-Allora... inizi a parlare tu, o comincio io?-
Iniziò Stefano, gomiti appoggiati sul tavolo della cucina e la testa poggiata sui pugni, mentre gli occhi erano fissi sul volto, ora basso, di Salvatore.Dopo l'incidente a casa di Sascha, il ragazzo minore non si era fatto vivo, nessun segno che poteva indicare la sua presenza, niente.
Ormai Stefano si era arreso all'idea che quella volta sarebbe stata l'ultima che avrebbe potuto vedere Surry, fin quando un giorno, semplicemente, era riapparso, come se niente fosse.
Ora i due ragazzi erano lì, seduti l'uno difronte all'altro nel tavolo della cucina, cercando di formulare un discorso.
Entrambi non avevano decisamente voglia di parlare dell'accaduto, ma di certo non potevano fare finta di niente e andare avanti "con le loro vite".
-Perfetto, visto che non hai intenzione di parlare, parlo io- Sospirò Stefano, sistemandosi meglio nella sedia e iniziando quello che sarebbe stato un discorso bello lungo.
-Salvatore, ti rendi conto di quello che hai fatto? Avresti potuto uccidermi quella sera, e con questo che cosa avresti risolto? Saresti stato finalmente in pace con te stesso? forse-
-Stefano, io me ne vado-
Calò il silenzio più totale.
Da un lato, Stefano era rimasto senza parole, mentre dall'altro, Salvatore non le trovava.
-Ho capito male, vero Sal?- Stefano era rimasto senza parole, non per le cose che aveva detto, ma con la tranquillità con cui l'aveva detto.
Davvero quella sarebbe stata l'ultima volta che avrebbero parlato?Salvatore non sapeva dove aveva trovato il coraggio per dire quelle parole, semplicemente la sua bocca aveva parlato prima che il cervello avesse potuto formulare un'altra qualsiasi tipo di risposta.
Ma quella era la verità, lui se ne sarebbe dovuto andare.
Dopo l'incidente a casa di Sascha, Salvatore si era preso un po' di tempo per pensare a tutta questa situazione.
Non avrebbe mai pensato di fare una cosa simile a chiunque, figuriamoci ad uno dei suoi migliori amici, nonché coinquilino.
Eppure l'aveva fatto, e non riusciva a dimenticare.
Quindi la soluzione più ovvia, o almeno quella che sembrava tale, era di andarsene, lasciando Stefano in modo che potesse tornare a vivere la sua vita.
-Ho capito male, vero Sal?-
-No Stefano, hai capito bene. Io me ne devo andare, ti farai solo del male se io rimanessi qui-
Stefano si alzò dalla sedia incredulo.
Come poteva dire certe cose, dopo tutto quello che aveva passato, quando Salvatore se n'era andato?-Dopo tutto il casino che è successo, tu vuoi semplicemente alzare i tacchi e andartene?-
-Stefano ti prego ascoltami...- provò il minore, alzandosi a sua volta dalla sedia e avvicinandosi all'amico, che però si scostò velocemente.
-Tu non sai cosa ho passato quando te ne sei andato Sal. Sono stato malissimo per settimane, non sapevo neanche se volevo continuare a vivere o meno.
Ma poi sei tornato.
Si, hai fatto una cagata a casa di Sa, ma chi non fa stupida-
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Ghost// Surrealpower
FanfictionSpesso diamo per scontato le cose che abbiamo, credendo che ci sono date per diritto dalla nascita. Ma solo quando queste cose ci sfuggono tra le dita, ci accorgiamo che niente deve essere dato per scontato, neanche la nostra vita.