[Revisionato]
Il tempo passò in fretta tra lezioni, ricerche, verifiche, Quidditch e incontri privati con Silente.
In quei mesi Éméline aveva intrattenuto una lunga corrispondenza con Fred Weasley. Il ragazzo non le era mai stato indifferente, con quella sua capacità di far ridere chiunque, ma nell'ultimo periodo aveva trovato in lui un vero e proprio confidente.
Hermione e Ginny, dopo settimane, si erano finalmente confidate con l'amica, scoprendo di avere una cotta rispettivamente per Ron e Harry. Éméline era stata così felice che aveva deciso di andare a fare shopping a Hogsmead quel fine settimana.
Inoltre, insieme ad Hermione, Éméline aveva continuato a esercitarsi con le sue nuove abilità Sarà stato per il periodo turbolente che stavano vivendo, sarà stato perché era una giovane adolescente, Éméline aveva sempre più problemi a sfruttare a suo favore l'abilità di Metamorfomagus; così aveva deciso che la scelta più saggia era scrivere all'unica persona che avrebbe potuto aiutarla direttamente: Ninphadora Tonks.Cara Tonks, aveva scritto una mattina,
è un sacco che non ti sento... come stai? Qui ad Hogwarts sta andando bene, anche se la cicatrice a volte mi sembra che esploda... Harry non ha più avuto nessuna visione della mente di Voldemort, ne sono molto felice. Spero che tu, Remus e il resto dell'ordine stiate bene, anche se immagino che avrete una valanga di lavoro. Ti ho scritto non solo per sapere come vi sta andando.. è un po' complicato spiegare come e perché, ma con l'aiuto di Hermione ho scoperto di essere come te: sono riuscita a cambiare il mio aspetto, i miei capelli sono diventati neri. Ci ho messo un po' ma alla fine ci sono riuscita (poi quando ci vediamo ti spiego meglio) ma ora non riesco più a fare nulla. Tu per caso hai qualche consiglio da darmi? Vorrei riuscire a trasformarmi di più, di questi tempi potrebbe ritornarmi utile.
Con affetto,
Éméline.La risposta di Tonks non si era fatta attendere. Circa due giorni dopo, verso le 11:00 un gufo grigio era atterrato sul davanzale del dormitorio femminile di Grifondoro. La lettera diceva:
Ciao Éméline,
sono così felice che tu mi abbia scritto! Silente ci fa sapere come sta andando ad Hogwarts, migliori sempre di più! Neanche i tuoi erano così bravi, ed è tutto dire! Io sto bene e anche gli altri non si lamentano. Remus è un po' giù di corda per la luna piena imminente, ma per il resto stiamo bene. Non posso credere che tu sia una Metamorfomagus, è una notizia fantastica! Molte volte la nostra abilità può venire meno se si è sotto stress o molto preoccupati per qualche cosa. Quello che ti posso consigliare, è di berti una bella cioccolata calda con Hermione e Ginny, una bella serata tra amiche. Rilassati, pensa ad altro, e poi riprovaci, sono sicura che avrai successo!
Un abbraccio,
Tonks.Quella stessa sera Éméline ci aveva provato: era andata con le sue amiche nella Stanza delle Necessità e aveva chiesto un bel post dove rilassarsi e dimenticarsi di tutti i problemi per un po'. Una volta aperta la porta, si erano ritrovate di fronte ad una piscina di acqua bollente, simile a quella presente nel bagno dei prefetti. Si erano cambiate e si erano rilassate parlando di gossip e nuotando in quella meravigliosa acqua calda fino a notte fonda.
Così, una volta chiusa nelle sue tende a baldacchino insieme ad Hermione, aveva chiuso gli occhi e si era concentrata: si immaginò con i capelli neri, la carnagione più scura come quella di suo padre, e gli occhi scuri. Quando aprì gli occhi, Hermione le disse che i capelli erano diventati di un marroncino un po' sbiadito e che gli occhi erano diventati neri. Con un sospiro, Éméline si era detta che aveva così tante cose per la testa che forse al momento le veniva impossibile.
Harry, con l'ausilio della Felix Felicis, era riuscito a strappare il vero ricordo a Horace Lumacorno. Appena lo aveva tenuto tra le mani era corso dalla sorella e insieme erano andati da Silente. Una volta entrati nel suo ufficio, avevano trovato Silente sveglio, immerso nei suoi più profondi pensieri. Una volta accortosi dei due, era saltato in piedi e avevano guardato il ricordo originale.
-È molto peggio di quanto io avessi immaginato...- aveva sussurrato una volta usciti dal Pensatoio.
-Tom Riddle non solo ebbe intenzione di creare un horcrux, ne creò addirittura sette. Ora, durante tutto l'anno scolastico, come immagino voi abbiate notato, ho dovuto assentarmi. Durante quelle assenze, ho cercato nei luoghi più significativi della vita del giovane Tom e credo di aver trovato il nascondiglio di un'horcrux. Tuttavia, non posso sperare di distruggerlo da solo questa volta. Mi occorre, se vorrete venire, il vostro aiuto.- aveva detto loro, ottenendo un'immediata risposta affermativa.
-Solo una domanda professore. Che cosa potrebbe essere un horcrux?- aveva chiesto Harry
-Oh, qualunque cosa. Per esempio un anello, o un diario. Tutte queste cose devono comunque avere un profondo legame con Tom. Il diario era suo e l'anello apparteneva alla famiglia Gaunt, quella del nonno materno.
Aveva inoltre detto loro di farsi trovare alle 18:00 precise sulla torre di Astronomia quel venerdì e ora che i due ragazzi si stavano dirigendo verso la torre, Éméline era preoccupata.
-Andrà bene Harry?- sussurrò al fratello
-Hey, non ti preoccupare okay? Siamo insieme, e questa è la cosa più importante.- le disse lui con dolcezza cingendola con un braccio. Era raro che i due dessero manifestazioni d'affetto, ma quando accadeva, di solito si sentivano subito meglio. Ma quella volta, l'abbraccio di Harry non aiutò a migliorare l'umore di Éméline.
Ultimamente aveva notato che Malfoy era sempre più sfuggente e che Piton era in qualche modo diverso, come se fosse preoccupato, ma allo stesso tempo posseduto da una calma interiore. Lei aveva un pessimo presentimento su quella sera. Durante quei mesi, per indagare un po', spesso aveva preso il mantello di suo padre e aveva girato il castello, scoprendo diverse cose interessanti.
Primo, Draco Malfoy era un mangiamorte;
Secondo, Lord Voldemort gli aveva affidato chissà quale compito;
Terzo, Severus Piton aveva giurato di portarlo a termine qualora il ragazzo avesse fallito.
E lei non sapeva quale delle tre scoperte la spaventasse di più. Cercò di trovare una risposta ma si accorse che erano ormai giunti di fronte a Silente.
-Molto bene. Vi devo chiedere una cosa prima di partire: dovete fare qualsiasi cosa io vi dirò, sono stato chiaro? E con ciò intendo dire che se vi dico di nascondervi, voi vi nascondete; se vi dico di scappare, voi scappate; se vi dico di abbandonarmi e correre via, voi lo fate. Capito?- disse Silente serio.
I gemelli annuirono.
-Ottimo, afferrate le mie braccia.- disse porgendo entrambe le sue braccia.
-Professore... non ci si può materializzare o smaterializzare all'interno dei confini di Hogwarts, lo abbiamo studiato.-
-Sei un'ottima studentessa Éméline, ma essere me ha i suoi privilegi.- rispose il preside con una risata. Harry ed Éméline presero le braccia dell'insegnante e si smaterializzarono.
Riapparvero su una roccia in mezzo al mare. Tirava un gran vento ed era tutto buio. Istintivamente Éméline cercò la mano del fratello e la trovò e la strinse.
-Temo che dovremo nuotare fino alla scogliera ragazzi-
Si guardarono e poi si tuffarono. Éméline venne mandata sott'acqua a causa di un'onda.
-Émé!- gridò Harry
-Nuota Harry, fino a fino a riva! Ci penso io, sbrigati!- gli urlò Silente. I due raggiunsero la scogliera e si arrampicarono sulla spiaggia, dove sembrava esserci l'ingresso di una grotta. Silente si girò e con un rapido movimento della bacchetta Éméline apparve davanti a loro, mentre sputava acqua.
-Stai bene?- le disse Harry, inginocchiandosi al suo fianco.
-Io... io credo di sì.-
Dopo che Silente ebbe asciugato gli abiti di tutti e tre fece strada verso l'ingresso della grotta. Si fermarono davanti ad una parete di roccia.
-È qui dietro.- disse Silente, poi si fece un taglio sulla mano e fece cadere il suo sangue sul muro che crollò in una nuvola di fumo. Oltrepassarono le macerie trovandosi davanti ad un lago sotterraneo. Se non fosse stato per la tetra circostanza sarebbe stato bellissimo. Al centro del lago vi era una specie di piattaforma, con una colonnina al centro.
-Avremo bisogno di una barca per arrivare di la, non dobbiamo per alcun motivo toccare l'acqua. Harry, tireresti la corda? La mia mano non ci riesce e tua sorella deve ancora riprendere fiato.- disse Silente con tono dolce e Harry si avvicinò alla catena che era appena sbucata dall'acqua.
-Cosa ti turba così tanto Éméline?- sussurrò il preside, in modo che solo lei potesse sentire.
-Qualunque cosa c'è qui dentro, indebolirà chiunque voglia rubare l'Horcrux. Conoscendola non ci permetterà di fare nulla che possa ledere alla nostra salute, quindi lo farà lei. Sarà debole quando torneremo ad Hogwarts e allora, in quel momento, Draco Malfoy tenterà di ucciderla, ne sono quasi sicura. E sono altrettanto sicura che se lui non ci riuscirà interverrà Piton. Non lo può permettere professore.- sussurrò in fretta lei in risposta.
-Via via Éméline, ti preoccupi troppo. Ovviamente non farete nulla che possa ledere alla vostra saluta, e ad una giovane ragazza non fa certo bene preoccuparsi così tanto per delle semplici congetture. Oggi, sono certo, andrà tutto secondo i miei piani. Ma se proprio sei preoccupata, ricorda questo: Severus Piton non farà mai nulla se non su mio ordine. Okay?- Silente la guardò e lei annuì.
-Ottimo Harry. Coraggio, saliamo, e ricordate: non dovete neanche sfiorare l'acqua.- salirono e arrivarono fino alla piattaforma. Dopo esserci saliti videro più da vicino che cosa vi era al centro: si trattava infatti di una colonna alta poco più di un metro. In cima era concava, e al suo interno, immerso in un liquido, un medaglione con a fianco un calice di cristallo. Harry e Éméline lo guardarono.
-È questo?-
-Ne sono sicuro. Credo che l'unico modo per poter prendere il medaglione sia bere la pozione. Dovete farmela bere fino alla fine, fino all'ultima goccia. È probabile, quasi sicuro oserei dire, che io vi supplichi di smettere, potrei preferire la morte alla pozione. Ora, vi ordino di non dare ascolto a nessuna delle mie suppliche.- disse Silente prendendo in mano il calice di cristallo. Silente agitò la testa, i suoi occhi erano chiusi. Harry si domandò se stesse soffrendo. Silente immerse, senza guardare, il calice nuovamente dentro il catino, lo riempì e bevve un'altra volta.
Nel silenzio, Silente bevve tre calici pieni della pozione. Allora, a metà del quarto calice, vacilò e cadde in avanti contro il catino. I suoi occhi erano ancora chiusi, il suo respiro pesante.
-Professor Silente?- disse con una voce forzata Harry. -Potete sentirmi?-
Silente non rispose. La sua faccia si stava contraendo come se fosse profondamente addormentato, ma stava sognando un sogno orribile. La presa sul calice si stava allentando; la pozione stava per cadere dal calice. Éméline si lanciò in avanti ed afferrò il calice di cristallo, rimettendolo diritto. -Professore, può sentirmi?- ripetè Harry, la sua voce echeggiava intorno la caverna. Si scambiò un rapido sguardo interrogativo con la sorella.
Silente ansimò ed allora parlò con in una voce che Harry ed Éméline non riconobbero, dato che non avevano sentito mai Silente spaventato come adesso.
-Non voglio... Non lo faccia...- Harry fissava la pallida faccia che conosceva cosi bene, dagli occhiali curvati a mezzaluna sul naso e non sapeva che cosa fare.
-... non mi piace... voglio che si fermi...- gemette Silente.
-Voi... non potete fermarvi, professore- disse Éméline. -Ci avete detto di continuare a darvi da bere, vi ricordate? Ci avete detto che dovevate continuare a bere. Quindi...-Odiandosi, provando repulsione per quello che stava facendo, Harry riportò il calice verso la bocca di Silente e lo capovolse, di modo che Silente potesse bere il resto della pozione.
-No...- gemette ancora l'uomo, poiché Harry abbassò il calice nuovamente dentro il catino e lo riempì. -Non voglio... Non voglio... Lasciami andare...-
-Va tutto bene, professore.- disse Éméline, la sua voce tremava. -Va tutto bene, siamo qui...-
-Fermatevi, fermatevi...- gemette Silente.
-Sì.. sì, mi fermo.- mentì Harry. Capovolse il contenuto del calice nella bocca aperta di Silente. Silente gridò; il rumore echeggiò per tutta la vasta caverna, attraverso la morta acqua nera.
-No no, no, no, non posso, io non posso, non lo faccio, non avverto...-
-Va tutto bene, professore, va tutto bene!-disse urlando Harry, le sue mani erano così agitate che riuscì a malapena a riempire il sesto calice di pozione; il catino ora era per metà vuoto. -Non le succederà nulla, stia tranquillo, non è reale, giuro che non è reale... prenda questo, ora, prenda questo...- Éméline si sedette di fianco all'uomo con gli occhi sbarrati dal terrore. Che cosa stava accadendo?
Ubbidientemente, Silente bevve, come se fosse un antidoto offerto da Harry, ma subito dopo averlo svuotato, si accasciò sulle ginocchia, agitandosi incontrollabilmente.
-E tutta colpa mia, è colpa mia- disse piangendo affermando la mano di Éméline. -Ti prego falli fermare, lo so ho sbagliato, oh ti prego falli fermare, non ancora...-
-Questo li fermerà, professore- disse Harry mentre guardava la mano dell'uomo sul braccio pallido della gemella. La sua voce era rotta mentre rovesciava il settimo calice di pozione nella bocca di Silente.
Silente cominciò a rannicchiarsi come se torturatori invisibili fossero su di lui; la sua mano flagellata quasi fece cadere il calice riempito dalle mani tremolanti di Harry mentre gemeva -Non fategli male, non fategli male, per favore, per favore, è colpa mia, fate del male a me...-
-Qui, beva questo, beva questo, andrà tutto a posto- disse disperatamente Harry ed ancora una volta Silente obbedì, aprendo la sua bocca proprio mentre manteneva gli occhi serrati e si agitava dalla testa ai piedi. Ed ora cadde in avanti, gridando ancora, martellando i suoi pugni sulla terra, mentre Harry riempiva il nono calice.
-Per favore, per favore, per favore, no... non quello, non quello, farò tutto...-
-Questa è quella giusta, professore, è quella giusta...-
Silente bevve come un bambino che moriva di sete, ma quando fini, urlò ancora come se il suo corpo stesse prendendo fuoco.
-Non ancora, per favore, non ancora....-
Éméline aveva le lacrime agli occhi, ma non sapeva se fossero causate dalla pietà che la vista del suo insegnate in quello stato le causava o dal terrore a cui le parole supplicanti di Silente la stavano portando.
Harry riempì il decimo calice di pozione e senti raschiare il fondo del catino.
-Ci siamo quasi, professore. Beva questo, beva...-
Éméline sostenne le spalle di Silente ed ancora, egli bevve tutto il contenuto del calice; ancora una volta era steso ai piedi di Harry che riempiva il calice mentre Silente ricominciò a gridare più angosciosamente che mai,
-Voglio morire! Desidero morire! Fallo fermare, fallo fermare, voglio morire!-
-Beva questo, professore. Beva questo...-
Silente cominciò a bere ma non aveva ancora finito che comincio a urlare -UCCIDIMI!- disse prendendo le spalle di Éméline che si sforzò di continuare a respirare normalmente mentre l'uomo la scuoteva.
-Questo... sarà l'ultimo!- disse affannosamente Harry mentre cercava di separarlo dalla sorella. -Questa è quella giusta. Sarà l'ultima...finirà tutto!-
Silente tracanno il calice, lo vuotò sino all'ultima goccia ed allora, con un rantolio, rotolo per terra sulla faccia. Éméline gridò e si coprì il volto con le mani.
-No!- gridò Harry, che si era alzato in piedi per riempire ancora il calice; invece fece cadere il calice nel catino, si è scagliò giù al lato di Silente e lo sollevò mentre. Gli occhiali di Silente erano storti, la sua bocca era aperta, i suoi occhi chiusi. -No.-disse Harry, agitando Silente, -no, non siete morto, avete detto che non era veleno, svegliatevi, svegliatevi... Rianima!- disse piangendo, la sua bacchetta era puntata verso il petto di Silente; ci fu un flash di luce rossa ma niente è accadde. -Rianima... signore... per favore...-
Le palpebre di Silentes tremolavano; Il cuore di Harry fece un salto,
-Signore, come state...?-
-Acqua.- gracchiò Silente. Éméline trasse un sospiro di sollievo.
-Acqua.- ansimò Harry. -Sì...- saltò in piedi e prese il calice che era caduto nel catino; vide chiaramente un medaglione d'oro arrotolato che giaceva li sotto.
-Aguamenti!- gridò, puntando la sua bacchetta sul calice. Il calice si riempì d'acqua limpida; Harry si mise in ginocchio al lato di Silente, alzò la sua testa e portò il calice sulle sue labbra... ma era vuoto. Silente gemette e cominciato ad ansimare. -Ma com'è possibile... aspetta... Aguamenti!- disse ancora Harry, indicando con la sua bacchetta il calice. Una volta ancora, per un secondo, dell'acqua limpida brillò all'interno di esso, ma mentre si avvicinava alla bocca di Silente, l'acqua sparì ancora.
-Signore, sto provando, sto provando!-
Harry disse disperatamente, ma non pensava che Silente potesse sentirlo; stava disperatamente provando a far apparire dell'acqua nel calice
-Aguamenti... Aguamenti... AGUAMENTI!-
Il calice si riempì e si svuotò ancora ed ancora. Ed ora la respirazione di Silente stava sbiadendosi.
-Deve essere un incantesimo Harry, non riusciremo a far apparire dell'acqua in quel calice.- pensò Éméline ad alta voce.
Il cervello di Harry era in preda al panico, ed Harry conosceva, istintivamente, che l'unico motivo per cui l'acqua svaniva era perchè Voldemort lo aveva progettato... Si scagliò sul bordo della roccia ed immerse il calice nel lago, portandolo su pieno sino al bordo di acqua ghiacciata che non spariva.
-Harry no!- cercò di fermarlo Éméline.
-Signore... qui!- urlò Harry, balzò in avanti, capovolse il contenuto sulla faccia di Silente.
Era il meglio che potesse fare visto che una mano bianca e scheletrica si era appena chiusa intorno al suo polso tirandolo lentamente verso l'acqua. Il vecchio parve risvegliarsi un po' da una specie di sogno.
-Harry!- urlò Éméline scattando in piedi mentre il fratello veniva tirato di colpo sott'acqua.
-La... bacchetta...- rantolò Silente. Éméline si gettò oltre il bordo delle pietre e cominciò ad osservare la superficie dell'acqua. Dov'era? Dov'era Harry?
-Éméline... bacchetta...- sussurrò di nuovo Silente.
-Éméline...-
Ci vollero tre tentativi per attirare l'attenzione della ragazza che si giro e lo raggiunse. Poi si abbassò a prendere la bacchetta e gliela passò. Immediatamente dalla sua punta ne scaturirono delle fiamme. Éméline non riusciva a prestare attenzione a ciò che stava avvenendo, troppo occupata a coprirsi gli occhi per proteggersi dal fuoco.
Poco dopo Harry riemerse.
-Harry!- disse Éméline tirandolo fuori dall'acqua e abbracciandolo.
-Sto bene. Via di qui, ora.- disse scosso.
Silente salì sulla barca seguito a ruota dai due giovani. Arrivati sulla spiaggia davanti alla grotta, Éméline fece apparire tre bicchieri di acqua. Lei ed Harry bevvero con foga il loro, e Silente bevve con una calma che sembrava quasi innaturale.
-Si sente bene?- chiesero
-Io.. si, dobbiamo tornare ad Hogwarts, immediatamente. Prendete le mie braccia.-
porse loro le braccia e si smaterializzarono.
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Éméline Potter
Fanfiction- REVISIONATA- Quando, il 31 luglio, Lily Evans mise al mondo due gemelli, Harry ed Éméline, non avrebbe mai pensato che quei due piccoli fagottini avrebbero cambiato il corso della storia del Mondo Magico. Eppure, da dopo il compimento del suo sacr...