3 - Il peso delle maschere

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Quando Severus rialzò lo sguardo, si accorse subito dello stupore e della confusione che regnavano sul viso di Potter e si chiese se il ragazzo cominciasse finalmente a essere colto da dubbi che potessero in qualche modo minare le ferree certezze che aveva sempre avuto nei suoi riguardi.

Forse era giunto il momento in cui poteva parlargli e compiere fino in fondo il proprio dovere rivelandogli ciò che Albus gli aveva confidato l'anno precedente.

Ma prima ancora che il mago potesse cominciare a parlare, un'altra voce rimbombò nella penombra della Stamberga illuminata solo dalla fioca luce del Lumos che scaturiva dalla punta della bacchetta di Harry: una voce acuta e fredda che proveniva dal nulla e sembrava uscire dalle sbilenche pareti di legno. Severus si irrigidì e strinse forte la bacchetta nel pugno.

- So che vi state preparando a combattere.

Harry spalancò gli occhi: era la voce di Voldemort!

- I vostri sforzi sono futili. Non potete fermarmi. Io non voglio uccidervi. Nutro un enorme rispetto per gli insegnanti di Hogwarts. Non voglio versare sangue di mago.

Harry guardò Piton: non sembrava preoccupato da quelle parole, ma il suo volto pallido era indubbiamente colmo di disgusto che non cercava per nulla di mascherare.

- Consegnatemi Harry Potter, - proseguì la voce di Voldemort, - e a nessuno verrà fatto del male. Consegnatemi Harry Potter e lascerò la scuola intatta. Consegnatemi Harry Potter e verrete ricompensati.

Sul volto di Piton, ora, oltre al disgusto Harry poteva leggere un odio intenso e feroce, a fatica trattenuto: il mago stringeva la bacchetta nel pugno così forte che le nocche erano divenute bianche.

- Avete tempo fino a mezzanotte. [4]

Harry arretrò e strinse la bacchetta: che reali possibilità aveva di difendersi contro un mago con il livello di esperienza e di potenza di Piton?

Eppure, aveva vinto il duello anche contro Voldemort. La prima volta nel cimitero, quando il mago oscuro era riuscito ad avere di nuovo un corpo, e poi mentre fuggiva da Privet Drive, con la copertura dei sette Potter. Però, in entrambi i casi, in effetti era stata la sua bacchetta con l'anima di piuma di fenice a combattere per lui e a salvarlo. La prima volta dando luogo al Prior Incatatio e la seconda prendendo vita praticamente di propria iniziativa e distruggendo quella di Voldemort. Ora, però, non aveva più la sua bacchetta che si era rotta a Godric Hallow, nello scontro con Nagini: adesso aveva solo la bacchetta di biancospino di Draco. Sarebbe stata sufficiente?

Chissà, forse aveva qualche speranza anche contro il suo ex professore di Pozioni, anche se il loro precedente duello dopo la morte di Silente non era certo un ricordo incoraggiante: Piton non aveva avuto la più piccola difficoltà ad arginare i suoi incantesimi d'attacco e non gli aveva fatto alcun male solo perché, come il professore stesso aveva ricordato all'altro Mangiamorte che lo stava cruciando "Potter appartiene al Signore Oscuro... dobbiamo lasciarlo stare!". In ogni caso, Harry non aveva altra possibilità che provare: meglio farsi uccidere in duello da Piton che permettergli di consegnarlo a Voldemort!

- Se crede che sia arrivato il suo momento di gloria, si sbaglia! - esclamò in un impeto di coraggio disperato, brandendo la bacchetta dalla cui punta la luce del Lumos svaniva e puntandola con decisione contro il petto del mago. - Non le permetterò di portarmi vivo da Voldemort!

Un impercettibile sorriso incurvò le labbra del mago davanti al coraggio del ragazzo che, con tutta evidenza, ancora non aveva capito nulla di ciò che stava accadendo. Avanzò di un passo, con lenta tranquillità:

Le maschere di Severus PitonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora