2. Presentimento

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To All of You dei Syd Matters. Questa era la mia sveglia, suonò, erano le 6:45 del mattino, ma rinviandola un paio di volte mi alzai verso le 7:00, tastando il comodino in cerca dei miei occhiali. Ero abbastanza eccitato all'idea di entrare in una scuola d'arte e mi chiedevo come fosse farne parte, così feci una doccia e indossai una t-shirt a strisce, un jeans vintage slavati, e un paio di Vans alte nere. Feci colazione e per le 7:40 uscii di casa, volevo arrivare in anticipo almeno il primo giorno di scuola per scambiare due chiacchiere con qualcuno e non sembrare un asociale.
Scesi dall'auto salutando mia madre e oltrepassai il cancello smaltato di verde; era proprio come me l'aspettavo, tutti quei vestiti e capelli colorati in modo assurdo mi trasmettevano un senso di libertà, di accettazione e di vivacità, il che contrastava nettamente con il tempo di quel giorno: una strana nebbia grigia molto fitta abbracciava tutta la città...
Mi incamminai verso la scuola, ma qualcosa mi disse che dovevo voltarmi: non so cosa fosse stato, qualcosa di, non so... Come una scintilla nella mia testa.
Spostai lo sguardo verso un gruppetto di ragazzi appoggiato al muro di mattoni rossicci della scuola e notai qualcosa, degli occhi verdi... Così penetranti e così espressivi, ma allo stesso tempo confusi... Qualcosa all'improvviso mi incasinò il cervello, come una nuvola grigià che mi offuscava i pensieri.
Ci fissammo per qualche secondo credo, fui io ad interrompere voltandomi per proseguire verso la scuola.
Lì per lì non stetti troppo a pensare a quanto fosse accaduto e entrato a scuola mi appoggiai ad una parete a guardarmi un po' intorno. L'atrio della scuola era veramente ampio, le pareti verniciate di un giallino molto chiaro con due scalinate di fronte all'ingresso che portavano ai piani superiori e un ascensore posta tra le due scalinate.
Ad un tratto una ragazza, che poi ricordai ci conoscemmo alle medie, mi si piazzò davanti e mi salutò apparendo molto vivace rispetto a quel che ricordavo essere il suo solito.
-Hey!- sembrava felice di vedermi, così le risposi. Chiacchierammo per credo una decina di minuti del perchè avessimo scelto questa scuola, se io o lei conoscessimo qualcuno e scherzammo un po', sono un tipo molto timido, ma se mi sento a mio agio mi sciolgo quasi subito.

Alle 8:10 suonò la campanella e notai di nuovo quel ragazzo. Questa volta lui non mi aveva visto, ma come se qualcosa l'avesse chiamato, come successo a me poco prima di entrare, si voltò di scatto e i nostri sguardi si incrociarono di nuovo.
Fu una cosa molto rapida però, entrambi dovevamo avviarci verso le classi. Così io e la ragazza, di nome Lena salimmo le scale verso le classi al piano di sopra con il resto della scuola, grazie a lei trovai subito la sua, ed ora anche mia classe.
Entrai assieme agli altri studenti che quasi non si accorsero di me, erano distratti a chiacchierare di vacanze...
-Meglio- pensai fra me e me, poi come solitamente si usa, la professoressa richiese il silenzio per presentarmi alla classe.
Non dissi molto: il mio nome, da quale scuola provenissi e il motivo per il quale avevo cambiato.
La professoressa continuò a fare l'appello, drizzai le orecchie quando pronunciò un nome:
-Aaron?-
Prestai attenzione a chi rispose, il ragazzo dagli occhi verdi. Rispose con un tono di voce un po' timido, ma molto tranquillo e un cenno con la mano altrettanto tranquillo. In realtà dava l'idea di ragazzo molto popolare, vestiva un po' vintage, "Tumblr" forse è il termine che userei, felpone Adidas bianco, jeans chiaro slavato vintage e un paio di converse alte, nere. Aveva anche una giacca in camoscio marrone, molto anni 80... Quanto adoro quel periodo!

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