la conclusione della notte più lunga dell'anno

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Sago uscii in lacrime di casa e si accasciò a terra appoggiato al muro e li vi trovò un uomo con un cappello simile a quelli utilizzati dai cacciatori delle pianure con una piuma verde in cima,indossava abiti che non davano nell'occhio: una camicia di qualche misura più lunga di colore nero ed un paio di pantaloni marroni; l'uomo era appoggiato di schiena al muro e, senza voltarsi verso Sago, disse:"credi che nessuno ti abbia visto? Bé, caro mio, ti sbagli di grosso, il mio nome è Andrade, ed il mio unico obbiettivo è quello di monitorare talenti come il tuo" detto ciò si voltò verso Sago e gli tese una mano, poi aggiunse:"mi vedrai spesso in giro, ma non potrò mai aiutarti, va contro i principi del mio ordinamento!" Sago prese al mano e si tirò in piedi ,poi disse:"di che tipo di talenti parli?" "l'arte della piromanzia" aggiunse Andrade "sono veramente pochi i piromanti in circolazione ed anche a Versalt iniziano a scarseggiare, non vorrei mai che un talento cristallino come il tuo andasse sprecato" "come fai a dirlo? Insomma mi hai visto soltanto una volta..." allora Andrade iniziò a contemplare il celo stellato e disse:"Vedi... la piromanzia è un'abilità che viene da dentro, per mezzo di una fiamma che ciascuno di noi ha, che viene convertita per utilizzare le varie piromanzie" "che vuol dire? Ogni qual volta decida di attingere alle piromanzie perdo un pezzo di me?" "no no, pensala come se fosse una sorta di batteria, che si carica e scarica ogni secondo, la ricarica è estremamente veloce, ma non potrai impiegare più fiamme di quelle immagazzinate, con l'allenamento potrai migliorare sia la velocità di ricarica della fiamma sia quantità immagazzinabile" Sago sembrava al quanto confuso, poi disse :" i-io non lo so, so solo che in questo momento mi trovo in mezzo ad una strada senza nulla che non sia questo zaino" Andrade gli lanciò un sacchetto con all'interno un mucchio di monete d'oro, allora Sago disse:"gr-grazie, ma sono un sacco di soldi..." "tu non preoccuparti, promettimi solo che non lascerai sprecare il tuo talento" Sago si chinò nuovamente verso i sodi accennando un sorriso, poi aprì bocca e disse:"non ho ben capito perché, ma lo farò" alzò nuovamente lo sguardo e vide il suo salvatore allontanarsi facendo uno strano saluto: pugno chiuso alzato a metà altezza(in corrispettivo con la testa),forse era un saluto tra piromanti? Sago andò all'unico hotel presente in paese ma non appena si trovò dinnanzi al portone venne fermato da una mano che lo tirò in dietro, era la mano di Genhart che gli disse :"vedi... per stanotte puoi dormire a casa mia, ti devo la vita in fondo" Sago non se lo fece ripetere due volte e non appena arrivarono dentro all'abitazione Genhart disse:" tu puoi dormire nel letto di sopra, per qualunque cosa io sono nella stanza accanto " era una bella casa, umile ma dignitosa, il pavimento ed i mobili erano un po' impolverati, sintomo di una scarsa attitudine alla pulizia dell'uomo, "perché ti sei fermato? Qualcosa non va?" disse Genhart mentre si toglieva l'elmo di servizio "n-no, tutto apposto, andiamo" Sago si soffermo per un momento a guardarlo senza elmo: era alto, capelli ed occhi castani con un accenno di barba anch'essa castana con qualche accenno di bianco qua e là tra barba e capelli, dal suo volto spiccava una cicatrice vicino alla tempia destra che si estendeva fino alla guancia. Genhart si accorse che il ragazzo stava osservando proprio la cicatrice ed allora la sfiorò leggermente,sorridendo, poi disse:"scommetto che vuoi sapere come ho fatto questa, fu proprio il piromante di cui ti avevo parlato prima, mi salvò la vita..." "temo di non capire, come ha fatto a salvarti se ti ha sfigurato?" "ora che ci penso non è facile da spiegare, e poi sono troppo stanco per raccontare, rischierei di non dare la giusta enfasi al racconto, se sei d'accordo direi di procrastinare fino a domani" "sono d'accordo, sono successe troppe cose stanotte, non avrebbe senso aggiungerne altre" Genhart sorrise poi disse :"in fin dei conti non sei un cattivo ragazzo, adesso saliamo". Sago entrò nella stanza che Genhart gli aveva designato per quella notte, ma non appena entrato sentii come un brivido gelido alla schiena , aveva come la strana sensazione che li, in quella stanza ci fosse stato qualcuno di importato, ma adesso sicuramente non c'è più; la stanza era illuminata dal bagliore lunare che entrava dall'enorme finestra situata nella stanza, e questo gli permetteva di vedere che i pochi mobili che c'erano in camera(un armadio ed un comodino) erano impolverati, sintomo di uno sporadico utilizzo della stanza, ma Sago aveva ancora una strana sensazione, come se ci fosse qualcosa in quella misera stanza che lo mette a disagio, forse per la stanchezza non diede molto credito a quelle sensazioni e decise di mettersi a letto. Intanto nell'altra stanza Genhart si toglieva l'armatura per mettersi un più comodo pigiama ed andò in bagno, e si sedette sul WC, nel mentre vari ricordi affollavano la sua mente, tanto che decide di riviversi tutte le sue avventure, tutti i nemici sconfitti con un fendente di spada o di quando per vivere bastava avere un arma e cavarsela con le parole, perché si, anche Genhart fino a 10 anni prima era un "teppista" proprio come lo è adesso Sago; aveva uno sguardo che inquietava timore a chiunque, non aveva bisogno di nessuno. Si alzò del water ancora sorridente quando arrivò allo specchio e si diede un rapido sguardo, raggelò, era ingrassato, invecchiato, ed aveva addosso un pigiama rosa, pigiama che, insieme a tutto il resto, simboleggiava la sconfitta del suo spirito di guerriero, come se ormai la sua spada avesse lasciato il posto a pantofole e pigrizia, pur non essendo molto vecchio come età, in quel momento si sentì lo spirito di un anziano, che ogni giorno non fa altro che rimuginare sul passato, non aveva moglie o figli, era solo, solo con la sua pigrizia; fece come se stesse inghiottendo un boccone amaro e poi fece una faccia come se stesse combattendo con un se interiore. Qualche ora dopo Genhart e Sago dormivano serenamente quando sentì picchiettare sul vetro della stanza; inizialmente tentò di ignorarlo, ma era come se quel picchiettio gli colpisse direttamente il cervello. Sago si voltò verso il vetro e vide che fuori dalla finestra vi era un'uccello con nel becco una busta. Sago andò ad aprire, e non appena lo fece, l'uccello iniziò a sbattere le ali facendo spaventare l'assonnato Sago; l'uccello iniziò a volare , fino ad arrivare sul letto; arrivato lì fece cadere la busta e si mise sotto un raggio lunare che l'illuminò: era una sorta di piccione, che però indossava una specie di armatura nera, compresa di elmo, che lo faceva apparire  molto più bello; portava un braccialetto alla zampa che faceva pensare al fatto che appartenesse ad un avicoltore.Dopo qualche minuto il piccione volò via dalla finestra che Sago aveva lasciato accidentalmente aperta . Sago non riuscì a resistere ed aprì la busta: li vi trovò due pagine che, però, erano illeggibili a causa della scarsa luce della stanza.


la fiamma che tutto cela e tutto rivelaWhere stories live. Discover now