Ossa rotte (ma non le mie)

1.1K 55 83
                                    

Sdraiato a letto con il confortante peso di Buddha sullo stomaco, anche se forse si tratta solamente delle tortillas di Juanita, ripenso a com'è cambiata la mia vita in questi, ultimi lunghi mesi.

Non che le maniglie dell'amore siano scomparse tutt'altro...

Probabilmente si sono accentuate ma non mi interessa più nulla del mio peso.

Sono fidanzato con una donna splendida e dolcissima, che possiede una cagnolona che tenta sempre di rubarmi i pancake e una banda di teppisti pelosi, quindi il problema ciccia è finito in fondo alla mia lista delle priorità.

«Anna!!» grida una vocetta stridula che mi perfora i timpani e mi fa sobbalzare, disturbano il sonno del mio enorme micione che, stizzito, mi pianta gli artigli nello stomaco e si perde fra le coperte.

Questa storia deve finire...

Sospiro e, con una mano, mi massaggio i rotolini che Buddha ha trafitto a sangue. Mi maledico per quella promessa, strappata in un momento particolarmente stressante ed emotivamente estenuante, però, poi penso alla felicità di Anna.

Mi ha fregato...

Sua madre e sua sorella, che ho visto pochissimo perché è sempre fuori casa per motivi a me oscuri, si sono stabilite qui il giorno dopo che sono uscito dall'ospedale.

Pare che il padre di Anna abbia cacciato dal tetto coniugale la moglie per un errore culinario. E la figlia minore, Giulia, l'ha seguita per evitarne il suicidio.

La mia probabile, futura suocera, infatti, possiede un'innata vena di drammaticità come ho potuto constatare durante la nostra, forzata, convivenza.

Però potrebbe evitare di gridare alle...

«Sono le quattro del mattino» borbotto, girando la testa verso la sveglia digitale. «Chi si alza così presto la domenica?»

Sbuffo un'altra volta prima di poggiare i piedi nudi a terra. Non accendo la luce, mi faccio bastare quella dell'alba, e mi trascino fino alla porta. La socchiudo e scorgo la madre di Anna che sale faticosamente le scale, con un passo così pesante che mi meraviglio che i gradini non si spezzino.

La donna è simpatica e gentile e un sacco di altre cose ma la trovo alquanto eccentrica.

E se lo dico io, che ancora parlo con Fiocco, vuol dire che lo è davvero.

«Anna!!!» strilla di nuovo, fermandosi un attimo per riprendere fiato.

Cosa che spesso faccio anch'io, soprattutto dopo cena.

«Mamma...» Un fioco sussurro mi raggiunge senza essere udito, però, dalla donna che si appresta a gridare di nuovo.

Sto per uscire dalla camera e fermarla quando lo sento.

Uno scricchiolio.

Seguito da un urlo femminile e inarticolato.

Oh cavolo...

Che ha combinato stavolta?

Per nulla sconvolto, esco dal mio rifugio e mi affaccio dalla balaustra: la madre di Anna ha una gamba incastrata nelle assi rotte dello scalino.

La cosa positiva è che, finalmente, non grida più, forse perché è sotto shock.

I miei timpani, comunque, ringraziano...

La mia splendida fidanzata si accosta a me, mandandomi il cervello in pappa col suo dolce profumo di fiori, e mi dice qualcosa che non capisco.

«Jo.» Mi chiama Anna, forse per centesima volta, prima che riesca a tornare alla realtà. «Dovremmo aiutarla.»

Distolgo lo sguardo dalla donna vittima della scala e fisso la mia compagna per un lungo momento prima di annuire seppur in maniera molto titubante.

Come la disincastriamo?

«Ehm...» È la mia brillante idea per salvare la vita alla madre di Anna, tuttavia abbandono il pianerottolo e la raggiungo, rimanendo a distanza di un paio di gradini. «Come va?»

Domanda stupida, Jo!

Davvero, davvero stupida...

E infatti...

«Come credi che possa stare con una gambe incastrata nella tua scala?!» Purtroppo lo shock è scomparso nel giro di poco tempo e il tono di voce ritorna sui 150 decibel standard.

I miei timpani si stanno rivoltando nella tomba mentre io mi appresto a issare la matrona, anche se non so sicuro di riuscire nella titanica impresa.

«Ahia!» urla appena le sfioro un braccio, tanto che la guardo perplessa. «Fai più piano, per cortesia. O vuoi mozzarmi un arto per caso?»

Forse cucirti la bocca...

Questa donna ha messo a dura prova la mia innata pazienza durante il suo soggiorno a casa mia: è vegana, super appassionata di pulizie e mi odia, anche se afferma il contrario.

«Come posso aiutarla se non posso toccarla?» Le domando con calma per poi avvicinarmi nuovamente a lei.

«Suppongo tu abbia ragione» cede, afflitta e con espressione sconvolta. «Allora vieni e tirami fuori da questo buco.»

Anna accorre in mio soccorso e mi posa una mano sulla spalla nuda, facendomi realizzare che indosso solamente i boxer con i cani che mi ha regalato la mia fidanzata qualche settimana fa.

«Un attimo, mamma. Io e Jo arriviamo subito.» La tranquillizza lei, scendendo un gradino e afferrando il saldamente il braccio della madre.

La seguo a ruota, imitandola. Con un cenno ci accordiamo e tiriamo all'unisono: uno strattone deciso e mamma è sana e salva.

«AHI!!!»

Uno strillo, ancora più assordante dei precedenti, fa tremare la casa così tanto che sembra essere nel bel mezzo di un terremoto di magnitudo 7.

«Que pasa?» La voce di Juanita mi arriva un poco distorta ma abbastanza chiara.

«Nulla, mamacita» le rispondo, un po' affannato. «Solo un piccolo incidente... Dovrai chiamare uno dei tuoi cugini per riparare la scala.»

«Nulla?! Sono quasi morta!» ribatte la madre di Anna, ancora dondolante sopra il gradino rotto.

Anna mi fa un cenno con la testa e aiuto la signora a poggiare i piedi sullo scalino sano, dove ci troviamo io e la mia compagna. Appena lo facciamo però un altro grido uccide definitivamente i miei provatissimi timpani.

«La mia gamba!»

Anna lascia la donna all'improvviso, così mi accollo io tutto il suo dolce peso, si inginocchia a terra e sfiora dolcemente la gamba destra della madre che, ovviamente, caccia un urlo pazzesco.

«Credo che tu abbia ragione...» mormora la mia fidanzata, in tono preoccupato.

Nel frattempo, Juanita ci raggiunge e comincia a sciorinare parole in spagnolo, che spero non siano parolacce. Giulia, invece, non si è nemmeno svegliata nonostante il fracasso causato dalla madre.

La mia vita è davvero assurda...

I rotolini della discordia Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora