Prologo

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-Lasciatemiiiiii, lasciatemiiii- continuo ad urlare nella speranza che quei due scimmioni aggrappati alle mie braccia mi lascino andare.
-Dai signorina, faccia la brava- mi risponde quello alla mia sinistra.
-Esatto signorina, stiamo cercando di aiutarla- continua quello alla mia destra.
Altro che aiutarmi, credono che sia fessa?
Io per risposta inizio a scalciare e ad urlare ancora più forte, fino a che non sento un pizzico sulla schiena e nel giro di due minuti mi accascio a terra, sostenuta dai due scimmioni.

Hei piccola ... ti amo lo sai questo? Sai che non ti lascerò marcire qui dentro, vero? Ti riporterò a casa, nessuno riuscirà a fermarmi ...

Le mie palpebre scattano verso l'alto e ci metto un po' a capire dove sia. Scatto seduta e, come ogni volta, la stanza è vuota.
Nessuno intorno a me.
Vuoto e silenzio.
Esattamente ciò che sento dentro di me.
Da quando mi hanno chiusa qui dentro, ogni volta che mi addormento o mi danno un aiutino come quello di prima, sogno quella voce, o meglio quei sussurri che sembrano provenire da un ragazzo.
Vi starete chiedendo chi io sia, bene, è la stessa domanda che mi pongo io da quando sono qui.
Se il tempo non mi inganna, ci sono da un paio di settimane e dicono che io abbia perso la memoria, tutta la mia memoria.
Quasi ogni giorno vengono a trovarmi una valanga di persone che si ostinano a dire che sono i miei genitori, o che sono i miei amici, o i miei professori. Ma io non ricordo neanche chi sono io, figurarsi chi sono loro.
I miei occhi scattano sulla maniglia della porta della stanza in cui mi trovo, che si trova esattamente di fronte al mio letto. Dalla porta vedo, purtroppo, spuntare la faccia di quel dannato Dottore.
E' colui che mi ha in cura, grazie al quale dovrei iniziare a ricordare, ma in realtà mi fa solo saltare i nervi ogni volta che lo incontro.
-Vedo che è sveglia, signorina- parla con voce ferma, con un pizzico di severità. Fa sempre così; usa quel tono come se fosse quasi colpa mia se mi trovo qui rinchiusa.
Continuo a fissarlo nella speranza che se ne vada subito e che mi lasci in pace.
-Mi hanno detto che hai cercato nuovamente di scappare- continua entrando definitivamente nella stanza.
Dopo avermi lanciato uno sguardo severo, prende la sedia nell'angolo e si siede esattamente di fronte a me. Impulsivamente ritraggo le gambe il più vicino al mio petto, rimanendo il più lontano possibile da lui.
-Hai deciso di fare sciopero? O hai dimenticato anche come si parla?- mi domanda con un tono sarcastico.
Avete capito perché non lo sopporto? Perché è dannatamente irritante.
-Peccato non sia successa la stessa cosa a lei, Dottore- sottolineo l'ultima parola con un tono dispregiativo e lui di rimando mi risponde con un ghigno.
-Molto bene, non l'hai dimenticato-
-Perché non mi dice quale stramberia mi farà fare oggi, così la finiamo in fretta?- domando con un tono scocciato.
Si presenta in camera mia ogni giorno per pormi domande alle quali ovviamente non so rispondere, o per farmi fare stupidi giochetti come se avessi 5 anni. Per poi ritornare la volta dopo e deridermi fino a farmi incazzare talmente tanto che per calmarmi mi devono sedare.
-Sarai sorpresa di sapere che questa volta io non c'entro- risponde sempre con quell'atteggiamento da schiaffi.
-Ah si? Sappiamo tutti che senza il suo consenso, qui dentro non si fa proprio niente- rispondo stizzita. Perché continua a trattarmi come se fossi una stupida, proprio non l'ho capito. Ho perso la memoria, mica gli occhi.
Ho scoperto di essere un'attenta osservatrice e, probabilmente prima di perdere la memoria, dovevo avere pure un grande cervello, perché tutti quelli che si presentano come i miei professori soprattutto, mi fanno i complimenti per l'intelletto notevole che ho.
-Su questo non oso contraddirti, ma questa volta è una situazione diversa. Uno dei tuoi cari ha avuto un'idea intelligente per aiutarti-
-Ah si? E quale sarebbe questa idea intelligente?- gli domando scettica.
Ogni volta che mi propone qualcosa, è un'idea intelligente per lui, una vera scocciatura per la sottoscritta.
-Te lo faccio spiegare direttamente da loro- mi risponde alzandosi e dirigendosi verso la porta.
-Loro?- sussurro spaventata.
Ogni qual volta mi viene a trovare qualcuno, non riesco fare a meno di sentirmi spaventata e in imbarazzo. Loro sono davanti a me che piangono e si disperano perché non riesco a ricordarmi niente, rendendo questo "soggiorno" ancora più pesante di quel che è.
Poi quando sono tutti insieme sono ancora più spaventosi, più chiassosi e inevitabilmente qualcuno inizia a litigare per non si sa quale motivo.
Intanto il dottore apre la porta e fa entrare tre ragazze e due ragazzi, che si dispongono a semicerchio davanti a me.
"Riconosco" tutti per il semplice fatto che saranno venuti a trovarmi un miliardo di volte.
Alla mia più estrema sinistra c'è la ragazza dalla pelle abbastanza scura, grandi boccoli neri e occhi miele. Ogni volta che mi viene a trovare, mi guarda come se fosse orgogliosa di me.
A fianco ce la ragazza dai lunghi e lisci capelli rossi, che mi guarda come se volesse saltarmi addosso e abbracciarmi fino a farmi soffocare.
Entrambe hanno un sorriso sul volto.
Infine ce la terza ragazza, con lunghi e biondi capelli legati in due trecce e grandi occhi azzurri già lucidi.
È colei che mi preoccupa di più.
Ogni volta che mi viene a trovare scoppia a piangere subito dopo la donna che dice di essere mia madre e mi guarda con uno sguardo distrutto. La prima volta che la vidi, mi si buttò addosso piangendo e per la prima volta da quando mi fossi svegliata in questo posto, sentii qualcosa di forte dentro di me; non volevo che questa ragazza piangesse, soffrisse, soprattutto se la causa sapevo essere io.
L'ho abbracciata forte, fino a che non fu riuscita a calmarsi.
Adesso sembra abbastanza tranquilla, anche se negli occhi ha sempre quella scintilla di malinconia. Ha la mano intrecciata a quella del ragazzo di fianco a lei.
Ha capelli nero corvino e due magnetici occhi verde smeraldo, che sono dalla prima volta che li ho incontrati, mi hanno infuso tranquillità.
Di fianco c'è l'ultimo ragazzo. È sempre venuto a trovarmi, rimando però in disparte in un angolo, come se avesse paura di avvicinarsi, come se gli facessi paura.
Dal canto mio, non sono mai riuscita a guardarlo per più di due secondi in quei suoi occhi grigio-ghiaccio senza sentirmi a disagio. Non riesco a tenere a freno questa energia che mi fa sentire attratta da lui, tanto da sentirmi dannatamente vulnerabile.
Rimaniamo in silenzio per cinque minuti abbondanti, fino a che il ragazzo moro non si decide a parlare.
-Come stai oggi?- mi chiede con voce calma.
-Sei anche tu un dottore per caso?- gli domando d'istinto. Non volevo essere così scontrosa, ma avere tutti quegli occhi puntati su di me non aiuta di certo.
Nonostante il mio tono di voce, lui si lascia scappare una risatina, seguito dalle tre ragazze. Il ragazzo dagli occhi grigio ghiaccio invece rimane immobile, continuando a fissarmi.
Capite perché mi sento a disagio con lui?
-No, non lo sono. Ma sono... anzi, siamo qui comunque per aiutarti- mi risponde sorridendo.
Non gli rispondo, ma gli faccio comunque cenno con la testa di continuare.
Lo vedo prendere un respiro, girarsi verso le ragazze che gli annuiscono, per poi girarsi verso l'altro ragazzo. Si scambiano un lungo sguardo, dopodiché il ragazzo occhi grigio-ghiaccio annuisce e il moro si rigira verso di me con un sorriso ancora più ampio.
-Possiamo sederci? È una cosa abbastanza lunga - domanda al dottore, che prontamente fa comparire cinque sedie esattamente dietro ognuno di loro.
-Bene, siamo qui per proporti una cosa, ma se non sarai sicura o non vorrai, voglio che tu sappia che non ti costringeremo- inizia guardandomi serio e dentro ai suoi profondi occhi verdissimi riesco a vedere solo sincerità.
Riesco solo ad annuire.
-Abbiamo pensato di raccontarti un po' della tua vita- inizia prendendo un bel respiro profondo -nello specifico abbiamo scelto l'ultimo anno vissuto insieme, perché pensiamo sia il più significativo e il più importante - mi dice scandendo ogni parola con estrema calma, ma noto comunque un pizzico di nervosismo.
-Come mai è il più significativo?- domando con voce tremante.
Ogni qual volta mi raccontano qualcosa di me mi sento sempre peggio. Loro si emozionano, ridono e sono esaltati dal ricordo di cui mi vogliono parlare. Appena notato però il vuoto nel mio sguardo, la delusione si palesa nei loro volti e io non riesco fare a meno di sentirmi triste.
-Quello che ti è successo nell'ultimo anno ti ha cambiato la vita e sei stata tu stessa a dirmi che è stato l'anno più importante per te - mi risponde la ragazza dai capelli rossi.
Non ho la più pallida idea se sia vero o no, ma mi limito solo ad annuire.
-Perciò volevamo chiederti se sei disposta ad ascoltarci per molto, molto tempo- mi chiede ritornando a parlare il ragazzo moro.
-Voglio farti sapere che potrebbe causarti un'infinità di stress, emozioni che possono causarr dolore, signorina. Potrebbe fare davvero male- mi informa il dottore, sempre con quel tono da bleffa.
-Oppure molto bene- gli risponde a tono il ragazzo occhi grigio-ghiaccio, senza neanche girarsi verso il dottore.
È la prima volta che sento la sua voce e il cuore inizia a battere come non aveva fatto mai da quando sono qui dentro.
La sua voce mi ha fatto sentire viva.
-Calmo- gli sussurra il ragazzo moro e vedo le spalle dell'altro ragazzo abbassarsi velocemente, rilassarsi.
-Perciò cosa devo fare? Ascoltare e basta?- chiedo facendo riportare l'attenzione su di me.
-Devi essere cosciente però che non dovrai ascoltare solo con le orecchie, ma con ogni parte del tuo corpo, con ogni fibra, emozione, con tutto il tuo cuore- mi risponde il ragazzo moro.
Ma ad iniziare a raccontare non è lui, nè tantomeno il ragazzo occhi grigio-ghiaccio, è la ragazza dalle trecce bionde, colei che dice di essere la mia migliore amica.

Eccoci qua!
Questo è il prologo, ma sono già pronti i prossimi capitoli, perciò penso che posterò ogni due o tre giorni!
È la prima mia storia, anche se è da anni che leggo storie su Rose e Scorpius. Non chiedetemi cosa mi ha spinto a scriverne una, non saprei rispondervi.
Mi farebbe piacere sapere cosa ne pensate di questo piccolo prologo!
Al prossimo capitolo,
Un bacio,
Herm :*

Never Say Never - Rose&ScorpiusDove le storie prendono vita. Scoprilo ora