È tornato per me.

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Quando ho vissuto a Carson i miei genitori mi lasciavano a casa da sola nelle ore notturne ed io passavo la maggior parte del tempo pensando. Di solito decidevo di prendere un libro e guardare la pioggia fuori dalla finestra, nascosta ed esiliata dalla gente. I miei genitori, chiaramente, con il passare del tempo iniziarono a preoccuparsi per me. Quotidianamente si facevano sempre le stesse due domande: Perché non è socievole? Sarà per quello che le è successo? La verità è che non lo sono nemmeno io. Ho avuto degli incubi, si avevo anche ascoltato le voci dei vicini su quello che era successo nella casa dall'altra parte della città di Carson. Non lo negavo. In effetti, papà e mamma da quel giorno o meglio da quel giorno o meglio da quella notte qualcosa cambiò.

Con il tempo gli incubi si fermarono e apparvero dei lividi e iniziai a sentire delle presenze che vegliavano su di me, ma anche rumori, voci e suoni strani. Ricordando ciò mi venne la pelle d'oca.

E' da qualche anno che non mi succedeva più nulla, però per qualche strana ragione ho come il presentimento che oggi stesso torneranno queste sensazioni. Sarà perché sono ad una festa e alla quale non sto prestando molta attenzione, che invece riservo al lago e ad una ombra nera. E' nascosta tra gli alberi e i suoi occhi mi guardano. Non gli vedo nessun'altra parte del corpo se non la sua postura imponente, che esprime pura malvagità.

Sono pietrificata.

Sbattei le ciglia e vidi che si avvicinava. Lo feci ancora. Quella cosa si era mossa?

Non mossi più le palpebre. Mi ripeto che questa cosa non mi può toccare, è da quando ho sei anni che mi guarda in silenzio, a volte facendo qualche rumore, altre volte la vedo nei miei sogni o meglio nei miei incubi.

Siccome non riesco a rimanere molto senza sbattere di nuovo le ciglia, la persi di vista. Guardo i miei compagni che si godono la festa, vicino al falò, che fanno annualmente. All'improvviso sento più freddo del normale e quando guardo gli alberi dove inizia il bosco vicino al lago, la cosa non c'è più.

E' un sollievo momentaneo perché so che tornerà.

Ovviamente quella figura è al centro dei miei pensieri. Guardo il mio bicchiere rosso, bevvi l'ultimo sorso e lo lanciai sul mucchio di spazzatura che si era venuta a formare.

Normalmente ero una ragazza invisibile e non andavo a nessuna festa, ma quest'anno mi era toccato condividere la stanza con Vee Anderson. Lei è la ragazza molto popolare, stranamente dolce, bella e molto ricca. Ora che la conosco bene posso anche dire che non è egocentrica, o una troia come pensavo. Al contrario è allegra, festaiola e divertente, una ragazza un po' pazza per essere esatti. Quest'anno è diventata una delle mie migliori amiche. La lascio con delle ragazze per andare a cercare Marcus.

La musica continua molto forte anche se ormai è l'una di notte. Stava facendo freddo e come sempre avevo dimenticato di mettermi qualcosa di più pesante prima di uscire, così mi abbraccio cercando di riuscire a scaldarmi.

Abbasso lo sguardo e sotto ai miei piedi c'è del foraggio che avevano utilizzato per accendere il fuoco. Il suono del legno che brucia mi piace e il cado che emana mi fa venire voglia di avvicinarmi, ma non lo faccio, continuo a camminare fino ad arrivare al bordo del lago, dove ci sono tutti i ragazzi della squadra di basket che sembrano divertirsi molto e quasi tutti hanno un bicchiere rosso che molto probabilmente conteneva della birra.

Quando arrivai mi guardarono e scherzarono. Marcus invece mi sorrise. Alcuni di loro erano bravi ragazzi che avevo incontrato nel campus come Vee e le sue amiche. Se non conoscessi loro non sarei nessuno probabilmente.

"Ciao ragazzi" dico cercando di non vomitare. Essere al centro dell'attenzione mi rende sempre nervosa. "E' stata una partita emozionante"

"Grazie Amanda" dicono quasi tutti, altri invece biascicano solo una 'grazie' o altri mi sorrido solo.

Abbi PietàDove le storie prendono vita. Scoprilo ora