Pianto

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Louis per poco non si addormentò cullato dai scherzosi raggi mattutini.
Aveva giocato così tanto con la sabbia che gli era finita sotto le unghie e dopo un po', con il fiatone e un po' sudato, si era seduto.
Le dita di Ra giocavano con il suo volto, aiutate dal vento, e lui li lasciava fare. Non si opponeva ad avere qualche carezza.
Si sentiva davvero amato e immaginò cosa volesse dire essere curati da mani vere.
Passò ripetutamente le mani sulle sue braccia, poi scese sul suo busto magro per poi arrivare ai suoi fianchi formosi e alle sue piccole gambe.
Sentì di avere la pelle d'oca e rilasciò un sospiro.
Si abbracciò da solo mentre sentiva il suo cuore scoppiare di gioia nel suo piccolo petto.
Chiuse gli occhi e quando passò le mani sul suo viso e toccò il suo sorriso si stupì, perché non si era accorto di star sorridendo.
La casa dei suoi Re, come il villaggio stava diventando rumorosa.
Sentiva dell'acqua che scorreva e delle voci appena udibili, delle pentole sbattute e i passi veloci dei suoi compagni. Molto probabilmente, pensò Louis, stavano preparando la colazione e ricordò del suo incarico.
Si alzò con rapidità e rivolse un ultimo sguardo a Ra.
Il suo sorriso era impreziosito dalla brillantezza del sole, che si era attaccata al suo volto, come un bellissimo dono da sfoggiare e faceva brillare i suoi denti come se fossi pieni di diamanti.
Un piccolo dono per un grande cuore.

Salutò il Dio con un cortese cenno e si scosse la tunica sporca di sabbia dorata, mentre camminava veloce dentro.
Dal piccolo corridoio spuntò in cucina, dove Salima ed uno dei cuochi parlottavano.
Si lisciò il vestito e si passò una mano nei capelli arruffati, prima di schiarirsi la gola. Non sapeva in che altro modo mostrare la sua presenza.
Entrambi si girarono verso di lui e la donna gli rivolse un dolce sguardo.
«Giovanotto, cercavo proprio te» lo guardava con le mani appoggiate ai fianchi e con i lunghi capelli raccolti in una coda. Louis aveva capito che lei era un po' il "capo" del loro piccolo gruppo. Sapeva sempre cosa fare e dire e cercava di dare forza a tutti.
Se qualcuno aveva dei problemi o non sapeva cosa fare lei si sforzava di aiutarlo.
Il suo essere sprigionava un' incredibile forza.
«Sei pronto a cominciare a lavorare?»
Quest'ultimo annuì freneticamente.
Non sapeva il perché fosse così felice di faticare, ma infondo non era mai stato un ragazzo fannullone, neanche quando era sotto Fahim.
Solamente che prima doveva spostare e spaccare enormi e pesanti pietre sotto il sole rovente, senza cibo, riposo o acqua. Gli venne un brivido a ripensarci.
Comunque, Louis si annoiava solo all'idea di non fare nulla per tutto il giorno, perché ogni ora, secondo o minuto erano unici. Non se ne poteva sprecare neanche uno e, secondo la sua coscienza, lui me aveva persi anche troppi.
Voleva imparare il mestiere ed essere fiero del suo lavoro, anche se era il più umile di tutti.
Voleva essere fiero di sé stesso.

E poi, non voleva sembrare in riconoscente o sfaticato.
«Perfetto, questo è lo spirito. Ora, piccole nozioni di base-
La donna alzò un dito calloso- Quando si arriva alla camera, si bussa e si aspetta che ci venga dato il permesso di entrare.
Ricorda di stare molto attento, potrebbero voler mettere alla prova il tuo udito e parlare molto piano»
Bene, questo è semplice.

Secondo dito.
«Una volta entrati si deve fare un piccolo inchino per educazione e, subito dopo, appoggiare il vassoio dove dirà il padrone.
Per esempio il Re e la sua regina preferiscono che il vassoio venga appoggiato ai piedi del letto e che si esca subito dopo dalla stanza. Quei due sono davvero due personaggi strani- ridacchiò-
Oppure, La principessa Gemma vuole che il vassoio le sia consegnato in mano ed è sempre cordiale di prima mattina- fece un gesto con le mani- cose così!»
Ed il principe?
Louis scacciò l'idea dalla testa.
Tanto non verrò mai dato a lui visto che ci odiamo.
Cercò di smettere di pensare alla figura addormenta dell'uomo con scarsi risultati.
«Ultima cosa. Se uno di loro- disse alludendo alla famiglia reale- ti dovesse fare una domanda o ti dovesse semplicemente salutare, ricordati sempre di rispondere con un linguaggio rispettoso e, nel remoto caso che ti dovessero fare commenti negativi non,- calcò con forza la negazione- non rispondere mai. Abbassa la testa e prendi i colpi in silenzio.
Sinceramente non so dove tu sia stato comprato o chi fosse il tuo padrone ma ricordati che qui, a seconda di quanto grave è che cosa fai o dici, la pena è la morte»

Un Fiore sbocciato nella sabbia » larry stylinson Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora