Capitolo 2. Parte: 1/3.

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Luhan.

Avevo frequentato le zone peggiori della città abbastanza a lungo da conoscere la differenza tra un poco di buono e una persona davvero cattiva.
Oh Sehun aveva tutta l'aria di appartenere alla seconda categoria, e c'è l'aveva scritto non solo in fronte, ma ovunque. E non era certo solamente per via del fulmine tatuato sul viso o per il modo minaccioso e cauto in cui si muoveva, come un serpente avvolto su se stesso pronto ad attaccare e a iniettarti il suo veleno senza darti il tempo di muovere un muscolo. I suoi occhi scuri erano vuoti, come se le emozioni fossero state spente molto tempo prima e non avesse alcuna intenzione di riaccenderle. Io ero nato nella povertà. Ero cresciuto in un posto in cui essere poveri era una fortuna, perché se eri solo "povero" significava che almeno qualche soldo ce l'avevi. Di conseguenza, avevo visto quello sguardo più di una volta, ma mai su una faccia che sembrava dirti che avrebbe potuto distruggere tutto quello che amavi senza nemmeno battere quel ciglio folto e nerissimo. Era un ragazzo che, per i pochi anni che aveva, aveva visto e vissuto cose che la gente normale non sperimentava in una vita intera. Nel suo mondo sopravvivevano solo i migliori dei peggiori, e io sapevo bene che quella era proprio la definizione perfetta per Hun.
Certo, Yifan mi aveva rassicurato più e più volte, mi aveva giurato che era un tizio in gamba, che sarebbe stato in grado di risolvere la situazione con Jimin e Jb, appena uscito di galera.
Mi aveva detto che era uno che aveva avuto una vita molto dura e aveva fatto il massimo che poteva con le carte che aveva. Ma dopo averlo visto con i miei occhi nel mio appartamento malmesso, ero sicuro che Yifan avesse torto, e non di poco. Mio fratello non aveva alcuna familiarità con la disperazione, non sapeva cosa vuol dire soffrire per le privazioni. Non era in grado di vedere quello che avevo visto io nei suoi occhi, quella volontà incontrollabile di fare qualunque cosa fosse necessaria per sopravvivere. Era finito in prigione quando ancora era poco più di un ragazzino spaventato, ma i cinque anni dentro non l'avevano piegato. Al contrario, l'avevano reso più forte, più pericoloso e, se non mi stavo sbagliando, probabilmente anche un criminale migliore. Non volevo averci assolutamente niente a che fare, ma se era la mia unica opzione per aiutare Yifan, avrei fatto di tutto, gli avrei dato tutto quello che voleva. Ecco quanto era importante mio fratello per me.
Sehun non si era preoccupato di chiedermi se mi desse fastidio il fumo, si era limitato ad accendersi una sigaretta e mettersela tra le labbra. La parte inferiore della bocca era gonfia e martoriata come se avesse sbattuto contro qualcosa. I suoi occhi scuri vagavano per la casa e avevo l'impressione che stessero valutando ogni singolo dettaglio. Era una cosa che odiavo. Vivevo grazie al mio stipendio, tiravo avanti lavorando come un mulo, e sapevo come sopravvivere e badare a me stesso in quei quartieri malandati. Non avrei lasciato che quel tizio mi giudicasse. Dopotutto, era un criminale e un galeotto. Magari io non possedevo granché, ma tutto quello che avevo me l'ero guadagnato onestamente.
《Che cosa sai?》.
La sua voce era roca, ruvida, come se non la usasse spesso. Si avvicinò alla finestra scheggiata e scostò le tende per osservare la tavola calda dall'altro lato della strada. Probabilmente era preoccupato per la sua preziosa auto.
《Non molto. Yifan si è presentato all'istituto dove mi avevano scaricato quando l'ultima famiglia che mi aveva in affido si era trasferita. Più o meno quando ti hanno messo dentro. Mi ha detto che era mio fratello. Mi ha raccontato i fatti salienti della dinastia Wu e lì ho capito che mio padre era un incubo più o meno quanto mia madre. Mi ha tirato fuori da una situazione veramente brutta, mi ha donato una vita molto migliore - anche se per poco tempo -, mi ha fatto sentire parte di una famiglia, poi mi ha lasciato qui in attesa》.
《In attesa di cosa?》.
Scrollai le spalle e mi lasciai cadere sul mio vecchio divano.
《Di te, immagino》.
Mandai a Jongdae un messaggio per farli sapere che, per il momento, era tutto a posto. Avevo messo in allarme il vicinato, era una settimana che tutti tenevano gli occhi aperti, alla ricerca di un ladro sfuggente con un fulmine tatuato in faccia. Era quasi un sollievo che alla fosse presentato davvero, anche se nella sua testa, evidentemente, irrompere in casa mia e scassarmi la porta era una buona idea. Ero seccato di averlo mancato con il taser. Avevo bisogno di fare qualche sessione di autodifesa in più alla palestra della zona. Dalle mie parti, un ragazzo single non poteva mai essere troppo accorto, o prendere troppe precauzioni.
《Sono cresciuto in una città come questa e in un quartiere come questo, ma in un altro Stato. Da quello che sono riuscito a capire origliando i discorsi di Yifan, lord Wu ha pagato una discreta somma a mia madre per liberarsi di me e sparire dalla circolazione. Lei non l'ha fatto, ha preso i soldi ed è scappata. Solo che neanche lei mi voleva, o almeno non quanto voleva la droga. A quel punto sono finito nel "sistema": famiglie adottive, case famiglia e compagnia bella. Yifan mi ha trovato proprio quando stavano per affidarmi a una famiglia con una reputazione terribile. Al padre piaceva toccare i ragazzini e la madre era un'alcolizzata che se ne fregava di tutto e tutti. Volevo darmi alla macchia ma Yifan mi ha convinto a ripensarci, mi ha detto che si sarebbe preso cura di me. Ha persuaso suo padre a riconoscermi, così mi ha tirato fuori dal sistema, poi siamo rimasti insieme nella cittadina in cui andavo a scuola fino al giorno in cui mi sono diplomato. Non mi ha mai detto perché non poteva tornare a The Point e alla fine io mi sono stancata di chiederglielo. A quel punto, circa un anno fa, è successo qualcosa: ha fatto i bagagli per tutti e due e ci siamo trasferiti qui. Come se avesse un piano. Io mi sentivo in debito con lui, quindi sono partito senza fare domande. Glielo dovevo. Mi ha salvato, d'altronde》.
Scossi la testa, stringendo le mani.
《Non so cosa sia successo e che intenzioni avesse, ma mi piaceva questa zona, mi piaceva l'università pubblica, quindi mi sono fermato qui. Lui se ne stava per i fatti suoi e bazzicava le strade come se stesse facendo la posta a qualcuno. Pensavo che stesse solo aspettando che tu uscissi di prigione, ma poi si è presentato il tizio in abito. Ha fatto la voce grossa, mi ha messo una paura del diavolo e Yifan ha perso completamente la testa. Non l'avevo mai visto tanto su di giri. So che è andato da Jb. Ha detto che non aveva più intenzione di fare il burattino. Era stufo di lasciare che fossero altri a prendere le decisioni. Mi ha anche detto che non era mai riuscito a perdonarsi per quello che ti era successo, e che se ti fossi fatto vivo mi sarei dovuto fidare di te. Tutto questo è successo qualche settimana fa, e nessuno l'ha più visto né sentito da allora》.
Lui soffiò via una boccata di fumo e si tolse il cappuccio della felpa. Indossava un berretto nero fatto a maglia che gli dava un'aria pericolosa. Ma, a pensarci, ogni cosa in lui dava quell'idea. Il livido sulla guancia, i pantaloni neri con gli stivaletti pesanti, il piccolo tatuaggio della Runner sul dorso della mano, vicino al pollice, le spesse sopracciglia scure sugli occhi privi di emozioni, la smorfia cadente di una bocca che sembrava troppo morbida e attraente per stare su un volto tanto duro. E con una stazza tanto imponente, che suggeriva una potenza terribile, non era certo il tipo con cui volevi ritrovarti in uno spazio chiuso. E poi non tolleravo minimamente che non mi avesse ancora detto nulla. Non riuscivo a capire a cosa stesse pensando dietro quella cortina scura che era il suo sguardo.
《Non è mai andato all'università?》.
Una domanda molto strana dopo tutto ciò che gli avevo appena detto, ma non potevo farci niente.
《No. Ha usato i soldi della retta per mantenere me e lui per qualche anno. Mi ha anche fatto ritirare dalla scuola pubblica e mi ha iscritto a un istituto privato. Ci vado da due anni》.
《Che bastardo altruista》.
Mi irritai immediatamente.
《Nella scuola in cui andavo prima c'erano i metal detector, studenti e insegnanti erano armati e una ragazza è stata stuprata vicino agli armadietti. Non sapevo mai se giorno dopo giorno avrei riportato a casa i compiti o un occhio nero. Era orribile.
Yifan voleva che io avessi il meglio, e dato che lord Wu aveva rifiutato di occuparsi della faccenda, ci ha pensato lui》.
《Non è riuscito a salvare me, quindi ha deciso di salvare te?》.
Avevo pensato la stessa cosa, ogni volta che Yifan mi aveva parlato del suo migliore amico finito in carcere. Un tizio con quell'aspetto non avrebbe dovuto essere così svelto di testa. Non era il classico tipo tutto muscoli e niente cervello. E ai miei occhi la sua intelligenza lo rendeva un milione di volte più pericoloso.
《Non so quali fossero le sue ragioni e non m'importava. Finalmente avevo qualcuno che mi voleva bene e che mi considerava più importante di farsi una dose. Mi ha offerto l'opportunità di vivere una vita normale e stabile, mi ha fatto capire cosa vuol dire avere una famiglia. Si è schierato contro i pezzi grossi, e io farei di tutto - e quando dico "tutto" intendo davvero qualsiasi cosa - per proteggerlo》.
Yifan non era solo il mio fratello maggiore. Era il mio eroe, il mio salvatore. L'unica cosa al mondo senza la quale non potevo vivere. I soldi, le mie cose, la mia sicurezza, niente di tutto questo aveva la minima importanza. Erano tutte illusioni. I sacrifici che lui aveva fatto, il modo in cui era piombato in scena e aveva dimostrato a un sedicenne solitario che la vita è molto di più che riuscire ad arrivare alla fine della giornata... Non avrei mai potuto ripagarlo a sufficienza. Avrei dato tutto quello che possedevo, avrei sacrificato chiunque per rivederlo sano e salvo. Hun spense la sigaretta sotto la suola del suo stivale e si allontanò dalla finestra. Si tirò di nuovo su il cappuccio della felpa e passò davanti al divano su cui stavo seduto. Dopo qualche altro passo, posò lo sguardo su di me. Quegli occhi erano due pozzi scuri, infiniti e vuoti, che si aprivano su un volto che non avrei mai più dimenticato, ne ero sicuro.
《Tieni un basso profilo. Se Jimin o un qualsiasi altro tizio dall'aria losca vengono a curiosare, chiama questo numero》.
Mi sparò una serie di numeri che non sarei mai riuscito a ricordare, ma anuii lo stesso.
《Se Yifan si mette in contatto con te, in qualsiasi modo, digli che sono uscito. Digli di cercarmi e che Jb è un problema mio, non suo. Digli che i conti sono in pari, a meno che io non dica il contrario. Hai capito tutto, rosso?》.
Odiavo essere chiamato così. Non è facile non avere un soldo bucato, ma se in più hai dei capelli rosso fuoco che tutti vogliono prendere in giro la situazione si fa brutta. A ogni modo, quello non era certo il tipo di persona con cui mettersi a cavillare per un nomignolo. Anzi, in generale non era il tipo di persona con cui si poteva cavillare su niente. Si avvicinò alla porta e io balzai in piedi.
《Tutto qua?》.
Lui mi guardò voltandosi appena e aprì la porta scassata.
《A meno che tu non sappia qualcosa che mi possa essere di una qualche utilità sì, è tutto qua》.
Lo fissai.
《Voglio dire, che succede adesso? Che dobbiamo fare per trovare Yifan?》.
Sollevò un sopracciglio scuro e corrugò un angolo della bocca.
Noi non facciamo proprio nulla. Io batto le strade e provo a far parlare un po' di gente. Devo scoprire su cosa stava lavorando e cos'è che Jb desiderava al punto di mandare Jimin in missione. Tu limitati a farmi sapere se si mette in contatto con te》.
Uscì così rapidamente e silenziosamente che dovetti mettermi a correre per seguirlo giù per le scale.
Ero alto e avevo gambe lunghe, ma lui era ancora più alto e aveva gambe più lunghe. Inoltre si muoveva come un'enorme ombra confondendosi con le altre che si allungavano sui muri.
《Voglio aiutarti. Anzi, ho bisogno di aiutarti. A Yifan devo tutto》.
Qualche gradino più in basso di me, lo vidi alzare lo sguardo e fissarmi. Mi fece venire i brividi. Nessuno dovrebbe avere occhi così freddi e inespressivi.
《Può darsi che non sia mio fratello dal punto di vista genetico, ma è comunque mio fratello, e lo conosco abbastanza da sapere che qualsiasi cosa abbia fatto per te, l'ha fatto perché voleva, non perché doveva. Yifan adora fare l'eroe》.
Non sapevo come prendere quella frase, e nel tempo che impiegai per mettere in ordine i pensieri, lui era già arrivato quasi in fondo alle scale. Sapevo che se fosse scomparso non l'avrei mai più rivisto, e non potevo permettere che accadesse. Era il mio unico legame con Yifan, non m'importava niente delle conseguenze.
《Te lo ripeto: devo aiutarlo》.
Si voltò di nuovo e in quell'istante capii che era meglio non fare un altro passo.
《Tu non saresti in grado neanche di aiutare te stesso. Pensi davvero di riuscire a fermare gente del genere con un taser e una padella?》.
In realtà avevo anche una nove millimetri nel comodino a fianco al letto, e Yifan mi aveva insegnato a usarla, ma pensai che in quel momento fosse meglio tenere per me quell'informazione.
《Ti stavo aspettando. Sapevo che eri tu》.
《E se invece non fossi stato io? Se mi avessi mancato con il taser, saresti stato fottuto. Letteralmente. Io lavoro meglio da solo. Non so cosa sta succedendo, ma non ho certo bisogno di un ragazzo, che assomiglia a un cerbiatto, tra i piedi che mi rallenti o che faccia qualche casino》.
Sentii le mie sopracciglia sollevarsi fino all'attaccatura dei capelli. Mi avevano detto di tutto sul mio aspetto, a volte in senso positivo a volte no, ma nessuno mi aveva mai dato del cerbiatto.
《Prego?》.
Lui rise, o almeno credo che quel suono indicasse una risata, e scese qualche altro gradino.
《È per via dei tuoi occhi e della carnagione bianco latte. Sembri un ragazzino cresciuto nei boschi. Di certo non un tipo di città, e neanche un ventenne》.
Be', se era per quello, lui dimostrava qualche anno in più. Ma non si poteva negare che avesse in tutto e per tutto l'aria del criminale e che emanasse un alone oscuro e pericoloso.
《Per tua informazione, non sono mai stato in un bosco in vita mia e farò di tutto per prendermi cura di Yifan e riportarlo a casa, con o senza di te》.
Volevo fare l'uomo forte. Volevo fargli capire che potevo essere una risorsa utile. Non ci riuscii. Sembravo solo spaventato e insicuro, e lui se ne accorse.
《Allora facciamo senza di me, rosso》.
E poi scomparve. Si dileguò nella notte, proprio come il ladro che era.

Bad Love. {HunHan Ver.}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora