#033 - Missione: fermare il drago velenoso a tutti i costi

79 7 10
                                    

«Drago-volpe... Fusione?» quelle furono le uniche parole che potettero uscirmi dalla bocca, poiché la confusione e uno strano presentimento alla spina dorsale non mi permettevano di pensare ad altro se non a quel nome. O almeno, finché non cominciai a chiedermi sull'identità di questa creatura: da come si chiamava, si poteva subito capire che si stava parlando di un mostro Fusione. La cosa strana, però, era come iniziasse questo nome. Insomma, era un drago o una volpe?
«Precisamente. E posso chiaramente leggere dal tuo sguardo che non possiedi neppure il suo ricordo, ma non dovrebbe essere un compito troppo arduo per te recuperarlo.» replicò malyi, socchiudendo poco a poco i suoi occhioni rosei prima di tornare a parlare senza indugi. «Si tratta di una creatura estremamente potente, tanto che si narra che il suo potere sia infinito. È inoltre in grado di manipolare gli esseri viventi attraverso l'oscurità che si annida nel loro cuore, e sfrutta questi poteri a suo vantaggio per far giustizia su chiunque osi mancargli di rispetto o anche denigrarlo... Anche arrivando a farli eliminare a vicenda, se la voglia non gli manca, e direi proprio che per lui un caso di questo tipo non arriverà mai. La sua essenza è tutt'un concentrato di odio, rancore, pura malvagità. E si nutre di questi sentimenti per incrementare il suo potere e puntare a diventare la creatura più intoccabile, persino arrivando a raggiungere il livello del mostro Fusione più potente e temuto che esista, guadagnandosi al fianco di quest'ultimo l'importante titolo di "Drago Fusione".»
Ascoltai l'interessante discorso della volpina con le labbra che nel frattempo si erano separate a mia insaputa, mostrando in viso un'espressione di stupore e abbastanza presa da com'era iniziato quel racconto. Mille altre domande mi rimbombavano ancora nella testa, ma capii che dovevo prestare pazienza e sopratutto attenzione. «Possiede un carattere più sadico di quanto si potrebbe immaginare. Niente sembra riuscire ad smuovere quel suo spirito afflitto dall'oscurità, e visto che come ti ho detto ne è composto, non dovrebbe essere possibile. Il suo potere distruttivo è così immenso da poter disintegrare un'intera cittadina col solo movimento di un suo arto o ancora peggio, delle sue nove e possenti code, nell'arco di pochi istanti. E, potrà sembrarti strano, ma la sua corporatura è un incrocio tra quella di un drago e quella di una kitsune: o almeno, possiamo dire che si tratti principalmente di una volpe a nove code con alcune caratteristiche di un drago. Un esempio può essere la sua dentatura, capace di intrappolare qualsiasi sua preda in una morsa da cui non potrà avere scampo, o i suoi artigli che possono lacerare anche l'acciaio più resistente. Neanche a noi ci è possibile spiegarci il perché di tale fenomeno, sappiamo soltanto che il suo dna deve aver subito con gli anni dei cambiamenti influenzati da un qualche cosa che ha permesso questa specie di metamorfosi del suo stato genetico. Dimmi, ora. Non ti viene in mente nulla di un essere che corrisponde a queste descrizioni? O stai per farti un'idea? Perché da qui non percepisco niente di tutto questo...»
Mi sforzai di fare quel che mi aveva chiesto, socchiudendo gli occhi: in questo modo, sperai di ottenere una buona concentrazione nello assimilare e radunare tutte le caratteristiche da lei dettate. Era difficile immaginare un essere il cui aspetto esteriore era quello di una kitsune ma con delle parti del corpo di un drago, tant'è che la mia immaginazione si era fermata lì, mostrandomi solamente una grossa ombra offuscata che non mi aiutò per niente. Tuttavia realizzai un particolare, ossia quando malyi mi aveva chiesto se potessi ricordare qualcosa a proposito di questa belva. Significava che l'avevo già vista in passato?
«Gnam gnam... Slurp... Mmh! Perché non-mhm... fai prima a dirle che fino a qualche tempo fa era il suo mostro più potente? Mhmmm quanto cavolo è buono, ME LO MANGIO IN UN BOCCONE!» si intromise ancora una volta quel golosone di sericea, facendo sollevare la ciotola di tofu con una zampetta per portarsela letteralmente in faccia: così facendo, poté continuare ad ingozzarsene ad un ritmo sempre più veloce, a volte scordandosi addirittura di masticare i cubetti ma per com'era affamato non se ne importò un fico secco e proseguì come se niente fosse a mangiarseli tutti come se non avesse toccato cibo da mesi.
«Come? Il mio... mostro più potente?» rimasi sbalordita, era tutto quello che potevo fare oltre che ascoltare i discorsi della volpina. Quest'ultima, col suo solito freddo sguardo, si voltò alla sua destra dove il suo caro bel fratello stava divorando senza freno tutto il tofu e nessuno gli avrebbe impedito di ingoiarsi anche la ciotola.
«Non affrettiamo le cose, sericea. Deve capirlo da sé. Questa è la sua prova... Una prova la cui soluzione è uscita da quella tua eccessiva parlantina. Tutto sommato, credo proprio che non ci sia ancora ben arrivata. La sua mente, al momento, è un miscuglio di pensieri che non fanno che confondersi e disperdersi fra loro, creando una confusione così vasta che le è strettamente difficile capire cosa le sta intorno. Del resto, anche questo è normale.» ribadì la sorella con severità, pur sempre senza perdere il suo stabile temperamento, incrollabile come il ghiaccio in pieno inverno. Il gemello non poteva nascondere una smorfia stizzita, mai che riuscisse a farle perdere il controllo di quell'atteggiamento calmo pure se dovesse giungere un magnitudo di alta frequenza, perché anche in quel caso saprebbe come uscirne incolume senza nemmeno sforzare quella sua mente più sviluppata di quanto ci si potrebbe aspettare da un suo simile. E, cosa più importante, subito dopo quel brevissimo scambio di parole non fu considerato minimamente, la concentrazione della volpe bianca era fin troppo concentrata sull'attuale questione di cui mi stava parlando ma una giustificazione l'aveva: si trattava di qualcosa di urgente che non poteva attendere oltre. «Credo però che dovremmo rimandare questo discorso a un'altra volta. Rosa. Dusylell non mi ha solo confessato della forte energia che ha da poco emanato Drago-volpe Fusione... E questo che sto per raccontarti potrebbe spiegare il perché fino ad adesso non ha mai avvertito la sua forza ad una distanza molto ravvicinata. Devi sapere che, tramite le sue doti telepatiche che gli consentono di mettersi in contatto con mostri composti come lui da energia Fusione, ha potuto inviarci un messaggio che ha l'assoluta priorità su tutto. Lui è tornato. E la sua ira dev'essere fermata a qualunque costo.»
Corrugai la fronte a quel "lui". Sericea, intanto, aveva appena terminato il suo pranzetto da cui ne fu uscito con briciole bianche sparse ovunque lungo il suo muso e un po' sopra le sue zampe — poggiandone una sulla ciotola, di conseguenza le aveva macchiate entrambe poiché, senza neppure che se ne fosse accorto, dei pezzetti di cibo ci erano scivolati sopra. Ma non fu un problema: gli bastò passare la sua lingua sulla loro superficie, gustandosi appieno quel leggero sapore che si poteva riuscire a percepire nel suo senso del gusto. Proseguì poi col pulirsi la bocca, riservandole lo stesso trattamento mentre le orecchie si agitavano ad ogni tocco della punta della lingua con ciò che restava di quella prelibatezza. «Mmm... Non fare la misteriosa, malyi, lui chi?»
Una tetra aura di un tono violetto alquanto oscuro, la stessa che aveva manifestato quest'ultima in precedenza, circondò man mano il suo tenue corpo illuminando le sue iridi rosa con una luce a dir poco accecante al solo incrocio della vista. Un segno evidente che ciò che stava per rivelarci non sarebbe stato qualcosa di tanto gradevole come avremmo voluto pensare, ma questo era chiaro a prescindere dal fatto che dovessimo dare un freno a questo essere misterioso. «Ebbene... Si tratta di Drago Fusione Veleno Affamato.»
A sentir pronunciare quel nome, improvvisamente mi sfuggì un battito. La motivazione era ancora da scoprire, ma in qualche modo, quel nome mi tralasciò uno strana sensazione nell'aria circospetta. Forse potevo averlo già sentito da qualche parte... ma quando, e perché? Avevo uno sfrenato bisogno di saperlo, un bisogno venuto dal nulla e che adesso stava cominciando a perseguitarmi. Sopratutto quando mi ronzò continuamente in testa come un disco rotto.
«Drago Fusione Veleno Affamato... Drago Fusione... Veleno Affamato...»
«Esatto. E l'unico modo che hai per farti un'idea di chi esso sia è incontrarlo faccia a faccia. Questo è il tuo dovere, per evitare che la sua distruzione incomba su questa città, ma soprattutto, su di te e lo stesso Yuri. Infatti, quell'umano è colui che ha avuto l'onore di aver ereditato il potere di una delle creature più inarrestabili al mondo. Ma se c'è una persona che può fermarlo dai suoi desideri di devastazione, Rosa... quella sei tu.» sollevai la testa precedentemente abbassata, fissandola con occhi allargati. Ero quasi certa di non aver sentito male. Io avrei dovuto... fermare un drago?
Vulpesericea si mostrò interessato all'argomento, ma la cosa più strana era che per quanto vivace potesse essere, aveva assunto sulla faccia l'immagine di un'espressione impavida e risoluta. Chiaramente era consapevole di chi si stesse discutendo, di qualcuno da non sottovalutare affatto. «Ne sei certa, sorella? Vuoi sul serio mandarla sul campo di battaglia, nelle condizioni in cui si trova? Non era meglio che continuassi con lo scherzo di prima, che aggiungerei, è stato di grande aiuto?»
«Hai colto nel segno, vedo. È necessario, sericea. La rabbia di quell'essere è troppo potente purché Yuri possa darvi un freno con le sue sole forze... sempre ammesso che lo voglia. I caratteri di questi due elementi, dopotutto, coincidono alla perfezione.» rispose quest'ultima, sistemandosi accuratamente il folto pelo del capo, pur sempre restando concentrata sulla mia figura sbiadita dalla quella nuova confessione. Avrei giurato che il mostro più forte di Yuri fosse la sua fidata Chimerafflesia, con cui sbaragliava qualsiasi tipo di fastidio riuscendo a cavarsela da qualsiasi situazione, anche quella più ardua e complessa. Ma a quanto pare mi sbagliavo.
«Un momento... Chi dice che voglia intromettermi in questa faccenda? Dopotutto, se si tratta di una misera cittadina e quello psicotico da quattro soldi, preferirei piuttosto gettarmi da un precipizio.», «Non è quello che vorresti dire davvero, se conoscessi meglio le circostanze. Ma queste sono solo mie supposizioni... Leggere le emozioni umane, cosa che siamo in grado di fare, è contro le regole. Sono certa comunque che i tuoi sentimenti, quelli che un tempo mostravi senza alcun timore nei confronti di una certa persona, non siano cambiati per niente dal vostro ultimo incontro.»
Non ne potevo più di tutta quell'aria così misteriosa che mi si aggirava attorno come un tornado che non portava altro che scompiglio e disordine nella mia povera testa che iniziò a girarmi, tanto da farmi arrivare i nervi a fior di pelle. Era evidente che malyi lo stesse facendo di proposito, ma se era per stuzzicarmi — idea che credevo in verità di scartare immediatamente — non vi era un senso logico. Come le avevo sentito dire poco fa a suo fratello, non voleva andare di fretta. Ma c'era una cosa che ancora non mi era chiara: se la questione era urgente, perché non voleva darsi una mossa a spiegarmi tutti i dettagli il prima possibile?
Senza dettare quella domanda a voce alta, lasciai che fosse la volpe stessa a leggerla attraverso la mia mente scombussolata in modo tale che potesse darmi una sincera risposta in merito, era il minimo che avrebbe potuto fare. «Dovrai scoprire ogni cosa da te. Accelerare i tempi mettendoti pressione sui tuoi ricordi non farà altro che sconvolgere ancor più quei piccoli frammenti che restano delle tue esperienze passate. Ascolta... Se vuoi davvero sbarazzarti di tutte queste domande che ti assillano, non ti resta che affrontare Yuri di persona e riprenderti da lui ciò che un tempo ti apparteneva. A quel punto, sarà la sorte a guidarti fino in cima e solo allora capirai chi eri e sei veramente nel profondo della tua anima. Non è questo ciò che desideri sapere prima di ogni altra cosa?»
Fui ancora una volta sorpresa dalle sue profonde e significative parole. Abbassai il capo, di nuovo, e provai a riflettere con le mie iridi tornate al classico castano che fissavano l'oscuro pavimento sottostante. Certo, l'impazienza stava prendendo il sopravvento e me ne feci una ragione solo in quel momento. Ma era anche vero che contrastare questa voglia di sapere subito ogni cosa era straziante quanto una tortura vera e propria, avevo bisogno di scrollarmela di dosso prima che avrei potuto dare di matto. Anche se era un'impresa difficile, non aveva scelta. Dovevo rimanere composta e mantenere il sangue freddo, oltre che dar retta a malyi che ancora una volta si era dimostrata di avere ragione. Sapevo che i suoi consigli erano i più affidabili che mai potessi avere da qualcuno: in passato, rammentai, senza il suo prezioso aiuto non sarei mai potuta uscire dalle difficoltà, quali attualmente mi erano difficili da pensare perché offuscate di sfumature nere che coprivano qualunque cosa, e ancora oggi avevo bisogno di quel sostegno. Insomma, si direbbe che non potevo farne a meno, malgrado col tempo volevo provare a risolvere ogni mio problema per conto mio. In una circostanza nella quale non ricordavo nemmeno chi ero in precedenza, però, era necessario, anche se mi doleva.
«...Hmpfh. E va bene. Tornerò indietro... e lo affronterò a testa alta.» dichiarai con una decisione degna di essere udita da sericea, colpito dalla mia sicurezza improvvisa, e malyi, indifferente come sempre, con la differenza che stavolta permise che un tocco di orgogliosità influenzasse la sua gelida espressione.
«Ero sicura che mi avresti dato retta senza fare polemiche.» uno di quei pochi complimenti che uscirono dalla bocca della volpe artica, un'occasione d'oro e rara da assistere in prima fila. «Allora, procedi pure. Io e mio fratello veglieremo su di te per qualsiasi cosa... Ma conta anche su tutti gli altri.»
Annuii, consentendo ad un piccolo sorriso di formarsi sulle mie labbra. «Vi ringrazio.»
[...]
Spalancai ripetutamente le palpebre, intravedendo dei timidi raggi di luce attraverso l'oscurità che annebbiava la mia vista, finché lentamente non iniziai ad aprirli con una calma che quasi non sembrava da me. La prima cosa che vidi fu il pavimento grigio e rovinato del precedente campo di battaglia utilizzato da me e Kurosaki per il nostro duello, da cui ne fui uscita naturalmente vincitrice. «Ugh...»
La testa mi faceva ancora male, ma raccolsi tutte le mie energie smiste ad un'immensa forza di volontà che mi aiutarono a sollevare il mio corpo da terra, utilizzando i palmi delle mani come sostegno. Con le ginocchia poste sul terreno, portai una mano ad una tempia, quella di sinistra da cui percepii uno scoppio di dolore più intenso di quello dell'altra. Ma il dolore fu come svanito non appena lo vidi lì, inerme e disteso a terra. Kurosaki, il duellante che poco fa aveva cercato di ferirmi nel modo più violento che si potesse immaginare. Anche se alla fine la sorte del duello si era ribaltata a suo sfavore e quello che aveva riportato graffi e delle ferite a partire dal viso ai fianchi fu lui. Solo ad osservare il pesante lavoro che avevo fatto, dei involontari brividi giunsero nella mia schiena... per lo stesso male che io avevo causato a qualcun altro. Non credevo di essere capace di tali gesti, il modo in cui i graffi erano stati tracciati così nettamente e ravvicinati in maniera spericolata in diversi punti vitali. Ero davvero meravigliata da quel che avevo fatto.
Ma poi, la realizzazione mi colpì come un proiettile che mi aveva attraversata nel giro di qualche breve secondo. Non dovevo restarmene lì a perdere tempo, avevo una missione da portare a termine: fermare Yuri. O per meglio dire... questo Drago Fusione Veleno Affamato, e riprendermi ciò che un tempo era mio.
Mi alzai subito sui talloni e, ignorando completamente le gravi condizioni in cui era ridotto il duellante Xyz a pochi chilometri di distanza dal punto in cui ero svenuta, cominciai a correre verso la direzione che avrei dovuto prendere per ricongiungermi a quel ragazzo. Non potevo nascondere la tensione che avevo in me, stavo andando incontro ad un evento importante la cui svolta si sarebbe stabilita in base alle mia abilità e alla mia concentrazione. E, anche se dovevo fronteggiare ad un avversario tosto e violento come Yuri, dovevo escogitare qualcosa e in fretta se volevo recuperare quel che ne era rimasto delle mie memorie. «Anf... Sto arrivando... Yuri!»  

Yu☆Gi☆Oh! ~ Five Duelists, Five DragonsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora