4. down on boys

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Non posso credere di avermi messo così a rischio.

Sono stata stupida, una vera incosciente, perché ormai dovrei ben sapere di che cosa sono in grado le persone.

Non ci si può fidare a priori, non puoi farlo e basta, perché le persone non fanno altro che deluderti e ferirti.

E io non voglio aggiungere altre cicatrici.

"Secondo me non è così grave." Commenta Sophie, mentre fruga nel suo armadietto.

"Non è grave? È una tragedia."

Lei alza gli occhi, chiudendo l'armadietto e tornando a guardarmi col sorriso.

"È solo un appuntamento." Dice, tranquilla "Con un ragazzo molto carino e simpatico."

"È pur sempre un ragazzo." Ribatto, seria, abbassando lo sguardo "Come quello."

Sophie, al mio fianco, sospira, e io so esattamente il perché.

Si avvicina a me, accarezzandomi la schiena, sorridendomi.

"Ciò che ti è successo è stato terribile e vorrei non foser mai capito." Dice, apprensiva "Ma è passato un mese e vorrei che almeno tu provassi a fare qualcosa per te, per sentirti meglio."

"Pensi che un appuntamento possa farmi sentire meglio?" Chiedo, scettica.

"Penso che potrebbe aiutarti a capire che non tutti gli uomini sono dei mostri." Dice, scuotendo appena le spalle "E che fidarsi non è così male."

"Non lo so." Ammetto, sinceramente: in realtà non sono così sicura di voler ricominciare a fare tutte le cose di cui parla Sophie.

La mia amica sospira, e poi sorride guardandomi "Facciamo una serata fra donne."

"Una serata fra donne?" Chiedo, perplessa: Craig potrebbe ucciderci.

"Ma si, potrebbe essere una buona idea!" Esclama, entusiasta "Una serata abbasso gli uomini."

"Dici sul serio?"

Sophie circonda le mie spalle con un braccio, sorridendomi "Se serve questo per renderti felice allora lo farò."

La guardo, sinceramente grata: lei è la migliore fra le migliori amiche che avrei potuto avere, e le voglio bene come una sorella.

"Grazie."

Lei scuote le spalle, riprendendo lo zaino da terra e mettendoselo sulle spalle "Avrai modo di ringraziarmi dopo ciò che accadrà sta sera."

***

Sistemo le maniche del maglione nero, cercando di nascondere le ferite che ho sui polsi, ancora troppo visibili.

Certe sembrano non vogliano proprio andarsene, quasi come se peggiorassero nel tempo.

E questo non fa affatto bene al mio spirito.

Suonano al campanello, e subito mi do un ultimo sguardo, cercando di capire se sono abbastanza carina o no.

Ovviamente so già la risposta: se prima ero presentabile ora non sono nemmeno lontanamente guardabile.

E forse è meglio, perché non voglio che qualcuno veda come è ridotto il mio corpo.

Sorrido, cercando di essere positiva verso questa serata, ed apro la porta, cadendo subito nel dispiacere.

"Ciao." Mi saluta Caleb, sorridente mentre si sistema i suoi bei capelli castani.

Cuore di cenereDove le storie prendono vita. Scoprilo ora