#3: A un passo da Dio

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Si può essere brasiliani e non giocare a calcio, ma dominare in un altro sport?Se vi chiamate Ayrton Senna o Oscar Schmidt si

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Si può essere brasiliani e non giocare a calcio, ma dominare in un altro sport?
Se vi chiamate Ayrton Senna o Oscar Schmidt si.
Ma se vi chiamate Ayrton Senna, allora non vuol dire soltanto dominare uno sport, vuol dire possederlo, persuaderlo e lasciarlo quando questo sport sta iniziando a cambiare, dove il pilota non è più padrone del proprio destino e dove anche le sospensioni sono diventate quasi paritarie col pilota. Senna ha lasciato questo sport quando aveva capito che il suo declino stava iniziando, quando non voleva arrendersi all'ennesimo tedesco che invade in modo virale qualcosa, quando il paragone col suo rivale Prost lo stava ormai perseguitando e quando proprio con Prost aveva fatto pace. Eh si, aveva disteso i rapporti col francese nella sua ultima vittoria ad Adelaide nel 1993, quando faceva già fatica a tenersi dietro un giovane rampante di nome Mika Hakkinen. Senna non amava le nuove leve, le trattava come i veterani trattavano lui quando era agli esordi; prese a schiaffi Irvine, colpevole di averlo rallentato in fase di doppiaggio, catechizzò Schumacher dopo un incidente nel 1992 insultandolo in tutti i modi e mise le mani al collo ad Hakkinen, che gli si era presentato come un pilota con più palle di lui.
I giovani nel 1994 lo stavano massacrando, emblematico il suo ritiro in Brasile con un errore da rookie e non da Ayrton Senna, ma quando Senna percorre la sua ultima curva a Imola, quella del Tamburello, Senna è in testa e sta staccando nettamente Schumacher. Sembra uno di quei GP in qui Senna è posseduto da Dio, anzi in cui lui è Dio che guida una monoposto di F1, una delle tante gare in qui lui mostra qualcosa di divino in ogni curva, come a Donington nel 1993 quando ne passò 5 soltanto nel primo giro, o come quando vide Dio sul traguardo di Suzuka nel 1988 quando vinse il suo primo titolo. Quel giorno però, probabilmente vide Dio per l'ultima volta mentre affrontava quella maledetta curva, gli stava offrendo un volo verso il paradiso di sola andata, per gareggiare da solo con lui. Il suo corpo è rimasto a Imola, ma la sua anima è volata nel cuore di tutti gli appassionati di Formula 1. In Brasile, popolo notoriamente attratto soltanto dal calcio e dalla Seleçao. ci fu lutto nazionale, soprattutto perché erano sicuri che uno tra Senna e la nazionale brasiliana di calcio avrebbe vinto il 4° titolo: ma di Senna ti fidi, sai che a parità di auto lui vince, della nazionale no, soprattutto dopo le magre figure di inizio anni 90.
Eppure, la nazionale brasiliana vinse il 4° titolo "curvando" metaforicamente con Senna, regalando a un popolo in lutto una gioia inaspettata.
Ma quando qualcuno vi dirà, "chi è stato il pilota più forte al mondo in F1?" Non ci sarà bisogno di rispondere, basterà aprire Youtube e prendere gli ultimi giri di Interlagos 1991, quando col cambio bloccato e col braccio lacerato vinse il GP, il vostro interlocutore vi darà ragione a prescindere e probabilmente passerà il resto della serata a guardare le sue gesta, e alla fine dirà due semplici parole:
Obrigado Ayrton!

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