Alle sette meno dieci mi dovetti alzare per spegnere la sveglia del mio telefono. Poi mi guardai attorno e feci un salto dal letto:
"O mio dio! Oggi devo andare a scuola".
Corsi in bagno per lavarmi e pettinarmi, poi ritornai in camera e mi piazzai davanti all'armadio.
"Ecco il mio primo problema: cosa metto oggi? Questa?"dissi tirando fuori una camicetta nera
"No dai,è troppo elegante. E questi? Neanche ,troppo strappati. Va beh metto questi."
Presi così dei jeans scuri con uno strappo sul ginocchio destro,una maglietta nera con un colletto bianco e un paio di scarpe nere. Ritornai in bagno per darmi l'ultima sistemata ai capelli e mettermi del mascara. Poi corsi giù. Mia sorella era seduta su una sedia in cucina a fare colazione,già pronta con lo zaino accanto.
"Sophi non fai colazione oggi?"mi chiese Flora,la nostra domestica. "No,sono troppo agitata ,adesso ho lo stomaco chiuso!"risposi sorridendole.
"Ragazze, siete pronte?" ci chiese nostro padre scendendo le scale.
"Si papà!".
Così ci infilammo nella macchina e scendemmo davanti a un istituto grigiastro con un amplio cortile.
"Bene ci siamo" dissi con voce agitata a mia sorella. Entrammo e all'interno chiedemmo alle bidelle dove dovevamo dirigerci.
"Buon giorno, siamo Sophia e Serena Bianchi, ci hanno detto all'entrata di chiedere a lei per le nostre classi"
"Si certo! Allora Sophia in 1^A e Serena in 4^B" ringraziammo e ce ne andammo. Girammo un po' tutta la scuola e arrivate davanti alla mia nuova classe mia sorella mi fece l'imbocca al lupo e continuò la sua ricerca.
Bussai e una professoressa sulla 50 mi aprì la porta.
"Buongiorno ,tu devi essere l'alunna nuova,accomodati pure. C'è un posto per te vicino quella ragazza lì" mi disse indicando una ragazza seduta in seconda fila. Senza guardare il resto della classe feci un sorriso alla professoressa e andai al mio posto. "Allora io sono la professoressa Sanni e insegno religione. Oggi dedicheremo questa lezione alle presentazioni."
Tolsi lo sguardo dalla professoressa e salutai la mia nuovo compagna di banco.
"Piacere io sono Sophia" le dissi facendole un grande sorriso.
"Chiara" mi disse sistemandosi gli occhiali con tono basso.
Mi girai e il mio sguardo cadde su un ragazzo alla mia destra. Un ragazzo castano con gli occhi marroni,qualche lentiggine sul naso. Mi sorrise e non potei fare a meno di guardare le magnifiche fossette che gli si formarono sulle guance. Ricambiando il sorriso mi girai di scatto dato che la professoressa mi chiamò alla cattedra. Mi alzai e mi misi vicino a lei.
"Adesso ti presenterò la classe ,o meglio si presenteranno da soli, credo siate abbastanza grandi".
Ascoltai i primi nomi distrattamente,perché ero ansiosa di scoprire il nome di quel ragazzo. "Pietro" disse il ragazzo misterioso. Io rimasi quasi ipnotizzata nel guardarlo,fino a quando sentii una voce che solo a sentirla mi veniva il mal di testa
"Ed io sono Vittoria" disse una ragazza bionda con uno sguardo presuntuoso.
"E tu sei?" Mi domandò l'insegnante. "Emh ,sono Sophia Bianchi, ho quasi 15 anni e vengo da Massa una città della Toscana"
"Benissimo Sophia, siamo molto contenti di averti tra noi" disse la signora sorridendo mentre mi fece cenno di tornare a posto. Nel frattempo suonò la campanella e la professoressa se ne andò. Chiara mi disse che ora ci sarebbe stata l'ora di matematica e che l'insegnante era molto severa.
Mi iniziai a preoccupare,io e la matematica non andiamo molto d'accordo.
Entrò una professoressa sulla quarantina con degli occhiali a punta dicendo:
"Quindi chi sarebbe questa nuova alunna?" Domandò squadrando tutto la classe.
"Sono io"risposi alzandomi in piedi. "Chi ti ha detto di alzarti signorina?!" Ribatté acida.
Scusandomi mi risedetti.
"Allora signorina bianchi?Giusto?" feci si con la testa,così continuò
"Bene vieni alla lavagna e facciamo subito una bella interrogazione per vedere a che punto sei col programma".
Da quel momento iniziai a tremare. Non ero brava neanche se studiavo figuriamoci così. Mi alzai e mi diressi verso la cattedra.
Iniziò a farmi delle domande su argomenti della quale io non sapevo neanche l'esistenza. Così mi girai verso la classe per cercare aiuto. Quando il mio sguardo cadde su Pietro, che mi stava cercando di dare la risposta. Appena compresi quello che il ragazzo mi stesse dicendo,riferii la risposta all'insegnante.
"Benissimo signorina, vedo che è preparata.Ha preso un bell'otto". sentendo quelle parole il mio cuore si rilassò, anche se mi sembrava tutto troppo strano.
Infatti riprese a parlare:
"Ha preso otto, ma diviso due,un quattro per lei e un bel quattro per il suo amico Nucci che le ha suggerito la risposta. E per questo oltre al voto da recuperare dovrete andare a fare una ricerca sulla storia della geometria di Euclide con i libri che troverete nella biblioteca pubblica".
Ritornai a posto e dopo poco suonò la campanella della ricreazione. Mi diressi verso Pietro.
"Scusa è tutta colpa mia ,adesso hai preso un' insufficienza e devi andare in biblioteca. Mi dispiace moltissimo. E se vorrai per farmi perdonare la ricerca te la faccio io" stavo dicendo mentre mi interruppe toccandomi la spalla,facendomi venire i brividi.
"Non ti preoccupare per il voto lo recupererò. E a proposito della ricerca... dubito che tu sappia dove sia la biblioteca" . Non risposi ma lo guardai mordendomi il labbro.
"Come immaginavo. Se vuoi oggi pomeriggio ci possiamo andare insieme, così ti faccio conoscere la città"
"Sarebbe bellissimo, grazie mille!".
Mi sentii toccare la schiena
"Io sono Vittoria e lei è Arianna" mi disse la ragazzo bionda:
"Io sono ..." cercai di rispondere ma mi interruppe prima.
"Non mi interessa chi sei, ci tengo solo a dirti che qui non sei nessuno .Quindi non pensare di venire in questa scuola e pretendere di essere al centro del mondo" disse con tono alto mentre si allontanava. Mi rigirai e mi sorpresi quando vidi Pietro ancora lì.
"Allora oggi alle tre ci incontriamo fuori scuola,così possiamo andare a piedi ,tanto non è lontana la biblioteca da qui"
"okay perfetto!" Dissi mentre suonava la campana di fine intervallo.
Passarono velocemente altre tre ore seduta al banco, talmente che non mi resi conto che stava suonando la campanella. Uscita trovai mia sorella. Le corsi incontro e le dissi:
"A casa ti devo dire una cosa" e lei mi guardò con uno sguardo malizioso.
Entrai in macchina salutando mio padre ,poi gli dissi :
"Papà oggi devo andare con un'amica a fare una ricerca per la scuola mi dovresti portare alle tre meno dieci fuori scuola"
"Se è per la scuola va bene" perfetto, se l'era bevuta.
Appena entrate in casa feci cenno a mia sorella di salire.
"Allora dimmi Sophi cosa è successo?" mi chiese mia sorella con tono asioso.
"Oddio Sere in classe mia c'è un ragazzo troppo simpatico e carino,non puoi capire" ma lei mi interruppe dicendomi :
"Domani lo devo assolutamente vedere, sono contentissima per te! Invece in classe mia non ce ne è uno che si salva" disse sbuffando.
"Fammi finire dai! Allora oggi mi ha interrogato a matematica e come al solito non sapevo la risposta e lui, questo Pietro, mi ha suggerito la risposta. La prof. se ne è accorta e ci ha messo quattro a tutti e due. E per di più per domani ci ha dato da fare una ricerca in biblioteca." Mia sorella mi guardò un po' poi mi disse:
"Dai guarda il lato positivo,ti ha aiutata lui quindi ci tiene".
Io la guardai sorridendo poi continuai
"No! Il lato positivo è che mi ha invitata a fare la ricerca insieme a lui e poi mi mostrerà la città".
Mia sorella mi prese per mano e iniziò a saltare sul letto dalla felicità, come se le avessi detto che mi sarei sposata a breve.
"Ma c'è un problema Sophia! Come fai con papà? Sai come è fatto, non ti lascerebbe mai uscire con un ragazzo" "Appunto! Mi devi aiutare! Non posso e non voglio dire di no a Pietro per paura di essere scoperta, quindi se tu dicessi a papà che ti serve una mano con i compiti e non lo facessi uscire mi faresti un favore gigantesco".
Mia sorella non esitò un attimo a dirmi che mi avrebbe aiutata. Così la abbracciai ringraziandola.
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DREAM- Un sogno nel cassetto
ChickLitSophia è una quindicenne piena di sogni. Un giorno il padre le comunica che si dovranno trasferire. La tristezza dei primi momenti verrà subito superata grazie a una grande amicizia, ma soprattutto grazie al suo primo vero amore. Non mancheranno per...