1 - Hogwarts

5.1K 201 32
                                    

[Revisionato]

Erano passati 11 anni da quando Albus Silente e Minerva McGonagall avevano depositato sulla soglia del numero 4 Harry e Éméline Potter. Tra battibecchi e giganti che sfondano le porte, i gemelli avevano scoperto di essere dei maghi. Ma ancora non sapevano la loro storia, ne sapevano realmente cosa fosse la magia. Era il 1° settembre e, quella mattina, avrebbero preso il loro primo espresso per Hogwarts. Emozionati, per un mese avevano fatto il conto alla rovescia che li separava da quell'importantissimo giorno su un vecchio pezzo di carta logora.
I Dursley, quella mattina, li avevano accompagnati e, cosa che sorprese non poco i due gemelli, Vernon si era offerto di portare loro i bagagli. Avevano percorso insieme tutta la stazione, poi si erano fermati davanti ai binari 9 e 10.
-Ah, eccoci arrivati. Binario 9, binario 10. Il vostro dovrebbe essere qui in mezzo da qualche parte, o no?- aveva detto sprezzante -Buona scuola.- aveva poi detto con un'espressione a metà tra il disgusto e la felicità di non averli attorno per ben dieci mesi. Harry ed Éméline avevano seguito con lo sguardo gli zii e il cugino allontanarsi ridendo a crepapelle.
Cosa avrebbero fatto ora, completamente da soli, in una stazione che non possedeva uno straccio di magia? Presero i loro biglietti e lessero:

da LONDRA a HOGWARTS,
biglietto valido per una corsa
Binario 9 3/4

-Cosa facciamo?- chiese Éméline guardando il gemello.
-Chiediamo informazioni.-
-Ci prenderanno per pazzi.-
-Hai altre idee?-
Éméline tacque e poi, insieme, si avvicinarono ad un controllore.
-Mi scusi...- cominciò Harry.
-Dimmi ragazzino.- disse senza particolare inflessione nella voce l'uomo mentre annotava qualcosa su un taccuino. Era un uomo piuttosto robusto e indossava una divisa blu scuro con un cappello buffo.
-Mi saprebbe dire dove si trova il binario 9 3/4?-
L'uomo alzò lo sguardo e fissò i due ragazzi. Si soffermò prima sui vestiti logori di Harry, poi sui capelli rossi accessi della bambina.
-Mi prendi in giro, ragazzino? Io non ho tempo da perdere qui, hai capito? Voi due fareste meglio a non farvi più vedere in giro, o chiamerò la sicurezza!- sbraitò prima di allontanarsi.
-Te l'avevo detto che ci avrebbe presi per pazzi.- disse rassegnata Éméline -E ora perderemo il treno, non abbiamo alternative valide.-
Harry non disse nulla. Erano stati presi per pazzi, il controllore non aveva creduto loro.
E chi avrebbe preso sul serio due ragazzini di undici anni che facevo una domanda tanto stramba?
Forse fu solo un caso, o probabilmente la fortuna aveva deciso di girare a loro favore dopo ben undici anni, ma proprio in quel momento sentirono una voce di fianco a loro dire:
-Forza! Il binario 9 e 3/4 è di qua!- a parlare era stata una donna non molto alta e un po' robusta, con dei riccioli rossi sulla testa e cinque giovani al seguito.
-Hai sentito Harry?- chiese Éméline.
Harry annuì e rimase fermo a guardarli mentre si avvicinavano ai binari 9 e 10, poco lontano dai due.
-Forza Percy, prima tu.- disse la donna a quello che intuirono essere il maggiore dei suoi figli. Percy, un ragazzo alto e magro con gli stessi capelli rossi della madre e dei fratelli si avvicinò, si mise di fronte al muro e corse verso di esso. I gemelli trattennero il fiato ma, appena prima di schiantarsi contro al muro, scomparve. Harry ed Éméline rimasero allibiti. Come era possibile?!
-Fred, tocca a te!- disse poi la madre rivolta al ragazzo a lei più vicino.
-Lui non è Fred! Io sono Fred!- rispose indignato il gemello.
-Parola mia. Insomma, e dici di essere nostra madre?- continuò l'altro.
-Oh scusami George!- rispose dispiaciuta la madre.
-Te l'ho fatta, io sono Fred!- disse scoppiando in una fragorosa risata il primo ragazzo, correndo poi verso il muro seguito a ruota dal fratello. Anche loro, come Percy, scomparvero. I gemelli si guardarono e poi avanzarono verso la donna.
-Mi scusi..- disse Éméline. La donna si girò immediatamente e le posò una mano sul braccio.
-Ci potrebbe dire come...-
-Come raggiungere il binario? Non vi preoccupate cari, anche Ron va ad Hogwarts per la prima volta!- disse allora sorridendo amorevolmente e facendo un cenno verso figlio. Abbracciata a lei c'era una bambina di circa dieci anni.
-Dovete correre dritti verso il muro. Andate in fretta se siete nervosi!- disse infine.
Éméline si fece avanti per prima. Era una cosa folle, assolutamente folle. Ma gli altri tre ragazzi non si erano spiaccicati contro la parete, giusto? Fece un respiro profondo e poi iniziò a correre. Appena prima di arrivare al muro chiuse gli occhi in attesa dell'impatto. Ma l'impatto non venne, e neanche il dolore a cui ella si era preparata. Quando riaprì gli occhi, davanti a lei c'era un lungo treno rosso e, straordinario, si trovava proprio al binario 9 e 3/4. Aspettò suo fratello prima di dirigersi verso il treno.
Caricarono i loro bauli e andarono a prendere posto nell'ultima carrozza.
Aspettarono che tutti salissero sul treno mentre dal finestrino osservavano le decine di persone intente ad abbracciare i figli e a fare loro le ultime raccomandazioni.
Non appena il treno partì, entrambi incollarono il naso al finestrino per osservare il meraviglioso panorama che si estendeva al di là del vetro.
Ad un certo punto il ragazzo con i capelli rossi e gli occhi azzurri che avevano conosciuto poco prima aprì la porta dello scompartimento.
-Posso venire qui? Il resto è tutto occupato.- chiese osservandoli.
-Certo vieni pure.- Risposero i gemelli in coro.
-Grazie! Io sono Ron, Ron Weasley- si presentò il ragazzo
-Ciao noi siamo Harry e Éméline, Harry e Éméline Potter.- si presentò Harry. Il ragazzo, Ron, rimase a bocca aperta.
-D-davvero? Voglio dire: ce l'avete veramente la... la.... la....- disse Ron
-La cosa?- chiesero i gemelli
Lui si guardò in torno...
-...cicatrice...- sussurrò
-Oh quella... si certo!- e detto questo Harry si tirò indietro la frangia nera per scoprire la cicatrice, mentre Éméline spostò una lunga ciocca di capelli rossi per metterla in vista.
-Wow!- disse Ron.
Il viaggio continuò tranquillamente e Éméline fece amicizia con una nata babbana di nome Hermione Granger. Era una ragazzina alta quasi quando lei, con i capelli bruni e crespi. Dopo qualche ora il treno cominciò a rallentare fino a fermarsi. Erano le 18:30. Éméline, Harry, Ron ed Hermione scesero dal treno e, appena messo piede a terra, sentirò Hagrid che, con il suo vocione, gridava:
-Primo anno! Primo anno da questa parte!-
Tutti i ragazzi del primo anno si stavano radunando intorno a lui. Quando furono arrivati tutti, Hagrid fece segno di seguirlo e li fece salire su delle barche. Harry e Ron salirono su una barca insieme ad altri due ragazzi mentre Éméline ed Hermione salirono con due gemelle. Una volta saliti tutti, le barche cominciarono a muoversi da sole. Appena apparve il castello in lontananza, a tutti loro mancò il fiato. Mai avevano visto qualche cosa di più bello: il castello era maestoso. Era la cosa più grande e meravigliosa che ognuno di loro avesse mai visto. Harry ed Éméline si guardarono affascinati. Il sentiero per arrivare ad Hogwarts passava lungo la scogliera e dava una vista mozzafiato su tutto ciò che era il paesaggio circostante, illuminato dalla luna.
Arrivati in cima, Hagrid disse loro di proseguire da soli. In cima alla scalinata trovarono una donna alta e magra con i capelli grigi raccolti in uno chignon e vestita con una lunga veste verde smeraldo.
-Buongiorno a tutti, io sono la professoressa MgGonagall e sono la vicepreside. Tra poco varcherete questa soglia e vi unirete ai vostri compagni per la cena. Prima però verrete smistati nelle vostre case. Esse sono: Grifondoro, Tassorosso, Corvonero e Serpeverde. Per tutto il tempo che passerete qui la vostra casa sarà la vostra famiglia, i vostri trionfi le faranno guadagnare punti mentre ogni mancanza delle regole gliene farà perdere. Alla fine dell'anno, alla casa con più punti verrà assegnata la Coppa delle Case. Seguitemi prego.- disse la professoressa. Si voltò e guidò gli studenti del primo anno nella Sala Grande. Questi erano estasiati: il soffitto era colmo di candele e sembrava che si vedesse il cielo.
-Il soffitto non è vero, è un incantesimo. È scritto in Storia di Hogwarts, io l'ho letto.- disse Hermione ad Éméline.
La Mcgonagall si fermò davanti al tavolo degli insegnati.
-Fermatevi qui. Quando chiamerò il vostro nome voi verrete su e vi siederete sullo sgabello. Io vi metterò il Cappello Parlante sulla testa e sarete smistati nelle vostre case. Quindi.. Hermione Granger.-
Hermione trattenne il respiro.
-Buona fortuna Hermione!- le sussurrò Éméline.
Hermione si sedette sullo sgabello e la professoressa le mise il cappello sulla testa. Passarono una decina di secondi e il cappello esclamò
-GRIFONDORO!- il tavolo di Grifondoro esplose in un fragoroso applauso.
La procedura si ripeté.
-Susan Ossas.-
-CORVONERO!-
-Hannah Habbott.-
-TASSOROSSO!-
-Draco Malfoy.-
-SERPEVERDE!-
Ron si girò verso Harry:
-Tutti i maghi cattivi erano Serpeverde.-
Vennero chiamati altri tre allievi e poi la professoressa esclamò.
-Ronald Wealsey.-
Ron si avvicinò cauto allo sgabello e si sedette. Neanche due secondi dopo, il cappello esclamò
-GRIFONDORO!-
Il giovane Grifondoro trasse un sospiro di sollievo prima di correre a sedersi al suo tavolo.
-Harry Potter.-
Nella sala scese un grande silenzio.
La Sala Grande si riempì di sussurri.
-Harry Potter?-
-Ma proprio quel Harry Potter?-
Harry si alzò e camminò insicuro verso lo sgabello, vi si sedette e aspettò che la Mggonagall gli mettesse il cappello sulla testa.
Difficile, molto difficile... sentì Harry nella sua testa, cosa che lo fece sussultare Coraggio da vendere vedo, e anche una testa niente male... ma dove ti colloco?
Harry si ritrovò a pensare in risposta alla voce del cappello
"Non Serpeverde, non Serpeverde!"
Non Serpeverde dici? Ne sei proprio sicuro? Potresti diventare grande sai... e Serpeverde ti aiuterebbe sulla via della grandezza non c'è dubbio... no?
"No, ti prego, ti prego"
Se ne sei così sicuro.. allora sarà meglio...
e Harry sentì il cappello gridare a tutta la sala
-GRIFONDORO!-
La Sala Grande esplose in un grade applauso, e i Grifondoro erano fuori di se dalla gioia. Harry andò a sedersi al tavolo di Grifondoro, di fronte ad Hermione e accanto a Ron. Si girò a guardare e in quel momento sentì la professoressa chiamare.
-Éméline Potter.-
Anche qui, come era successo prima, l'avanzata della giovane strega fu accompagnata da diversi sussurri provenienti da tutta la sala. Harry stava sperando con tutto sé stesso che fosse smistata con lui.
Éméline si sedette e la professoressa le posò il cappello parlante in testa. Come con Harry, una voce profonda parlò nella sua testa.
Sei molto più difficile di tuo fratello... mi trovo in grande difficoltà... grande coraggio e voglia di apprendere, molto dotata.. sono in grande dubbio temo.. Grifondoro o Corvonero?
Lo sguardo della bambina vagò sulla stanza e si fermò su suo fratello che la stava osservando in attesa. Una morsa di preoccupazione le strinse lo stomaco.
Harry? Tu vorresti stare con tuo fratello? Capisco...  ma saresti una Corvonero fantastica dopotutto... ho deciso!
E poi, dopo tre lunghi minuti, gridò a tutta la Sala Grande
-GRIFONDORO!-
Il tavolo di Grifondoro scoppiò in un grande applauso e Éméline raggiunse il fratello e si sedette vicino ad Hermione.
Un senso di leggerezza si era impossessato del suo petto, come se, per la prima volta, si trovasse davvero nel posto giusto per lei.
Si girò verso il tavolo degli insegnanti e per un secondo incrociò lo sguardo di un mago alto, con i capelli neri e una toga del medesimo colore. L'espressione sul suo volto era indecifrabile, ma nei suoi occhi le parve di scorgere un velo di tristezza e, ancora più nascosto, dell'orgoglio.
Finito lo smistamento, sul tavolo comparì di tutto e di più! C'era pollo, patate, verdure, budino... Harry e Éméline si guardarono e probabilmente pensarono la stessa cosa. Ora, per la prima volta in tutta la loro vita, si sentivano a casa.

Éméline PotterDove le storie prendono vita. Scoprilo ora