capitolo2

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Continuai a girarmi ancora intorno; da un altro punto di vista sarei sembrata scema, ma quella casa era davvero immensa ed era difficile non farlo. Andiamo, aveva addirittura una scala che portava ai piani superiori dove erano presenti delle sottospecie di balconcini!

Guardai il pacco tra le mani e ricominciai ad urlare- C'è qualcuno?-

Sentì qualcosa soffiarmi il collo, cosa che scatenò miriadi di brividi lungo la colonna vertebrale. Portai la mano sul punto toccato, facendo cadere così il pacco con un enorme tonfo. Serrai i piedi a terra e mi girai con il busto in uno scatto veloce. Non trovando niente mi girai con tutto il corpo guardando bene sia a destra che a sinistra. Niente.

Sentì un respiro caldo soffermarsi sul mio orecchio. Due mani gelide mi afferrarono i fianchi da dietro e una voce provocante iniziò a parlare- una ingenua e povera ragazzina è appena caduta nella tela del ragno-

Mi staccai con forza dalla sua presa e mi girai velocemente nella sua direzione, ma subito dovetti indietreggiare a causa della minima distanza che si era creata tra me e il ragazzo di fronte. Andai addosso al pacco e persi l'equilibrio. Una mano fu subito pronta a sorreggermi e tenermi dalla schiena prima che io potessi cadere.

Cercai di guardarlo in volto, ma con un altro gesto fluido mi fece alzare e mi portò proprio di fronte al suo viso pallido come la luna. I miei occhi si posarono sui suoi facendomi rimanere completamente inebriata da tanta bellezza. Occhi così puri, dal verde accesso simile allo smeraldo. Erano occhi veramente stupendi, ma erano completamente stonati sul suo volto provocatorio. In quel momento mostrava un ghigno divertito. Quel ragazzo mi incuteva timore.

Piegai la testa verso il basso e appoggia le mani sul suo petto, gelido come una tavoletta di ghiaccio, potendolo così spingerlo via con maggiore forza. Niente, la sua forza era troppo e non riuscì a smuoverlo nemmeno di un centimetro. Era così strano quel tocco freddo, ma era l'ultimo delle mie preoccupazioni.

Una risata di gusto uscì dalla bocca di quel ragazzo, rimbombando per tutta la sala.

Il ragazzo si piegò su di me e ricominciò a sussurrare- sei così carina ragazzina, stai cercando di sedurmi?... Non fare la timida, so che sei venuta qui solo per me. Che ragazza masochista che sei, ma non importa; anzi questo rende ancora più eccitante la situazione.- Sentivo le sue dita sfiorarmi i capelli con un gesto lento.

Io alzai lo sguardo imbarazzato e confuso sul ragazzo dal cappello nero e i capelli rossicci- ma cosa, cosa stai dicendo? io sono venuta solamente per...-

Il ragazzo poggiò con forza le sue labbra vellutate sulle mie. Di prepotenza mi schiuse le labbra e affondò con maggiore forza una mano tra i miei capelli, mentre l'altra premeva stretta sul fianco- non c'è bisogno di prendere scuse-

Con uno scatto veloce mi fece inciampare nuovamente sul pacco abbandonato a terra e cadere con forza su un divanetto. Esso era di un colore verde spento, dalla pelle scomoda e ruvida. Non era per niente confortevole; era scivoloso, rigido come la pietra e piccolo.

Durante la caduta il ragazzo sconosciuto aveva messo una gamba tra le mie e mi aveva afferrato con forza i polsi. Iniziai ad agitarmi con più forza staccando le labbra dalle sue. Girai il volto verso l'esterno e ripresi fiato. Continuai ad agitarmi per staccarmi dalla sua presa. Il ragazzo si aprì in un altra risata di gusto- carina, è così divertente vederti scalpitare in questo modo. Non ti preoccupare, a breve ti porterò al l'apice del piacere-

Con un gesto fluido mi strinse i polsi in una sola mano e portò l'altra mano sotto la maglietta. il tocco era così freddò che mi riempì di brividi le braccia. Sentì il suo naso sfiorarmi il collo che venne subito sostituito dalle sue labbra morbide e carnose. Senza volerlo un brivido di tensione mi fece tremare.

Perché, perché un ragazzo sconosciuto dovrebbe attaccarmi in questo modo! Chi è? perché è così freddo? Sembra un sogno...

Sentì qualcosa di umido lasciare una scia lungo il collo. Un ringhio di disapprovazione mi uscì dalla bocca serrata. Era una situazione così umiliante.

Mentre sentivo il ragazzo alzarmi la maglietta e salire sempre più su con la mano, un forte rumore lo bloccò.

Era un rumore simile a una botta violenta contro muro. Chiusi gli occhi per un secondo e un secondo dopo trovai un ragazzo alto dai vestiti stracciati e dai capelli chiari guardarci irritato.

Io lo guardai stupefatta ma cercai di prendere la palla al balzo e approfittai della situazione per sgusciare fuori dalla sua presa. Mentre pensai di essermi allontanata abbastanza, il ragazzo dallo sguardo provocatorio mi afferrò il polso- dove credi di andare? non abbiamo ancora finito-

il ragazzo di fronte a noi si fece ancora più furioso e iniziò a urlare- Raito! stai facendo troppo rumore e per di più questo odore di umana mi fa girare la testa!-

Non riuscivo a capire più niente, non sapevo come rispondere anche se non sarebbe servito a niente.

Il ragazzo dai capelli chiari mi afferrò con forza il polso libero e me lo strinse, facendomi uscire un gemito di dolore- mi da il nervoso guardarti.-

Lo guardai confusa- scusami io...-

Senza prestare attenzione alle mie parole mi lasciò il polso e tornò a guardare il primo ragazzo- Porta le tue sgualdrine da qualche altra parte! Non voglio essere disturbato in questo posto!-

Questo era troppo, tutta la situazione non mi dava altro che il nervoso; venire umiliata in questo modo. Guardai in malo modo il ragazzo dai capelli rosati e alzai la voce- sgualdrina ci sarai tu! io sono solo venuta a portare...-

Prima che potessi finire la frase il ragazzo mi prese per il colletto e mi alzò di qualche centimetro da terra- Ti ho detto di non rispondermi!-. Portai le mani sulle sue cercando di allentare la presa. Ero così spaventata. Mi trovavo in un covo di pazzi.

Appena tornai nuovamente con i piedi a terra un' altra mano mi afferrò il mento e mi girò la testa di lato. La figura che in questo momento avevo davanti era la figura più autorevole e diligente che avessi mai visto in vita mia. Senza dubbio incuteva paura.

Gli occhiali violacei gli davano quell'aria intelligente e i capelli neri lo facevano assomigliare quasi ad un demone.

Lui mi penetrò con lo sguardo facendomi annegare in quel mare viola che aveva al posto degli occhi. Era una figura così imponente che non riuscivo a decifrare nemmeno una frase di senso compiuto, balbettando qualche verso incomprensibile.

Dopo avermi squadrato per qualche altro secondo parlò con voce ferma- chi sei tu?


DIABOLIK LOVERS: Il destino sbagliatoWhere stories live. Discover now