Last night.

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Quel mattino mi svegliai con una tristezza assurda.
Ero partita con il pensiero di non voler lasciare casa mia, e me ne stavo per andare con il pensiero di non voler lasciare quel magnifico posto, dove conobbi persone davvero speciali.
Mi alzai trascinando la mia tristezza con me, andai a fare per l'ultima mattina colazione con gli altri.
Devo dire che la tristezza la seppi mascherare bene: avevo il magone costantemente, le lacrime che continuavano a bagnarmi gli occhi, ma che non feci mai uscire e un sorriso fintissimo.
Non volevo davvero che tutto questo finisse, fu la vacanza migliore della mia vita.
Come la solita routine, andammo alle sdraio della piscina, e stetti in acqua per la maggior parte della giornata.
Cercai di godermi quegli ultimi istanti con i miei amici, e soprattutto con Tommaso.
La sera ci sarebbe stato uno spettacolo a teatro, non avevo voglia di andarci, ma tutti i miei amici ci sarebbero andati e quindi decisi di andare con loro.
Mi sedetti vicino a Rebecca, e dall'altro lato si sedette Virginia.
Mi sarebbe piaciuto che al posto di Virginia ci fosse stato Tommaso, non potevo impedirgli di sedersi vicino alle sue amiche, ma nel frattempo ne ero tanto gelosa.
Ad un certo punto, sentii Tommaso dire che gli faceva male la schiena e subito dopo vidi con la coda dell'occhio Virginia iniziare a fargli dei grattini sulla schiena.
Ero furiosa, ma cercavo di non darlo a vedere.
Guardai Rebecca, le dissi che io me ne sarei andata, e infatti mi alzai, presi la mia sacca e me ne andai.
Rebecca mi seguì e nel frattempo parlammo un po' del più e del meno.
Poco dopo vidi che Tommaso e Daniele erano al ping pong e li raggiungemmo.
Feci l'indifferente e quando mi parlava, rispondevo in modo freddo.
Rebecca mi chiese se saremmo potute andare in spiaggia, visto che era l'ultima sera.
Le risposi di sì e chiese anche ai due ragazzi di venire insieme a noi.
Ci incamminammo e ci sedemmo sulle sdraio, in riva al mare.
Avevo uno strano presentimento quella sera.
Era mezzanotte, Rebecca e Daniele tornarono al villaggio, io e Tommaso rimanemmo soli, abbracciati sulla stessa sdraio, sotto un cielo ricoperto da tantissime stelle, il vento e il rumore delle onde.
Ero molto triste in quel momento, ma nello stesso tempo mi sentivo la ragazza più fortunata del mondo.
Non volevo andarmene e non vedere più Tommaso, il suo sorriso, il suo profumo e non elenco tutte le altre cose belle perché verrebbe un poema lungo peggio della divina commedia.
Ci stavamo coccolando, eravamo abbracciati e stavamo parlando, quando iniziò a baciarmi dappertutto, guance, naso, mento e fronte.
Ero stanca di quella tensione che si poteva quasi percepire con il tatto, quindi gli diedi un bacio sulla guancia, ma nel frattempo anche vicinissimo alle labbra.
E finalmente quella tensione si ruppe.
Finalmente ci baciammo.
Non è stato un bacio molto lungo, ma sentii di nuovo quei brividi, della terza sera, le farfalle nello stomaco e quel vuoto che ebbi, non c'era più.
Subito dopo calò l'imbarazzo, ero arrossita e non riuscivo a parlare, guardavo le stelle sorridendo, pensando che tutto questo era opera del destino.
Non poteva essere assolutamente una cosa fatta per caso.
Tornammo dagli altri, che iniziarono a riempirci di domande, e noi negammo l'evidenza.
Lo vidi strano, gli dissi che non aveva fatto nulla di male poco prima, e lui mi rispose che era solamente triste perché non sarebbe voluto partire il giorno dopo.
Verso le 2, salutati tutti gli altri, evitando di piangere ogni volta che abbracciavo qualcuno, mi accompagnò per l'ultima volta davanti alla mia camera.
Mi diede un bacio sulla guancia e mi disse che ci saremmo visti all'aeroporto il giorno dopo.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jan 23, 2018 ⏰

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