8 - Salvataggi

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[Revisionato]

-Cavolo, ti ricordi? Qui Dudley ha vomitato dopo aver incontrato i Dissennatori!- disse Éméline indicando un punto sul tappeto del salotto. Risero entrambi al ricordo. Erano quasi stati espulsi e la casa era diventata uno zoo tanti erano stati i gufi che erano arrivati. La zia aveva quasi avuto una crisi isterica mentre lo zio sbraitava e inveiva contro qualsiasi cosa gli passasse per la testa.
Dopo che i Dursley avevano lasciato la casa, i gemelli avevano deciso di fare un ultimo giro per le varie stanze ripercorrendo le tappe più divertenti della loro vita lì.
Si avvicinarono al ripostiglio del sottoscala.
-Émé, guarda qui! Non mi ricordavo fosse così piccolo... non sapevamo neanche di essere dei maghi, non sapevamo di Voldemort né di mamma e papà... wow.-
Dentro, su una mensola, c'erano ancora alcuni loro vecchi giocattoli. Era straordinario come il tempo era passato velocemente. Sembrava ieri che, per il compleanno di Dudley, erano andati allo zoo. Avevano anche aizzato un Boa Costrictor contro il cugino. Erano stati attimi meravigliosi.
Improvvisamente, la porta si aprì. I gemelli corsero all'ingresso con le bacchette in mano.
-Ma voi siete pazzi? Ci avete fatto prendere un colpo!- disse Harry mentre metteva via la bacchetta a andava ad abbracciare il suo migliore amico. Con un sospiro di sollievo Éméline strinse forte Hermione e poi, camminando verso il salotto, fecero entrare tutti. Come mai erano così tanti?
Hagrid occupava metà della stanza da solo. Poi c'erano Bill e Fleur, Fred e George, Remus e Tonks, Ron e Hermione, Mundungus Fletcher, Malocchio Moody, Kingsley e Arthur.
-Perché siete così tanti?- chiese titubante Harry.
Malocchio prese la parola.
-C'è stato un cambio di programma Potter, siamo sorvegliati. Dobbiamo andare via di qui senza che nessuno lo sappia, pertanto useremo scope e Thestral.-
-E loro?- domandò Éméline indicando con la testa tutti gli altri e avvertendo le farfalle nello stomaco quando i suoi occhi incrociarono quelli di Fred.
Malocchio tirò fuori due fiaschette e le aprì.
-Credo che voi già conosciate questo particolare intruglio, vero?- disse con un sorrisetto maligno sul volto.
-No, assolutamente no.- disse Éméline prima ancora che Harry potesse capire che pozione fosse e, di conseguenza, come avevano intenzione di usarla. -Non vi trasformerete in noi. Un conto è decidere di venire a prenderci, un'altro è trasformarsi in noi due.-
-L'ho detto che l'avrebbero presa bene?- disse Hermione sarcastica da un punto imprecisato alla sinistra di Éméline.
-Qui siamo tutti maggiorenni tranne voi due, e pronti a rischiare. Quindi: i vostri capelli. Ora.-
-No, ragazzi. Diventare noi, sarete ancora più in pericolo di quando già non lo siate abitualmente!- disse Harry senza muoversi.
-Sì beh, non stiamo proprio morendo dalla voglia di trasformarci in voi due. Metti che poi qualcosa va storto e rimaniamo un tappo pelle e ossa, oppure una secchiona per il resto dei nostro giorni!- commentò George guadagnandosi un'occhiataccia da parte di Éméline. Nessuno disse nulla, in attesa.
Harry rimase fermo sulle sue posizioni, non avrebbe mai acconsentito. Ma Éméline, all'improvviso, prese un po' dei suoi capelli e ne strappò alcuni al fratello.
-Ma sei matta?-
-È la seconda volta oggi che mi dai della matta e no, non lo sono. Sono tutti maggiorenni e possono usare la magia. Non ci vorrebbe nulla a prenderci un capello Harry.-
Poi mise i suoi capelli nella fiaschetta a sinistra e quelli di Harry in quella a destra.
-Bene, dividetevi. Per chi non ha mai bevuto questa roba, vi avviso. Sa di piscio di folletto.-
Tonks, Fleur, Hermione e Fred si misero dal lato di Éméline e a turno bevvero la pozione; mentre Ron, Mundungus, George e Bill bevvero quella di Harry.
Dopo qualche secondo, nella stanza c'erano cinque Éméline e cinque Harry.
-Ottimo. Dovete cambiarvi. Éméline e voi altre andate di là, Harry e voi quattro rimanete qui. I due veri gemelli viaggeranno con Hagrid, Tonks e Mundungus con me, Hermione e Ron con Kingsley, Fred e George con Remus e Fleur e Bill con Arthur. Tutto chiaro? Bene. Partiremo appena farà buio.-
Si cambiarono. Le ragazze avevano una camicetta dorata e dei pantaloni neri. Le scarpe erano bianche e sopra avevano una felpa nera. I ragazzi erano vestiti con dei pantaloni blu, una maglia azzurra e una felpa blu.
-Benissimo. Ognuno di noi andrà in una casa di uno dei membri dell'Ordine, prenderanno la passaporta e ci incontreremo tutti alla Tana. Chiaro? Bene, allora usciamo.-
Harry liberò Edvige. Si misero tutti in posizione. I gemelli era seduti sulla moto di Sirius. Éméline era in mezzo ad Hagrid e al fratello. Lui le prese la mano. Non avevano mai avuto tanta paura: c'erano circa ventimila cose che sarebbero potute andare storte. Si girarono a guardare gli altri: le loro facce esprimevano tutte paura.
-Partite!-
La moto tremò e Hagrid accelerò. Poi, come un aereo, decollarono e puntarono dritti verso il cielo scuro della notte, dovevano passare oltre le nuvole.
La notte era silenziosa e per un breve, intenso instante pensarono che sarebbe andato tutto bene. Ma poi, subito oltre la coltre di nubi, sembrò di essere piombati nel carnevale di Rio de Janeiro. Fatture volavano da tutte le parti e il cielo era pieno di colori che esplodevano come fuochi d'artificio.
Éméline abbassò il capo appena in tempo per evitare una fattura.
-Hagrid, dobbiamo aiutare gli altri!- urlò Harry
-Non posso, devo portarvi al sicuro, ordini di Malocchio!- urlò l'uomo in risposta.
-Pensiamo a difenderci quando...  giù!- una fattura passò a qualche centimetro da Harry.
Éméline si girò verso un Mangiamorte.
-Sectumsempra!-
Lo prese in pieno e lo fece cadere dalla scopa.
Lanciarono ogni tipo di incantesimo.
-Expelliarmus!-
-Stupeficium!-
-Bombarda!-
-Incendio!-
-Impedimenta!-
Poi, mentre Éméline era girata, vide il suo padrino. Piton era occupato a scagliare maledizioni contro chiunque, ma lei notò alcune fatture indirizzate contro i Mangiamorte. Sorrise. Alla fine, aveva continuato bene il suo doppio gioco. Piton si girò e incrociò il suo sguardo. Si guardarono per un po', poi lei gli sorrise. Severus Piton le accennò un breve sorriso e poi, con la scopa, si mise davanti ad Éméline e per poco non venne disarcionato.
-Imbecille! Non devi prendere me!- urlò all'altro Mangiamorte. Poi si girò verso di lei e disse una cosa che lei avvertì appena.
-Sopravvivi.-
Quando Harry si girò per combattere con la sorella, il mago era già andato via.
Sentirono che veniva lanciata una fattura stendente e poi Hagrid si accasciò sulla moto e loro iniziarono a perdere quota.
-Hagrid! HAGRID!-
-Guida Éméline, guida!-
-Ma io non so guidare!-
-Non me ne frega niente, qui ci ammazzano!-
-Non sarebbe una novità.- disse lei tentando di riprendere quota.
Stranamente, ci riuscì. Uscirono dalla battaglia e si diressero a Sud seguiti da due Mangiamorte.
Lanciavano sui due ragazzi maledizioni di ogni sorta, e diverse volte videro partire dei lampi verdi. Poi, dal nulla apparve Edvige. Arrivò a tutta velocità e attaccò il primo uomo.
Tornò indietro ma l'altro fu più veloce. Un lampo di luce verde investì in pieno Edvige, e lei precipitò.
-No, no! Edvige!- urlarono Éméline ed Harry. I Mangiamorte si fermarono: eccoli, erano loro quelli veri. Perché disperarsi tanto per la civetta altrimenti?
E così, era andata anche lei. Edvige, la bella civetta che avevano ricevuto come regalo da Hagrid il giorno del loro undicesimo compleanno, era appena morta per salvare la vita dei suoi giovani padroni. La loro unica compagna estiva, l'unica che non si era mai arrabbiata con nessuno di loro due. E poi lo sentirono. Un dolore fortissimo che fece loro pensare che le loro fronti stessero per esplodere. Si accasciarono sulla moto e poi, dal lato di Harry, videro due occhi rossi e un viso bianco come il latte. Voldemort.
Éméline era praticamente svenuta e il fratello non era messo molto meglio. Ma poi la bacchetta di Harry fece qualcosa di strano: da sola, si girò verso Voldemort e un lampo dorato scaturì dalla sua punta. L'oro si scontrò con il verde e il contatto andò avanti qualche minuto. Poi, così come era iniziato, cessò.
Hagrid si riprese con uno scossone non appena oltrepassarono la barriera che proteggeva la casa dei signori Tonks.
Caddero nell'erba e i gemelli ebbero solo il tempo di sentire la voce di una donna che urlava che erano precipitati nel giardino prima di svenire.

***

Quando si risvegliarono, erano sdraiati su quello che parve loro essere un divano. Sopra di loro la faccia di un uomo paffuto sorrideva.
-Andromeda, si sono svegliati.-
Una donna con un grembiule e che assomigliava moltissimo alla loro Tonks si avvicinò in tutta fretta.
-Finalmente, erano dieci minuti che cercavamo di farvi rinvenire. Come vi sentite?-
-Ho male alla testa.- disse Éméline.
-E ci credo, con la botta che avete dato.-
-Che è successo? Hagrid dov'è?- chiese Harry.
-Oh, lui sta bene. Ora è di là. Ted, va a chiamarlo. Siete precipitati nel giardino e avete perso i sensi. Hagrid ci ha raccontato cosa è successo. Alzatevi e bevete questo, vi sentirete meglio. Poi andiamo di là, la Passaporta partirà tra qualche minuto per portarvi alla Tana.-
I due gemelli bevvero uno strano liquido violaceo e immediatamente si sentirono bene, come se si fossero appena svegliati da un bel sonno privo di sogni. Hagrid raggiunse entrambi e Ted arrivò di corsa con una spazzola per i capelli rosa in mano.
-Presto, parte tra 15 secondi!-
Harry, Hagrid e Éméline la toccarono e pochi secondi dopo avvertirono uno strattone al livello dell'ombelico. Non videro più nulla per alcuni secondi e poi si ritrovarono nel giardino della famiglia Weasley.

Éméline PotterDove le storie prendono vita. Scoprilo ora