Capitolo 4

31 2 0
                                    

Dopo l'incontro con il mio eroe, le giornate passarono più velocemente, anche perché il nonno veniva spesso a trovarmi, con la scusa di risollevarmi il morale. 

E ci riuscì.

Ancora non mangiavo, bensì mi rifugiavo nel mio angolino, ma grazie al nonno riiniziai a parlare e anche a sorridere.

Con i miei la situazione invece di migliorare, peggiorava solamente. Invece di fare un passo avanti, pareva che ne facessimo tre indietro. Le faccende domestiche erano tutto compito mio e non appena mi lamentavo, ricevevo uno schiaffo e il telefono sequestrato per 5 giorni. "Nemmeno in un carcere ti trattano così" pensavo....

La principessina di casa sdraiata sul divano e io a svolgere i compiti che avremmo dovuto dividerci, mentre io tra me e me, mandavo tutti a fanculo.

Essendo anche l'esatto opposto di mia sorella, in ogni mia frase pronunciavo sempre una parolaccia, e anche se non si dovrebbe fare, non la smettevo mai di continuare.

Dopo circa una settimana dal compleanno del nonno, egli mi invitò a passare quel weekend a casa sua. Inizialmente ero incerta, ma non vedevo il motivo per cui non potevo andare e così accettai.

Mi portai dietro solo lo stretto necessario, per quei due giorni che avrei passato in santa pace.

Mi passò a prendere il nonno a casa, non avevo voglia di entrare in macchina con qualcuno a meno che non era lui.

Dopo circa un'ora di tragitto, dovuto principalmente al traffico, entrai in casa, salutai nonna con un semplice "ciao" detto con noncuranza e, senza degnarla di uno sguardo, salii al piano superiore dell'edificio. Entrai nella stanza che un tempo apparteneva a mio zio. Dopo di che, mi buttai sopra il materasso del lettino singolo e crollai in un sonno profondo. 

-------------------------------

Il giorno seguente mi svegliai presto, circa le 8:00.

Dopo tanto tempo feci una colazione abbastanza abbondante.
Mangiai il dolce della nonna, ma anche le fette biscottate con sopra il miele, che io adoravo.

Passai la mattinata ad aiutare i nonni: il nonno all'orto e la nonna in faccende domestiche. Con lei non mi pesava farlo perché comunque intanto parlavamo e il tempo parrò molto velocemente.

Arrivò l'ora di pranzo e mangiammo tutti insieme una buonissima pasta con sugo e l'insalata buona che solo mia nonna sa fare.

Dopo di che sparecchiammo e i nonni andarono a riposarsi, invece io andai a guardare un po' di televisione.

Era un weekend favoloso, non vorrei mai che finisse, certo, fin quando non successe quello che non doveva succedere.

Il nonno di pomeriggio mi chiese di andare a fare una passeggiata. 
Io accettai senza rifletterci due volte. Non trovavo il motivo per cui non dovevo farlo. Così mi preparai: indossai uno jeans e una maglietta azzurra e sistemai i capelli in una coda alta per il troppo caldo che sentivo nonostante fossimo in pieno gennaio.

Uscimmo.

Camminammo lentamente e giungemmo alla piccola villa del paese, dove si trovavano le giostre per i bambini e delle panchine. Il tutto era circondato da muretti che svolgevano anch'essi funzione di panchine. Oltre a questi, c'erano degli alberi d'ulivo che, con la propria ombra, permettevano di non accecarsi con il costante sole accecante della città.

Adoravo andare lì, sdraiarmi sull'erba e rilassarmi mentre leggevo un libro. Era una mia abitudine estiva, che mi rilassava, oltre alle dolce calde, grazie alle quali i muscoli si rilassavano e i pensieri si schiarivano.

Lost in LOVE💖Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora