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-y o o n m i n
- a e r o p o r t o
- d o   y o u    l o v e    h i m ?
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-y o o n m i n- a e r o p o r t o- d o   y o u    l o v e    h i m ?————————————————

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Yoongi stava sclerando.
La stanza era tutta in soqquadro, fogli che volavano, matite che, come mine, giacevano al suolo.
Non era possibile.
Non era fottutamente possibile.
Tutte le sicurezze che fino all'ora precedente lo reggevano in piedi erano sparite di colpo e ora sotto di lui vi era solo un buco, un buco nero e profondo da cui non sarebbe mai potuto uscire.
"Hyung?" Namjoon chiese alla porta di entrata "Yoongi hyung fammi entrare!"
L'altro scaraventò un vaso contro la porta urlando qualcosa di insensato.
"Hyung cazzo fammi entrare se no giuro che la tiro giù a calci sta porta" urlò allora.
Si sentì il rumore della chiave girare nella serratura e poi, da dietro la porta, comparve Yoongi, un Yoongi freddo e inespressivo.
"Cosa vuoi?"
Il maggiore guardò all'interno "vai da Jimin''
"No"
"Perché no?"
-Perché non mi vuole- avrebbe voluto dirgli -perché io non valgo un cazzo, non gli importa di me- ma riuscì solo ad abbassare lo sguardo non riuscendo a sostenere quello dell'amico.
"Lo ami?"
"..."
"Lo ami?"
"..."
"Cazzo Yoongi sei un fottuto stronzo non so come casco ho fatto... ha fatto... abbiamo fatto a sopportarti" gridò frustrato Nam girandosi per andarsene, ma si fermò.
"Cazzo io non lo amo"
"-"
"Io-io dipendo da lui" urlò in faccia al maggiore per poi afferrare il casco tra le cose gettate per terra, correre fuori dall'abitazione e saltare sulla moto in direzione dell'aeroporto.
In 15 minuti arrivò all'edificio grigio stracolmo di persone e, in qualche modo, vi entrò.
Si diresse presso il gate del volo di Jimin e cercò una testa bionda in mezzo ha tutta quella gente seduta sulle poltroncine, compito che di rivelò arduo dato che era un aeroporto internazionale con gente venuta da chissà dove, mentre, in tanto, avevano chiamato i passeggeri dicendo che sarebbero potuti salire a breve sull'aereo.
Yoongi perse le speranze.
Perse la forza di continuare a cercare.
Si sentiva freddo, vuoto.
Solo ora che Jimin se ne era andato aveva capito quanto ci tenesse a lui.
"C'era bisogno così tanto per farmelo capire?" Si domandò mentalmente il ragazzo "sono uno stronzo". Si girò per vedere l'aereo di Jimin che aspettava impazientemente di essere riempito da tutta quella gente che ora si trovava in fila proprio come il suo Jimin. Proprio come il suo ragazzo. Proprio come... ma si interruppe. Strizzò gli occhi. Gli strizzò ancora. Di nuovo.
Jimin?
Jimin...
Jimin...
Jimin..!
Il ragazzo corse nella direzione dell'amato che, in fila, aspettava con sua madre il proprio turno. Corse anche se si ritrovava a meno di dieci metri da lui, corse anche se non sapeva che reazione avrebbe avuto l'altro,  semplicemente corse.
Una corsa disperata e breve.
Una corsa verso la salvezza.
In tre secondi si ritrovò a stringere il biondo come se fosse un forziere del tesoro, senza aver intenzione di lasciarlo.
"Scusa io-io sono-sono stupido, sono uno stronzo, s-sono una persona orribile. Io-io t-ti...io-io non t-ti merito" sussurrò in lacrime mentre abbracciava il minore, quest'ultimo strette la presa  e, con le lacrime agli occhi, iniziò a coccolare il maggiore.
"Min Yoongi" Disse allora la madre del biondo con fare autoritario "staccati subito da mio figlio."
Yoongi si allontanò.
Jimin rimase lì fermo per qualche secondo, per poi andare.
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Come va a finire lo decidete voi because mi sembrava più swag (like Yoongi) fare così.
Byee dalla tizia che non sa ancora come firmarsi.

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