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Mara

«Festa di Halloween martedì sera a casa mia verso le 20:30 con buffet e bevande. È richiesto un abbigliamento a tema, poiché il costume più originale verrà premiato dalla sottoscritta. Vi aspetto per ridere di paura in compagnia! Roberta»

Edoardo finisce di leggere tutto d'un fiato quello che sembrerebbe un invito ad una festa, ma io sono troppo occupata per starlo a sentire perché gli appunti di Fisica sono molto più importanti di ciò che scrive sul gruppo classe la nostra insopportabile rappresentante d'Istituto, solo per avere attenzioni e approvazioni altrui.

Quindi, mentre annuisco distrattamente con una penna in bocca e due quaderni aperti tra le mani, cerco di capire se i miei appunti presi una decina di minuti fa coincidono con quelli del mio migliore amico, il quale resta fermo in piedi di fianco a me.

Sono una frana in Fisica, e anche se è una delle materie d'indirizzo richieste dal Liceo Scientifico, è l'unica che disprezzo in continuazione perché non riesco ancora a capirla, sebbene mi trovi a frequentare il quarto anno di superiori.

È più forte di me, io e la Fisica siamo due cose completamente diverse che non potranno mai andare d'accordo tra loro...nemmeno se sforzassi di più il mio povero cervello che implora aiuto ogni volta in cui lo costringo ad assorbire le diverse formule da imparare a pappagallo...come se si rifiutasse di farle diventare parte della mia memoria.

Sento Edoardo sbuffare sonoramente nel momento in cui si accorge della mia scarsa attenzione a ciò che ha appena letto dal suo cellulare e, senza dire nulla, mi strappa dalle mani il suo quaderno di modo che non possa più controllare i miei appunti presi di corsa. Insopportabile!

«Ma che fai? Non vedi che sto lavorando per salvarmi il culo da una prevedibile insufficienza?!» gli urlo contro dopo essermi tolta la penna di bocca, cercando di riprendermi il quaderno, ma invano, visto che lo sventola in aria con una sola mano ed io, non essendo alta quanto lui, appaio ridicola nel cercare di abbassargli il braccio a tutti i costi.

«Hai un intero weekend da impiegare nello studio e vuoi metterti a copiare i miei appunti proprio adesso, nel bel mezzo del corridoio della scuola ormai vuota e dopo l'ultima ora del venerdì?» ribatte il giocatore di basket secchione, che si prende gioco di me come fossi la sua sorellina Patrizia, di appena sei anni.

«Prima di tutto non stavo affatto copiando, ma solo controllando che tutto coincidesse, e poi sai benissimo che casa mia diventa un inferno durante il fine settimana» gli faccio presente, continuando ad agitarmi per raggiungere il suo lungo braccio che tiene in ostaggio la mia salvezza cartacea, impregnata di formule assurde scritte con la penna biro.

«Solo perché hai delle pesti come fratelli che ti deconcentrano, non significa che tu debba restare a casa a fare i compiti. Potresti venire tranquillamente da me. Sei sempre la benvenuta» mi dice, facendo spazio ad un sorriso sincero sul suo viso ovale che nella parte superiore accoglie due perle azzurre al posto degli occhi, mentre abbassa lentamente il braccio per ridarmi indietro il quaderno...o, almeno, è quello che spero che faccia.

Come previsto, me lo porge con cautela ed io non perdo tempo ad accaparrarmelo per poi stringerlo forte al petto come fosse qualcosa di prezioso. Beh, in questo momento lo è...le sue pagine scritte a mano potrebbero farmi prendere un bel voto nella prossima verifica del trimestre.

«Dimentichi che io non abito a Grosseto come te e che per raggiungere casa tua partendo dalla mia ci vuole quasi mezz'ora di viaggio...non voglio creare altri problemi a mio padre costringendolo a portarmi in macchina e poi devo badare a quelle pesti, altrimenti sarà un delirio» mi giustifico in tutta sincerità, ben sapendo che mia sorella minore Debby non riuscirebbe a sopravvivere con Gabriele e Filippo nemmeno per un secondo se dovessi lasciarla sola con loro.

Resta per vincere, torna per amore #Wattys2018Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora