Capitolo 1

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Capitolo 1:

Era domenica pomeriggio, per la precisione il 23 luglio. Nonostante fosse il suo compleanno e odiasse festeggiarlo, Aaron decise di passare la giornata in compagnia di Edward il suo migliore amico. Erano nella stanza di Aaron e il ragazzo capì subito che qualcosa non andava. Di solito Edward era quello casinista, e adesso se ne stava seduto sul letto con il morale a terra. Decise, nonostante sapesse già la risposta, di chiedergli cosa lo preoccupava tanto.

«Mi dici cosa ti preoccupa tanto? Perché hai il morale a terra?»

«Kate mi ha rifiutato ancora... io la amo...» 

Quelle parole furono un'altra coltellata per il suo cuore innamorato; non lo dava a vedere, non sarebbe stato da lui, ma stava davvero malissimo. Stanco di quella storia, però, perse la pazienza e lasciò libero l'istinto e bloccando Edward tra le coperte lo baciò. Sapeva che era sbagliato, ma non poteva andare avanti così. Con uno spintone il ragazzo si liberò dalla sua presa e gli diede un pugno in faccia.

«Che cazzo volevi fare? Mi fai schifo!» 

Uscì di corsa dalla stanza dell'amico e lasciò la casa, ma non si allontanò di molto. Aveva detto ad Aaron  che gli faceva schifo, ma allora perché, a ripensarci, il cuore gli batteva forte e aveva un'erezione da record che chiedeva di essere soddisfatta al più presto?

Mentre Edward cercava una soluzione a tutto questo, Aaron, rimasto da solo in casa, seguì la decisione che aveva sempre rimandato: scese in cucina e prese uno dei tanti coltelli che la sorella usava per cucinare, e tornò in camera. Se voleva farlo era meglio che lo facesse restando disteso. La sorella sarebbe tornata tra una decina di minuti; con un movimento rapido affondò la lama nel collo e la fece scorrere tagliando profondamente. Voleva smettere di soffrire, e quello era il metodo più rapido. Perse velocemente conoscenza. In quello stesso momento, sua sorella tornò a casa. Lo trovò in un lago di sangue. Con un panno cercò di bloccargli il sangue, e chiamò contemporaneamente l'ambulanza.

Edward venne sorpassato dall'ambulanza poco prima di voltare l'angolo. Vedendo i paramedici caricare Aaron sull'ambulanza, il suo cuore perse un battito e si avvicinò di corsa dandosi dell'idiota per averlo lasciato da solo.

«Cos'è successo?»

«Non lo so ... l'ho trovato nella sua stanza con la gola tagliata >

«Perché lo ha fatto?» 

Sapeva la risposta, forse era stata colpa sua che non si era accorto di quanto lo amasse Aaron, tant'era impegnato ad andare dietro a una che nemmeno interessava.

«Non ne ho idea...» 

Le lacrime bagnarono il volto della ragazza e Edward la strinse a sé delicatamente.

«Andrà tutto bene... Aaron è forte. Erika dammi le chiavi, ti porto in ospedale. Così ci daranno notizie più dettagliate» 

La ragazza gli diede le chiavi e, saliti sull'auto, seguirono l'ambulanza a tutta velocità. In ospedale, Aaron fu portato d'urgenza in sala operatoria. Passarono tre lunghe ore prima che uno dei medici si avvicinasse a loro.

«Chi di voi è suo parente?» sua sorella si fece avanti.

«Io. Come sta Aaron?» i due si appartarono poco distante.

«È stabile, ha perso molto sangue. Quando si sveglierà, sapremo se ci sono stati dei danni, ma non fatevi prendere da false speranze, forse non potrà più parlare»

Edward a quelle parole impallidì, nonostante la distanza aveva sentito bene le parole del medico. Non capiva bene cosa gli stava succedendo, ma la possibilità di non sentirlo più parlare gli faceva male, davvero molto male.

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