Capitolo 3:
Terminate le lezioni lasciarono la scuola, camminando uno affianco all'altro.
«Vieni da me oggi, Aaron? Tua sorella non rientra a casa, ha il turno notturno in ospedale. Vero? » Il ragazzo annuì sorridendo, e si diressero a casa di Edward. Varcata la soglia, trovarono la madre del ragazzo intenta a ritirare i panni puliti dai fili appesi in giardino.
«Ciao ragazzi, il pranzo è quasi pronto. Portate di sopra i vostri zaini e tornate qua. » Sorridendo, Edward prese per mano Aaron e lo portò fino alla sua stanza, e, dopo essersi chiuso la porta alle spalle, lo baciò con dolcezza.
«Mia madre sa di noi da molto tempo, lo ha capito prima di me... mi dispiace averti fatto soffrire per così tanto tempo...»
Dopo aver messo le loro cose in camera, scesero al piano di sotto. Sarebbero voluti restare lì per diverso tempo, ma Aaron doveva mangiare qualcosa e anche lui aveva davvero fame. Quando andarono in cucina, trovarono anche il padre del ragazzo. Tranquillamente mangiarono e, quando l'uomo uscì di casa, Edward fu costretto a portare Aaron al piano di sopra, visto che si era addormentato contro la sua spalla. Per due lunghe ore Aaron dormì tranquillo e, quando si svegliò, notò Edward intento a studiare; gli si avvicinò posandogli un bacio sul collo.
«Ti sei svegliato finalmente...»
Il ragazzo lo guardò dolcemente, prima di posargli un bacio sulla fronte.
«E questo perché?»
Era stato colpito da quel gesto improvviso da parte di Aaron, ma lo osservò scrivere sul quaderno tre semplici parole.
"Perché ti amo"
Edward lo abbracciò dolcemente, Aaron lo faceva sentire amato, sempre amato e questo non gli era mai successo con le ragazze assieme al quale era stato.
«Ti amo anch'io»
Era imbarazzante per Edward dire quello che sentiva per lui. Il sorriso di Edward era la cosa più bella che Aaron potesse mai desiderare, ma anche sentirsi dire quello lo rendeva felice. Edward lasciò la stanza solo per pochi minuti, giusto il tempo di prendere qualcosa per merenda e parlare con la madre della sua decisione di dire tutto al padre, pur sapendo che l'uomo era sempre stato omofobo e mentalmente ristretto. Quando rientrò nella stanza, Aaron era di nuovo disteso sul letto e lui gli si avvicinò abbracciandolo, lo lasciò appoggiare contro il suo petto mentre con una mano gli accarezzava i capelli e con l'altra gli accarezzava il fianco.
«Sicuro di stare bene?» Aaron annuì, nascondendo il volto contro la sua spalla.
«Ok...»
Il tempo passò svelto: erano rimasti sdraiati sul letto e non si accorsero che era già ora di cena.
«Edward! Aaron! Venite è ora di cena. È tornato anche tuo padre...»
«Arriviamo!»
Vedendoli tardare, la donna salì al piano di sopra, e trovò Edward intento a medicare la ferita sul collo del ragazzo. Quella scena la lasciò senza parole per un attimo, non poteva immaginare che un ragazzo forte come Aaron potesse fare un gesto come quello. Restando in silenzio li osservò attentamente e quando Aaron sussultò perse un battito.
«Scusa ti ho fatto male... non volevo» Aaron gli alzò il volto per guardarlo negli occhi e gli sorrise negando con la testa il fatto che gli avesse fatto male.
«Non dovresti dirmi bugie lo sai vero?»
Indignato da quella domanda, Aaron prese il quaderno che usava per scrivere e glielo diede in testa per poi prendere la penna e scrivere.
"Idiota! Io non ti dico bugie"
«Ragazzi!»
I due si voltarono a guardarla.
«Mamma, stavamo scendendo, ma dovevo medicare la ferita di Aaron»
Lo sguardo afflitto del figlio la fece spaventare.
«Cosa gli è successo?»
«Si è fatto male per colpa mia... ma andiamo a cenare, adesso poi ti spiegherò»
Ma quella sera qualcosa sarebbe andato storto.
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Youre my destiny
RomantizmQuesta è la storia di Aaron e Edward, due bellissimi ragazzi di diciotto anni. Aaron ha i capelli biodo - ramato, gli occhi verdi e molto alto, infatti, spesso giocava nella squadra di basket della scuola. Vive con la sorella, i genitori l'hanno but...