6 - L'ultima maschera

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- E ora cosa accadrà? – chiese Harry.

Piton rimase a fissarlo a lungo prima di rispondere, gli occhi neri scintillanti nella penombra della Stamberga Strillante.

Il ragazzo era in gamba, davvero. Era il degno figlio di Lily e nei suoi occhi verdi il mago aveva letto senza difficoltà, dietro all'ovvia paura di morire, la piena disponibilità a sacrificarsi per il mondo magico. Ma se la sua tesi era esatta, il sacrificio della vita di Harry non sarebbe stato necessario.

- Ora dobbiamo distruggere gli Horcrux rimanenti. – rispose Piton con decisione.

- Dobbiamo?

Le labbra sottili del mago si incurvarono di nuovo in un lieve sorriso mentre il sopracciglio si alzava un poco, del tutto bonario questa volta:

- Mi sa che hai proprio bisogno di aiuto, Harry.

Era la prima volta che lo chiamava con il suo nome.

Non più il figlio di Lily, com'era stato per tanti lunghi e dolorosi anni nei suoi pensieri; e neppure semplicemente il ragazzo, come in quell'ultimo anno in cui aveva temuto per la sua vita. Adesso era Harry, solo Harry. Nonostante gli occhi verdi di Lily.

Harry rimase senza fiato.

Per la prima volta il Professor Piton lo aveva chiamato con il suo nome. Non più quel Potter, sibilato con gelido odio come se fosse una staffilata – e ora gli era davvero chiaro perché il mago odiasse suo padre – bensì il suo nome, semplicemente Harry. Be'... in fondo Harry stesso aveva cominciato a pensare a lui come Professor Piton, invece di quel bastardo di Piton.

Sì, indubbiamente quella notte le cose erano molto cambiate tra loro.

- Oltre a Nagini manca un altro Horcrux, giusto?

Harry annuì.

- Mi auguro che tu ormai sappia quale sia, - chiese il mago con enfasi, - e dove si trovi.

Il sopracciglio era sempre alzato, ma questa volta il professore non gli parve più così minaccioso: in fin dei conti, nelle parole di Piton aleggiava un non so che di fiducia nei suoi confronti. Una fiducia che Harry non voleva e non poteva deludere.

- La tiara, - rispose veloce, - il diadema di Corvonero.

All'improvviso Piton perse la sua imperscrutabile espressione:

- Corvonero! – esclamò. – Ecco perché l'Oscuro mi ha ordinato di mettere sotto controllo la loro torre!

- Ma non ho la più pallida idea di dove si trovi! – sputò fuori Harry. – Salvo il fatto che è qui nel castello e Voldemort sta venendo a prenderlo.

Questa volta aveva capito che era meglio dire subito e direttamente la verità al professore.

Piton ebbe un lieve moto di stizza, subito controllato:

- Continui a cercare nella sua mente le informazioni che ti servono? – domandò secco.

Harry annuì, un poco in imbarazzo, visto che non era mai riuscito ad occludere la mente come il mago aveva cercato di insegnargli:

- Peccato che siano informazioni incomplete... - cercò di ammiccare.

Piton corrucciò le labbra e si lasciò sfuggire un sospiro preoccupato:

- Ci sono tante leggende sul diadema perduto di Corvonero. – ponderò guardando fisso davanti a sé come se cercasse la soluzione all'arcano. – Perfino il Barone Sanguinario ne parla spesso: a ben pensarci, sembra quasi che ne sia ossessionato.

Le maschere di Severus PitonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora