Capitolo 2. Parte: 3/3

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Luhan

《Non vedi davvero l'ora di andartene, stasera eh?》.
Mi voltai sentendo quella voce e vidi che Kim Junmyeon si era appena seduto al mio fianco. Facevamo entrambi i camerieri in quel ristorante, proprio nell'angolo in cui The Point finiva e iniziava The Hill. Io venivo da un lato del mondo e lui dall'altro, ma andavamo d'accordo e, semmai fossi stato il tipo di persona che aveva degli amici, lui sarebbe stato uno di loro. Era gentile, non s'impicciava degli affari miei e copriva sempre volentieri i miei turni quando dovevo andare a lezione o all'altro lavoro. Inoltre, non si faceva mettere i piedi in testa da nessuno. Molte ci provavano non solo perché veniva evidentemente da una famiglia con i soldi, ma perché era minuto e davvero attraente, e il ristorante era abbastanza vicino a The Point da far credere che fosse una preda facile. Be' errore.
《Sì, è vero》.
Stavo facendo i conti delle mance molto prima della fine del mio turno e avevo anche lasciato un paio di tavoli a una ragazza nuova. Odiavo rinunciare ai soldi, ma trovare Yifan era la mia unica priorità e, se fosse stato necessario, per un mese potevo anche fare a meno dell'acqua in casa.
《Devi fare i compiti?》.
Junmyeon voleva solo essere amichevole, ma non avevo tempo.
Non sapevo a che ora Hun si sarebbe presentato a quel locale, il che significava che dovevo arrivarci prima che mi vedesse e che riuscisse a bloccarmi in qualche modo.
《No, non stasera》.
Oltre al ristorante, lavoravo qualche ora a settimana in una struttura di assistenza come quelle in cui ero cresciuto io, un istituto che smistava i ragazzi in attesa dell'affidamento. Se è vero che al mondo ci sono tante famiglie adottive davvero ottime e tante persone pronte a dare una mano, è altrettanto vero che ce ne sono molte pessime. Io volevo essere d'aiuto, volevo offrire ai ragazzi l'opportunità di una vita normale, come Yifan aveva fatto con me. Frequentavo anche le scuole serali perché volevo laurearmi e fare il terapeuta. Volevo che i ragazzi che avevano vissuto le mie stesse esperienze avessero una possibilità in più di lottare.
《Be', non si tratta di un appuntamento galante perché gli asini non hanno iniziato a volare in cielo, quindi che vai a fare di bello?》.
Lo fissai. Era un ragazzo davvero carino, mi chiedevo sempre cosa ci facesse lì e perché mai non fosse invece in qualche associazione studentesca maschile o in un campus universitario. Aveva i capelli perfettamente acconciati in un taglio lungo che faceva ricadere i suoi capelli leggermente sugli occhi, con tonalità perfette di biondo più scuro e biondo paglia, occhi marroni dall'aria gentile e un corpo che sembrava fatto apposta per la divisa aderente che indossava al lavoro. Era una persona deliziosa e li importava davvero di me, ma non potevo metterlo in mezzo a quello che stava accadendo. Mi avrebbe detto di stare attento e di guardarmi le spalle perché Sehun era uno che portava guai. Come tutti. Ok universo, messaggio ricevuto: il fatto che quel tizio fosse entrato nella mia vita era una cattiva notizia. Peccato che al momento non ci potessi fare nulla. Invece di rispondere, inclinai la testa e sollevai un sopracciglio.
《Senti, secondo te ho l'aria di assomigliare ad un cerbiatto?》.
Mi guardò come se avessi proclamato di essere Napoleone, poi scoppiò a ridere.
《Cosa? Chi ti ha detto una cosa del genere?》.
Misi i soldi e gli scontrini negli scompartimenti appositi e intascai i soldi della mance.
《Un tizio. Ho pensato che fosse fuori di testa》.
Lui mi esaminò attentamente per qualche secondo, poi si spostò una ciocca di capelli biondi dagli occhi.
《Be', va detto che una certa aura di innocenza e integrità ce l'hai, ma io ti conosco, so bene che non è quello che sei veramente. Probabilmente l'ha detto per i vestiti di dieci taglie più grandi e perché non ti trucchi. In più hai una tonnellata di capelli che non ti sistemi mai e che ti fanno sembrare un bambino di cinque anni》.
Bei vestiti, capelli agghindati e trucco, in quella parte della città, attiravano un sacco di attenzioni indesiderate. Senza contare che i miei capelli erano già un faro nella notte per conto loro, e io non avevo intenzione di saltare agli occhi ancora di più.
《È la stessa cosa che ha detto lui》.
《E chi sarebbe questo tipo?》.
Alzai le spalle con il massimo della noncuranza che ero capace di simulare.
《Nessuno, un amico di mio fratello. È passato da casa perché lo stava cercando e io gli ho detto che non si fa vedere da un po'》.
Fece una faccia strana. Per qualche motivo, a Junmyeon non andava a genio Yifan. Avevano un background simile e per ragioni diverse si erano ritrovati entrambi nei bassifondi, ma tra loro non era scattata l'intesa. Lui lo trattava male, e Yifan tendeva a ignorarlo e io mi ritrovo nel mezzo, imbarazzato, perché Junmyeon mi piaceva davvero, e di norma le persone che mi piacevano non erano molte.
《E questo amico ha idea di dove sia finito Yifan?》.
Scossi la testa e mi allontanai dal tavolo.
《No, e forse non me lo direbbe nemmeno se lo sapesse. Non mi è sembrato il tipo che ama condividere informazioni》.
《Diciamo pure che è un cafone, visto che ti ha dato del cerbiatto che viene da un bosco, senza sapere niente di te》.
《Non sai quanto... Senti, facciamo che ti aggiorno più tardi, va bene? Devo andare》.
Non aspettai neanche che mi rispondesse e corsi fuori dal ristorante.

Bad Love. {HunHan Ver.}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora