Capitolo 8

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CAPITOLO 8

Alexia POV

La continua vibrazione del cellulare sul comodino mi destò dal magnifico sogno che stavo facendo, mentre nella mia testa maledicevo in ogni lingua a me conosciuta la persona che si era permessa di svegliarmi alle... sette e mezza della mattina?!?

<< Pronto? >> risposi, senza preoccuparmi di leggere il nome apparso sullo schermo mentre mi sdraiavo supina sul letto.

<< Ho un grandissimo, gigantesco, mastodontico, megagalatticamente enorme problema >> rispose una voce maschile all’altro capo del telefono.

Louis si sdraiò sul fianco e mi avvolse la vita con un braccio, continuando a dormire tranquillamente.

<< Spero che sia davvero importante, Jake, altrimenti faresti meglio a scappare dall’altra parte del Mondo per evitare la mia furia omicida per avermi svegliata così presto >> mormorai, sentendo i primi sintomi della nausea mattutina.

<< E’ assolutamente di vitale importanza! >> esclamò Jake con voce agitata.

<< Avanti spara >> sospirai, conscia che se non l’avessi ascoltato non mi avrebbe mollata facilmente.

<< Non so che regalo fare a Danny per il suo compleanno >> confessò il mio amico.

Tra noi calò un silenzio innaturale, mentre il mio cervello elaborava con attenzione le parole pronunciate da quel rincretinito gay biondo.

<< Dimmi che non mi hai chiamata alle sette e mezza del mattino perché sei in crisi su un dannatissimo regalo >> mormorai, cercando di non urlare dalla collera per non destare Louis ed il resto della casa.

<< Ovvio che ti ho chiamata per questo! Sono nel panico più totale perché non so assolutamente cosa fare a Danny >> sbottò con impazienza il mio ex amico.

<< Jake. Sei un uomo morto >> lo avvisai, prima di alzarmi a velocità sovrumana dal letto e correre in bagno per vomitare.

Quelle nausee mi avrebbero fatta impazzire.

<< Ale? Ale che succede? >> sentii chiedere da Jake.

Mi sciacquai velocemente la faccia e la bocca, riafferrando il cellulare per placare le sconnesse ed agitate parole del biondo.

<< Jake tranquillo, sto bene>> risposi per calmarlo.

<< E credi che io me la beva? Insomma mi vomiti alle sette di mattina e mi dici che stai bene? >> gridò il mio amico all’altro capo.

<< E’ normale che mi succeda >> ridacchiai, comprendendo solo in quel momento il motivo della sua agitazione.

<< Normale? No tu non sei assolutamente normale! Sei ammalata? Oddio hai preso l’influenza? Ma quale idiota si prenderebbe l’influenza in estate >> iniziò a parlare a vanvera Jake.

<< Sono incinta, non ammalata >> lo bloccai, percependo subito dopo un silenzio tombale.

<< Scusa, cosa saresti tu? >> domandò Jake alcuni istanti dopo.

<< Sono incinta. Hai presente quando una donna porta in grembo una nuova vita? Ecco, quella si chiama gravidanza >> spiegai, ridendo nell’immaginarmi la sua faccia scioccata.

<< Ok, ora prendo la macchina e vengo a casa vostra perché hai un bel po’ di cose da spiegarmi >> sentenziò Jake.

<< Non sono a casa mia, ma a quella dei ragazzi >> cercai di fermarlo, nonostante il rombo del motore della sua macchina mi fece comprendere che ormai era troppo tardi.

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