Giorno tre - Il Momento In Cui Ci Siamo Amati

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Passai la mia giornata riordinando (o almeno provando a farlo) tutti i documenti del negozio di Matteo e dovetti anche occuparmi dello scarico dei nuovi cd e ammettiamolo... Non è che sapessi proprio da dove dovevo cominciare! Ma fortunatamente, ce l'ho fatta. Tornato a casa, dopo aver mangiato qualcosa di cui non mi ricordo nulla e onestamente non sapendo nemmeno la provenienza di quel cibo, di cui ricordo solo la bontà, mi addormentai sul divano. Non ce la facevo a ritornare nella nostra camera... Da solo, non ostante poi la giornata mi aveva lasciato una sensazione buona.

Quella mattina mi alzai leggermente più tardi del solito e mi diressi direttamente in bagno per prepararmi... Ormai avevo chiaro il fatto che dovevo rivivere tutto.
Presi dunque la terza lettera e non mi sbagliavo affatto.

"Buoniorno amore mio,
Immaginando che questo sia il terzo giorno e dunque la terza lettera, ti immagino di fretta perché ti sei svegliato un po' tardi. Come faccio a saperlo? Durante la settimana, il terzo giorno, era quello in cui facevi più fatica a svegliarti o meglio... Quello in cui facevamo più fatica a staccarci, per questo eri sempre in ritardo.

Oggi invece io non ci sono e forse è proprio per questo che sei in ritardo... Perché aprire gli occhi e non trovarmi ti fa male, oggi, più di qualsiasi altro giorno.
Quindi amore mio... Vai in negozio, troverai una cosa familiare nel mio appartamento, una cosa piena d'amore... Il nostro amore".

Andai dunque in negozio e scesi nell'appartamento. Ammetto che mi fece effetto, il giorno prima avevo evitato con tutto me stesso di andarci e questo perché era pieno di lui... Di noi.

Aprii piano la porta e facendo un profondo respiro scesi le scale. Mi fermai poi a guardare quell'ambiente che seppur pieno di mobili, fogli e cose sparse in giro, era al contempo vuoto. Inizia a cercare in giro, più che altro, guardavo ogni cosa, ricordando e cercando di capire se fosse o meno quello l'oggetto che intendeva Matteo.

Sul divano rosso c'era poggiata una maglietta nera che probabilmente s'era cambiato di fretta. La presi tra le mani e la odorai, sapeva ancora di lui, c'era il suo buonissimo profumo alla vaniglia. Istintivamente la ripiegai per bene e la poggia sul bracciolo del divano.

Diedi un occhiata alla cucina e sul tavolo c'era un biglietto che diceva: "Ti ricordi la nostra prima cena romantica? Quella che ho preparato? Se ti ricordi tutto... Saprai dove andare".

Era vero! Sapevo dove andare. Andai nella camera e notai che sul letto c'era una coperta bianca... Quella sera era rossa, così aprii l'armadio e la tirai fuori.

Sopra vi era un biglietto, una rosa rossa (finta) e un cd.

Il biglietto diceva: "Sapevo avresti capito... Quella rosa, ovviamente è simbolica, è per ricordare quel momento che sai e in quel cd, c'è la risposta. Lì da qualche parte, in camera, dovrebbe esserci uno stereo e puoi usare quello per ascoltare il momento in cui ci siamo amati".

Cercai dunque lo stereo e lo trovai poco dopo su una mensola.

"Una sera come tante, diverse come poche, ci siamo amati per la prima volta e l'imbarazzo e la paura, segnavano l'inizio, della nostra storia. Mi guardavi con amore e mi sentivo forte, non sentivo d'esser timido, nonostante, avessi lo sguardo basso. Mi sentivo parte del mondo, di te stesso".

Ero seduto sul letto, ascoltando la canzone e accarezzavo quella coperta. Ricordai tutto di quella sera.
Lui mi chiamò e io ero al lavoro, mi disse che gli mancavo e mi invitò per la prima volta da lui. Cenammo e lui era davvero forte in cucina. Parlammo tutto il tempo e alla fine della cena mi disse piano di aver voglia di me, così senza più parole, facemmo l'amore.
E lui era timido, imbarazzato e impaurito, ma era anche dannatamente bello. E' stato un momento bellissimo, uno di quelli che ti rimangono e che ogni volta, anche solo pensandoci ti colpiscono dritto allo stomaco lasciandoti senza fiato.
Avevo gli occhi lucidi per la gioia e anche perché stavo iniziando a realizzare che non avrei mai vissuto un momento così, non con lui.

Mi ripresi un po' e continuai a leggere la lettera.

"Amore mio,
E' una giornata strana. Forse ci sarà il sole eppure senti freddo, tanto freddo come se stessi in Antartide, lo so perché oggi è lo stesso anche per me.
Mi sento male all'idea di non vederti più, ma so che sarò SEMPRE con te.

Sai, so cosa sta succedendo e lo so da tanto, troppo tempo ma una cosa voglio dirtela: ho scelto di stare con te, ho scelto di amarti, ho scelto di condividere tutto con te, ho scelto di concedermi, ho scelto di sposarti... Ho scelto te.
Questa scelta è stata la cosa migliore della mia vita. Mi hai dato quella vita che avevo perso e non ostante le cose non siano finite nel migliore dei modi sappi che ti sceglierei altre milioni di volte.
Oggi è una giornata strana e ti concedo di stare male, ma non pensare a questa fine con rabbia, ma sorridi pensando a quella notte.

Ti abbraccio forte,
Matt"
.

Ora si che ero in lacrime, stretto a quella nostra coperta.

Erano parole forti e sembrava che non fosse mai andato via, sembrava fosse sempre dietro l'angolo ad osservare tutto e quella sensazione, sapendo poi che non potevo vederlo, mi distruggeva.


Cosa successe il giorno dopo? Non posso anticiparvi nulla :)
ValeRio_Monkey

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