Si narrava che vi fosse un uomo saggio nel mezzo della giungla. Si diceva che egli conoscesse tutte le risposte a tutte le domande e per questo molti avventurieri erano disposti ad affrontare numerose insidie per parlargli.
Abdul fu uno dei pochi che riuscì a raggiungere le rovine in cui il saggio abitava. Arrivò alle soglie di un arco in pietra, totalmente avvolto dalle rampicanti e lo trovò poco più in là, seduto davanti a sé, con le gambe incrociate. Non pulì nemmeno la spada dal sangue dei mostri che aveva affrontato, che subito volle parlargli.
- Oh, saggio che abita queste rovine, è vero che tu conosci la risposta a ogni domanda? -
- È così. - Rispose il saggio.
Abdul rallegrato chiese. - Allora saggio, io ti chiedo: esiste dio? -
Il saggio rispose. - Questa non è la domanda giusta. -
Abdul fu contrariato. - Allora saggio, qual è la domanda giusta? -
- Questa è la domanda giusta. - Rispose il saggio.
- Non capisco, saggio. - Disse Abdul disorientato.
Il saggio lo osservò in silenzio, poi parlò.
- Io conosco la risposta alle tue domande, ma so che non ti piacerà. -
- Ti prego saggio, qualsiasi sia la verità io voglio saperla. -
Il saggio fece un sospiro prima di parlare.
- Va bene, un dio esiste, ma non è quello della tua gente o di altri che abitano questo mondo. -
- Non importa, a me basta sapere la verità. -
Il saggio sorrise. Poi Abdul proseguì.
- Dimmi saggio, se questo dio esiste perché al mondo c'è tanta miseria e tanta disperazione? Forse questo dio è limitato e non è abbastanza potente da risolvere i nostri problemi? -
- No, questo dio è potente oltre ogni nostra immaginazione, se volesse, domani potrebbe spegnere il sole con estrema facilità. -
- Allora forse, non conosce la miseria e la sofferenza che pervadono questo mondo? -
- No, egli conosce ogni cosa di questo mondo, se ci fosse qualcosa che non conoscesse gli basterebbe pensarla ed essa diverrebbe realtà. -
- Ma allora, perché egli ci ha creato così miseri e addolorati? - Chiese Abdul sconfortato.
Il saggio scosse la testa. - Tu non vuoi conoscere la risposta. -
- Certo che si, io voglio sapere la verità. Ti prego saggio, ho affrontato molti pericoli per giungere fin qui e avere questa conversazione. -
- Eppure vedo che ti stai perdendo in futili domande, senza arrivare al vero punto della questione. -
- Qual è il punto della questione, oh saggio? -
- Questo è il punto della questione. - Rispose.
- Non ti seguo, saggio. - Fece Abdul confuso.
Il saggio attese un momento prima di rispondere.
- Tu credi di aver affrontato un lungo viaggio, ma questo viaggio in realtà non è mai avvenuto. - Spiegò il saggio.
- Ma come saggio? Io non ho mentito, ho attraversato mari, deserti e giungle per arrivare fin qui. Come può tutto questo non essere mai avvenuto? -
- Vedi, tu credi di dire il vero, ma questo non significa che ciò lo sia. -
Abdul aggrottò le sopracciglia.
- In realtà il mondo che conosci è stato creato un momento prima che tu varcassi quella soglia. - Disse il saggio.
- Questo non è possibile! Io ho ricordi della mia vita passata e so che il mondo è vecchio più di mille anni. -
- Giovane ingenuo. Quando dio creò il mondo, non si preoccupò di curarne ogni aspetto, a lui interessava solo questa conversazione. I tuoi ricordi ti sono stati consegnati nel momento in cui sei stato generato assieme alla tua spada già sporca di sangue di mostri mai affrontati. -
- Ma come ti permetti saggio? Come osi screditare le mie azioni? - Disse Abdul adirato.
- Le tue azioni sono state decise da dio, tu non avevi alcuna scelta se non quella di rispettare la sua volontà. - Rispose con estrema calma il saggio.
- Ora basta saggio! - Urlò Abdul rabbioso. - Come fai ad essere sicuro delle tue risposte? E perché credi di sapere ogni cosa? -
- Perché le mie parole sono quelle di dio. - Disse il saggio.
- Ma... - Balbettò Abdul.
Improvvisamente la pelle dell'uomo saggio si frantumò come porcellana e un'ombra luminosa intrappolata al suo interno si eresse fino al cielo. L'ombra parlò con voce profonda.
- Tu giovane avventuriero, nella tua falsa vita hai sempre messo in discussione l'esistenza di dio, senza mai preoccuparti della tua. -
- State forse dicendo che io non esisto? - Disse Abdul fissando l'ombra con timore.
- Giovane avventuriero, sapevo che la risposta non ti sarebbe piaciuta, poiché io decisi così. Ma ora che ho risposto alla tua domanda non ha più importanza. Poiché presto la tua vita fasulla avrà fine. - Asserì con freddezza l'ombra.
- Com'è possibile? Ogni cosa da me detta o fatta, è stata decisa da voi! E ogni cosa da me provata era solo un'illusione! Tutto solo per arrivare a questa conversazione? - Domandò Abdul con il cuore in gola.
- È così. - Rispose l'ombra.
- Io però non voglio morire, anche se questa vita è solo un grosso inganno, io voglio continuare a vivere. -
- Non ti preoccupare giovane avventuriero! Non sentirai alcun dolore, il tempo del tuo mondo si fermerà per sempre e non scorrerà oltre. - Lo rassicurò l'ombra.
- Capisco, ma ti prego, lasciami provare questa falsa esistenza ancora per un po' di tempo. - Lo implorò Abdul.
- Mi dispiace, ma non posso farlo. - Disse l'ombra con un briciolo di compassione.
- Perché no? - Chiese Abdul disperato.
- Perché questa conversazione è giunta al termine, e con essa la tua vita. -

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Storie depresse.
Short Story7 storie brevi e depresse scritte di mio pugno. Ognuna di esse può deprimere in modo differente. Tutti e 7 i racconti sono assolutamente discutibili, dunque per ogni domanda, critica o insulto non risparmiate caratteri nei commenti. - Non adatto a c...