Capitolo 2

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Capitolo 2.

Il pomeriggio del giorno dopo Logan lasciò TJ a casa con lo zio e mandò un messaggio a quelli che erano i suoi amici.

"Vi aspetto al parco tra una decina di minuti. Dobbiamo parlare immediatamente"

Non li avrebbe perdonati per aver ridotto TJ ad un fantasma di quello che era veramente. Aspettò l'arrivo degli amici seduto su una panchina poco distante.

Quando arrivarono si alzò guardandoli con occhi di fuoco: «Come avete osato toccare il mio ragazzo?»

«TJ è il tuo ragazzo?» chiese uno dei ragazzi perplesso.

«Sì. Lo è» rispose lui incrocciando le braccia al petto osservandoli con aria di sfida.

Il ragazzo che aveva parlato pochi minuti prima fece per dargli un pugno, ma Logan usando lo slancio che si era dato quest'ultimo riuscì ad abbatterlo facendolo piegare in due per il dolore che il colpo gli aveva fatto provare.

Alla fine anche tutti gli altri provarono a colpirlo, ma alla fine, senza fare fatica, riusci ad abbatterli dicendo semplicemente: «Vi do due ore di tempo per andare a parlare con la polizia di quello che avete fatto a TJ se no andrò a portare io stesso i vostri documenti agli sbirri» mostrò loro i portafogli che aveva preso dalle loro tasche mentre l'attaccavano.

Il gruppo dolorante si rimise in piedi, ma Logan andò a casa.

Tranquillamente tornò da TJ e per attirare la sua attenzione gli posò una mano sulla spalla: «Stai bene? Sei pensieroso»

«Pensavo che forse non potrò più camminare ed usare la mano come vorrei per non parlare della vista» ammise il ragazzo con un filo di voce.

Quelle parole freddarono sul posto Logan che una volta ripreso si portò davanti a lui prendendogli la mano: «Sarò i tuoi occhi, le tue gambe e le tue mani, ma non smettere di lottare per colpa di questo pensiero negativo» TJ strinse la presa sulla sua mano: «Odio non vedere la tua faccia, odio vedere il buio, odio dover pesare sulle persone vicino a me»

«Basta! Non parlare così, so che è difficile, però, mi fai male» ammise Logan.

Una lacrima scivolò sul suo volto andando ad infrangersi sulla mano di TJ che sgranò gli occhi sorpreso: L'ho fatto piangere. Non deve piangere, lui non può versare lacrime per colpa mia...

«Logan... io...» disse il ragazzo cercando le parole giusto pensando: Questa situazione è assurda. Sono anni che lo amo ed adesso mi sta aiutando, eppure, ho paura che si prenda gioco di me una volta che gli dirò la verità sui miei sentimenti. So che devo farlo, siamo in due a soffrire in questo momento...

«Ti ascolto. Puoi dirmi tutto quello che vuoi, non ti giudicherò» rispose lui.

Quelle parole convinsero TJ che alla fine ammise arrossendo imbarazzato: «È dal primo anno di scuola che ti amo. Non pretendo di essere ricambiato, ma è giusto che tu lo sappia. Ti chiedo solo di non versare altre lacrime, so che le mie parole ti hanno ferito in qualche modo e lotterò con tutte le forze che possiedo per guarire e superare queste difficoltà...» non riuscì a dire altro che fu bloccato dal ragazzo che gli posò un dito sulle labbra: «Ti prego, non dire altro. Siamo stati stupidi in due per non aver trovato il coraggio di confessare prima i nostri sentimenti, ma anche tu non mi sei indifferente. Ho cercato di mascherarlo perchè non volevo accettare il fatto che la mia vita sarebbe cambiata, eppure, quando ho saputo del tuo incidente il mondo mi è caduto sopra» s'interruppe un attimo ed aggiunse: «Sono dannatamente innamorato di te e non posso che essere felice per il fatto che tu abbia iniziato questo discorso. Io non avevo idea di come dirti quello che provo senza sembrare ridicolo»

TJ sorrise divertito da quella situazione che sembrava appena uscita da un film d'amore di serie Z e sbottò: «Smetti di parlare e baciami! Ti ho aspettato a lungo che non ne posso più delle parole» Logan scosse la testa per un attimo e chiuse la bocca del ragazzo biondo coinvolgendolo in un bacio che di casto non aveva proprio niente.

Quando si separarono per mancanza d'ossigeno Logan posò la fronte contro quella del ragazzo di fronte a lui.

Il respiro caldo dell'uno accarezzava il volto dell'altro, ma TJ posò la mano sul volto del ragazzo: «Ho avvertito le campane suonare»

«Sì. Le ho sentite anch'io» ammise con un filo di voce Logan.

Sebastian si schiarì la voce attirando la loro attenzione ed il ragazzo dai capelli corvini l'osservò arrossendo imbarazzato: «Da quanto sei lì, zio?»

«Da qualche minuto. Ha chiamato Erik, dice che dei ragazzi hanno confessato di aver picchiato TJ e che saranno condanatti per agressione e lesioni aggravate» disse l'uomo tranquillamente.

Logan annuì a quelle parole e sorrise adesso il compagno poteva concentrarsi sulla sua guarigione.


Per il resto della giornata i due ragazzi andarono in giardino a godersi il sole e rientrarono solo a ora di cena per poi andare a letto.

La nascita di un amoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora