Essere il cocco delle infermiere ha i suoi vantaggi

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Quattro ore più tardi ci troviamo davanti al pronto soccorso con una Gelsomina molto arrabbiata con una gamba molto rotta.

Eh sì.

La madre di Anna si chiama Gelsomina, detta Isy, non capisco nemmeno io il perché di questo soprannome, ma di certo non ho alcuna intenzione di chiederlo.

«Mamma, come stai?» le domanda la mia fidanzata con apprensione mentre io tento di aprire la porta dell'edificio.

«Meglio di lui di sicuro» risponde caustica lei, addocchiando un tipo, sdraiato su una barella e scortato da due infermieri, ricoperto da capo a piedi da bende insanguinate.

Simpatica...

«Mamma» sibila Anna, con un misto di imbarazzo e divertimento, che, però, dissimula davvero egregiamente.

Le poso una mano sulla spalla e lei reclina il capo all'indietro, per ricevere un lieve bacio da parte mia. Isy emette un versetto di disgusto che ci fa separare: da quando il marito l'ha cacciata, odia vedere persone felici che si coccolano. Di norma io ed Anna evitiamo smancerie in sua presenza, ma ogni tanto è impossibile frenarsi.

«Meglio se andiamo...» sussurro, continuando a massaggiare la spalla della donna.

Sono davvero reticente ad allontanarmi.

«Però dobbiamo riprendere il discorso. A casa» ribatte Anna, con un sorriso ammiccante.

Casa...

Mi piace il suono di questa parola.

«Jo! Sei davvero tu?» Sento una voce pronunciare il mio nome e mi volto repentinamente per capire chi possa essere.

Rimango impietrito dalla sorpresa quando realizzo di chi si tratta: un taglio scalato rende onore ad un viso dolce puntellato di lentiggini, due occhi grigio verdi mi fissano sprizzando euforia e gioia, mentre una bocca piccola e dipinta di rosso si spacca in un sorriso aperto e sinceramente felice.

《Margaret!》esclamo, sinceramente felice di rivederla.

La ragazza, che indossa la divisa bianca da infermiera, mi corre incontro e mi stringe in un forte abbraccio come non ci vedessi da anni, invece che da pochi mesi.

《Come stai?》Mi chiede, allontanandosi di un passo. 《Ma c'è anche Anna!》Si accorge della mia fidanzata e abbraccia anche lei: Meg è fatta così.《Allora... Vi siete già sposati?》

Nell'udire quella domanda, io e Anna ci scambiamo un'occhiata che davvero non riesco ad interpretare mentre pare che Isy stia soffocando fra atroci dolori.

Sposarsi...

Per un lungo istante la mia mente si scollega dalla realtà e viaggia verso un promettente futuro dove io e Anna siamo marito e moglie e...

《Se avete finito coi convevenoli, vorrei vedere un medico.》La voce squillante di Gelsomina mi strappa dolorosamente ai miei sogni ad occhi aperti per rigettarmi nel presente.

《Giusto...》borbotto, alzando lo sguardo al cielo.《Ci potresti aiutare Meg?》domando all'infermiera che continua a sorriderci, totalmente ignara dell'identità della persona azzoppata che ci stiamo trascinando dietro.

《Certo. Sempre a tua disposizione, Jo》risponde prontamente lei, mettendosi le mani sui fianchi e indossando la sua maschera di professionalità.

Si avvicina a Isy, si accovaccia a terra e le controlla la gamba con dita così leggere che la madre di Anna non riesce nemmeno a lamentarsi.

《Frattura scomposta》sentenzia dopo questo frettoloso esame.《O almeno credo. Servono delle radiografie. Vi mando dalla mia collega Colette mentre io avviso il dottore. Sono certa che vi riceverà subito.》

Detto ciò, scompare nella fiumana di gente, paziente e personale ospedaliero, che intasa l'atrio dell'edificio, lasciandoci speranzosi.

《Fantastico!》esclama Anna davvero felice.《Allora andiamo a fare le radiografie.》

Si rimette a spingere la sedia a rotelle presa in prestito al pronto soccorso mentre io cerco di capire dove possa trovarsi la sala per fare i raggi: l'ospedale è davvero immenso e caotico.

Giriamo per un'ora buona prima di incappare in Colette, una donna con lunghi capelli neri, qualche chilo in più e due foschi occhi scuri.

《Tu devi essere l'amico di Meg. Mi ha parlato tanto di te》esordisce, stringendomi la mano calorosamente.

Isy emette un verso stizzito che Anna provvede a mascherare con un colpo di tosse. Grazie al cielo, Colette pare non accorgersi di nulla oppure è troppo gentile per far notare certe cose.

《Piacere di conoscerti.》Le dico, sorridendo di fronte al suo entusiasmo.

Non sono né un vip né un capo di Stato quindi non comprendo tanto la sua gioia nel vedermi: non mi è mai piaciuto il mio aspetto fisico.

Non sono alto né atletico né muscoloso.

Sono un uomo molto normale, anche se vivendo la mia vita non si direbbe.

《Non so Meg te l'ha detto ma...》aggiungo, bloccandomi non appena Colette alza una mano ingioiellata.

《So tutto.》Mi zittisce, prendendo in pugno la situazione.《Tua suocera ha bisogno di una radiografia alla gamba. Non preoccuparti. Ora la sala è libera. Seguitemi.》

Non ci lascia nemmeno il tempo di ribattere che si avvia lungo un corridoio ingombro di barelle vuote e carrelli con lenzuola e chissà cos'altro. Do il cambio ad Anna e mi metto a guidare Gelsomina fra i mille ostacoli che ci separano dalla nostra guida.

《Attento! Vuoi uccidermi davvero? Più piano! Ma insomma!》

Il tragitto, fortunatamente, è abbastanza breve e raggiungiamo una fila di ascensori argentati in non che non si dica, anche grazie alla mia guida sportiva.

Anna mi rivolge uno sguardo di scuse che, ovviamente, non accetto: sua madre è fatta così ma di certo non è colpa della mia fidanzata.

《Allora... Come vanno le cose, ragazzi?》Ci domanda Colette mentre aspettiamo il nostro ascensore.

Io non saprei come rispondere, però, per fortuna Anna prende in mano la situazione e intavola un lungo discorso riguardante i suoi progetti futuri: vorrebbe, infatti, riaprire il Romeow.

Idea che io appoggio in pieno dato che si tratta del suo sogno, ma ci sono molti intoppi nella ricostruzione del locale ed Anna è sfiduciata e incerta.

Ogni giorno la consolo e ogni giorno riesco nel mio intento.

Non posso fare a meno di chiedermi cosa succederà quando fallirò.

Anna è la cosa più bella e preziosa che mi sia mai capitata. Voglio proteggerla dal mondo che l'ha ferita troppe volte, voglio renderla felice e farla sentire amata.

Un progetto ambizioso ostacolato dall'ingombrante presenza di Gelsomina, però, sicuramente non smetterò mai di amare Anna alla follia.

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