'Non si hanno dati certi sulla
fondazione di Roma,ma sicuramente ci fu una dinastia di re.' Quella lezione pareva infinita. Io detestavo storia:era noiosissima. Ogni mercoledì alla quinta ed ultima ora,quella donna blaterava ininterrotamente per 60 minuti riguardo ad argomenti inutili,a mio parere. Mi guardavo intorno e nessuno dei miei compagni di classe stava prestando attenzione al docente. C'era chi messaggiava o giocava con il cellulare,chi disegnava,chi ascoltava la musica. Facevano di tutto pur di distrasi e non crollare in un sonno profondo.
Mi misi a seguire con lo sguardo ogni singolo movimento delle lancette di quell'orologio blu che creava uno strano contrasto con quella spoglia parete gialla.
Il mio unico pensiero era solo più:'Dai,mancano solo più cinque minuti.'
Ad un tratto la professoressa chiuse quell'orrendo libro con la copertina di un marrone tristissimo e disse:'Ragazzi,la prossima settimana ci recheremo ad Alessandria per assistere ad una rappresentazione teatrale sulla fondazione della città di Roma. Mi raccomando,portate dieci euro entro sabato mattina.'
Non sapevo se essere felice o no. Forse uno spettacolo sarà ancora più noioso di sentire lei in classe oppure chissà,magari gli attori saranno bravi e renderanno il tutto migliore. Ma chi stavo cercando di illudere? Per dieci euro,con il pullman compreso,chissà che compagnia ci sarà.
Finalmente la campanella suonò e dopo aver salutato la profia mi recai il prima possibile fuori da quell' edificio.
I giorni passarono abbastanza velocemente ed in poco tempo mi ritrovai su una sottospecie di pullman pidocchioso diretto ad Alessandria.
L'unica cosa che mi stava rendendo felice era la musica che risuonava nelle mie orecchie. Amavo viaggiare,anche se magari dovevo spostarmi di pochi chilometri. Mi faceva 'staccare la spina' dal mondo per un po'. 'Solari.' Quella voce monotona inturruppe i miei pensieri.
'Presente' gridai per farmi sentire tra tutto quel vociare di ragazzi sul bus.
Il mio entusiasmo era pari a zero. Non avevo nessuna e nessunissima voglia di andare ad una rappresentazione teatrale sui Romani.
Dopo una mezz'oretta circa di viaggio arrivammo davanti ad un misero teatro,insomma,nulla di che.
Ci recammo al suo interno e delle strane persone che si credevano divertenti facendo battutine fuori luogo ci diedero dei biglietti per accedervi.
'Iniziamo bene!' mi sussurrò una mia amica mentre stavamo cercando i nostri posti. Mi lasciai scappare una risatina: aveva perfettamente ragione.
Dopo una decina di minuti il chiacchiericcio cessò e le luci si spensero. Una serie d'attori alle prime armi si susseguirono su quel palco di modeste dimensioni. Certo,non era male ma non era neanche divertente e scorrevole. Durò quasi due ore,sembrava che non volesse finire più. Ad un certo punto ho rischiato di addormentarmi, com'era accaduto a molte persone lì presenti. Anche la professoressa,seppur amante di queste cose,non sembrava essere entusiasta di questa sua scelta. Al termine di questa rappresentazione davvero soporifera ci recammo verso l'uscita del teatro.
'Tra mezz'ora vi voglio radunati tutti qui davanti al teatro per tornare al pullman ed a scuola. Adesso potete girare un po' liberamente per la città ma,insomma,non allontanatevi troppo.'
Wow,avevamo 'addirittura' mezz'ora di libertà in una cittadina piemontese.
Decisi di infilarmi le cuffiette nelle orecchie e di farmi un giretto nel centro storico. Avevo proprio voglia di starmene un po' per conto mio. Detestavo la maggior parte dei miei compagni di classe. Non andavo d'accordo con quasi nessuno e non avevo legato particolarmente a differenza di tutte le scuole precedenti. La cosa un po' mi dispiaceva, però ormai ci avevo fatto l'abitudine. Mi recai verso la sinistra della piazza relativamente grande e presi una vietta carina,con qualche negozietto.
continuai a camminare per qualche metro a testa bassa pensando alla mia vita ed alle mie scelte. Forse ero sbagliata per le altre persone. Non era la prima volta che ci pensando. Perché non mi accettavano? Le mie insicurezze stavano prendendo il sopravvento sul mio corpo e la mia mente. Mi piantai per la strada continuando a fissare quel marciapiede grigio e spento. Strinsi i pugni ed una voce urlò 'basta!' nella mia testa.
Venni scaraventata contro un muro di un negozio sulla mia destra ed inevitabilmente caddi per la perdita di equilibrio.