlava di andare a dormire. I ricordi di quel pomeriggio raffiorarono nella mia memoria, provocandomi un tonfo al cuore, ma di certo non si sarebbe scusato.
-Mi dispiace- disse. Spalancai gli occhi e lo guardai confusa. Lui rise.
-Credevi davvero che io fossi un ragazzo stronzo e senza cuore?- chiese, dando le spalle alla luna e osservando la mia camera. Io guardavo dalla parte opposta.
-Non mi vai molto a genio- dissi, sincera.
-Oh, nemmeno tu- disse lui sorridendo. Gli feci il dito medio e mi girai nella sua direzione. Tutti e due fissavamo l'interno di quella stanza buia.
-La mia è più grande- sputò fuori il moro, di punto in bianco.
-E'?- chiesi, non capendo.
-Ciupa- disse ridendo. Alzai gli occhi al cielo, scuotendo la testa.
-Credi che Ashton ti perdonerà- chiesi preoccupata. Lui alzò le spalle nuovamente.
-Potresti darmi una risposta sensata, almeno una volta?- chiesi, sbuffando.
-Che palle !- disse Calum , sbuffando a sua volta.
-Comunque sì, forse, non lo so, no- disse, facendomi innervosire.
-E perchè sei venuto proprio da me?- chiesi, sbadigliando. Alzò nuovamente le spalle. Gliele avrei amputate un giorno.
-Non sapevo dove andare- disse.
-A casa?- chiesi ovvia. Lui mi guardò male.
-No, mia madre mi riempirebbe di domande e poi le ho detto che sarei andato a dormire da Michael, ma lui è con la sua nuova ragazza. E mi ha sbattuto fuori...- disse ridendo. Spalancai gli occhi, capendo dove voleva arrivare.
-Non dirmi che...
-Posso stare qui a dormire?- chiese, facendo il suo solito labbruccio.
-STAI SCHERZANDO SPERO!- urlai.
-Shhhhhhhhhhhh, non vorrai svegliare tua madre, se mi scopre sono morto- sussurrò, facendomi segno di fare piano.
-Tu sei già morto- dissi sbuffando.
-Va bene, ma muoviti, ho sonno- dissi rientrando. Lui sparì, saltando giù dal balcone e scavalcando la rete di casa mia. Lo guardai mentre apriva la macchina ( che non sapevo avesse) e prendere un sacchetto. Per poi tornare in camera mia in meno di un minuto. Lanciò a terra il sacchetto e si guardò intorno, potendo scorgere meglio la stanza, dato che avevo acceso una lampadina sul comodino.
-Io dove dormo?- chiese indicandosi. Mi guardai in giro. Avevo solo un letto ad una piazza e un tappeto, sbuffai in cerca di una soluzione. Mi si accese una lampadina in testa. Corsi verso l'armadio e presi una sedia, per poter arrivare al ripiano più alto. Mi allungai e feci cadere sul pavimento il sacco a pelo nero.
-E' di Luke...- dissi al moro, che osservava ogni mio movimento.
-Il mio migliore amico- spiegai.
-Hemmings? Veramente?- chiese ridendo. Lo guardai, come lo conosceva? ma scosse la testa e mi chiese di lasciare perdere. Preparai il suo “letto”, di certo non mi sarei messa io a dormire lì, non avevo dimenticato come mi aveva trattata, era ancora troppo presto per potersi fidare. Mi infilai a letto, mentre lui si tolse la maglietta, cercai di chiudere gli occhi, scacciando la sua immagine. Si sistemò anche lui.
-Buona notte Madison- disse.
-Buona notte Calum- risposi, prima di cadere in un sonno profondo.
Un rumore sordo continuava, ma non ci feci caso, ero troppo stanca. Continuò per un po', fino a quando non si arrese. Uno scatto metallico lo sostituì e uno scricchiolio seguì lentamente.
-MADISOOONN!- merda.
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ANGOLO AUTRICE
Allora cosa ne pensate vorrei tanto che commentaste di più perchè voglio sapere cosa ne pensate perchè potrebbe non piacervi oppure visto che la scrivo capitolo per capitolo mi dite cosa vi aspettate nel prossimo può darsi che aveste ragione per favore
comunque secondo voi chi ha chiamato Madison??????
Bye........Madda
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Troublemaker...
Teen Fiction"-Tu non puoi esserti innamorata di me, Madison. Io non posso amarti, anche se credimi, ti amo più di quanto dovrei. Non ho mai amato nessuno, come sto amando te ora, ma non posso farlo, non posso permettermi di perderti. Credevo di poter vivere una...