Capitolo 2

191 19 4
                                    

Correva veloce giù per la collina e si avvicinava sempre di più alla foresta. Cercava di frenare i suoi passi, ma l'altra mente era più forte. Arrivata alla soglia della foresta si fermò di colpo e cadde distesa.

Rimase in piedi per un po' a riflettere. Non capiva cosa le stava accadendo, ma sapeva che qualcuno voleva farla entrare nella foresta. Ad un tratto una voce parlò e disse: "Cos'hai intenzione di fare? Entri nella foresta o no? Non vorrei restare qui tutto il pomeriggio, quindi sbrigati a prendere una decisione!". Il tono era risentito, come se quella voce avesse subito un torto. Sarafina, in tutta risposta, si sedette sulla pietra più vicina e ricominciò a riflettere, cercando di chiudere la sua mente, in modo che nessun estraneo potesse entrarvici.

"Non ignorarmi! Alzati ed entra nella foresta! È il tuo compito e qui sono io a dirti ciò che devi fare!" Tuonò la voce.

"Ho due cose da dirti." Rispose Sarafina. "La prima: dimmi chi sei, la seconda: nessuno può dirmi cosa devo fare!"

"Pensavo che lo sapessi! Sono Longiada e sto proprio qui, sul tuo orecchio. Dovresti fare quello che dico io, perché conosco il tuo futuro e posso controllare la tua mente. Sono un drago anche io e devi portarmi rispetto."

"Non voglio fare ciò che mi hai ordinato. Ho ancora una mia forza di volontà e, se non ti dispiace, ora preferirei andarmene. Inoltre la foresta è pericolosa, nessuno vi è mai entrato e non voglio essere io la prima!"

Detto questo si voltò e ripartì a grandi passi verso casa, ma Longiada la bloccò e prese di nuovo possesso della sua mente. Fu una lotta bizzarra che durò circa qualche ora: la ragazza lottava contro sé stessa e cercava con tutte le sue forze di non entrare in quel luogo buio e freddo, nel quale regnava il male.

Alla fine Sarafina vinse la lotta e riprese possesso del suo corpo. Longiada, risentito, sbuffò e scese fino al suo braccio, per poi ingrandirsi e cominciò a rimproverare la ragazza: "Dobbiamo andare nella foresta e non puoi opporti ai miei comandi! Io sono il tuo guardiano e ho il compito di guidarti nella tua missione."

La ragazza si voltò e non disse nulla. Ora le parole del drago erano in tono di supplica: "Ascoltami! Tu sei nata per cambiare il mondo e solo tu puoi aiutarci a salvare il nostro luogo d'origine dal male."

Sarafina si girò e fissò il drago sbalordita. Poi, con un filo di voce, chiese: "Voi siete nati nella foresta?"

"È ovvio! Da dove pensavi che venissimo?" Le rispose Longiada.

Sarafina, sempre più stupita, gli chiese: "Puoi raccontarmi la storia?"

Longiada esitò, ma poi cominciò: "Siamo nati sei miliardi di anni fa, insieme alla Terra. Noi draghi siamo stati i primi esseri ad abitarla e noi abbiamo creato tutti gli esseri buoni che esistono su questo mondo.

"Dal bene è, però, nato anche il male, il quale ci ha cacciati dal nostro luogo d'origine e se n'è impossessato!" L'ira cresceva dentro di lui, ma poi, con più calma, riprese: "Ma ora sei nata tu, Sarafina, per aiutarci a riprendere la nostra foresta. È la tua missione e tutti noi sappiamo che puoi aiutarci. Ti prego! Entra lì dentro e sconfiggi le tenebre."

Sarafina si alzò e aprì la bocca per parlare, ma non ne uscì nessun suono. Si risedette sulla stessa pietra di prima. Cominciò ad esaminare il pugnale, chiedendosi cosa avrebbe potuto fare.

La decisione era di certo molto difficile e non poteva scegliere una cosa piuttosto che l'altra così, su due piedi. E poi cosa avrebbero detto i suoi genitori, i suoi nonni e tutti i suoi parenti? Avrebbe dovuto lasciarli senza dire nulla, oppure sarebbe dovuta tornare a casa immediatamente?

Longiada la fissava con i grandi occhi verdi, impaziente di ricevere una risposta dall'amica; ma lei non sapeva cosa dire.

Il drago scivolò silenzioso davanti a Sarafina e cercò il suo sguardo, ma lei voltò nuovamente la testa. I suoi limpidi occhi grigi tradivano mille emozioni: la rabbia per ciò che era stato tolto ai draghi; la tristezza per la decisione che avrebbe preso; la paura di ciò che viveva in quel luogo oscuro e l'angoscia per le tenebre che presto l'avrebbero avvolta.

Sapeva già che decisione avrebbe preso, ma non poteva ancora crederci.

Finalmente alzò lo sguardo e osservò Longiada negli occhi: "Partiamo!"

era ansiosa di dirlo ai suoi genitori, ma doveva fare in fretta, perché il drago la stava aspettando. Entrò in casa, in silenzio, e prese qualche oggetto che le sarebbe stato utile; poi scese le scale e corse fuori, in direzione della foresta. Questa volta di sua spontanea volontà. Non aveva detto nulla ai suoi genitori.

Longiada si arrampicò sul suo braccio e riprese posto sull'orecchio della ragazza.

"Sei pronta?" le chiese.

"Prontissima".

La grande estinzione||On HoldDove le storie prendono vita. Scoprilo ora