Capitolo 10

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La mattina seguente passò come tutte le altre, con l'appello mattutino, la colazione e l'inizio dei lavori.
Quel giorno il cielo era pervaso da tante nuvole e sfumature di grigio, sembrava quasi che da un momento all'altro sarebbe scoppiato un acquazzone, di fatto era ormai entrato l'inverno e tra poco sarebbe arrivato anche il Natale, ma non sarebbe stato come tutti gli altri ... Senza le persone care a fianco e senza doni... Ma triste, come tutte le altre giornate lì dentro.

A Sarah venne dato nuovamente il compito di stirare alcune divise presso la lavanderia del campo, ma poco dopo vide la porta aprirsi e si ritrovò davanti al tenente Schwarz... Quel giorno aveva gli occhi più azzurri del solito.

<<Devi venire con me ebrea.>> - esclamò serissimo in volto.
<<Devo riandare a casa del generale?>> - domandò Sarah posando il ferro da stiro.
Il tenente annuì e fece cenno di seguirlo.
<<Chi penserà alle divise?>> - chiese subito dopo.
<<Ho già parlato con la tua capoblocco, tra poco farà venire qui un'altra giudea.>> - rispose lui.
<<Ma come mai vengo chiamata sempre io per svolgere lavori all'interno della villa del generale?>> - gli domandò appena uscita dalla porta.
<<Senti ebrea, quante volte te l'ho detto che non possiamo parlare qui?>> - sbottò lui con molta fermezza.
<<Giusto, ha ragione...>> - rispose lei abbassando lo sguardo.

Una volta però, usciti dal campo ed essersi addentrati nel sentiero di campagna che portava alla villa, egli rispose alla domanda fattagli in precedenza:

<<Non vieni chiamata solo tu, è soltanto che per questo generi di lavoro viene scortata soltanto una cerchia ristretta di voi e tu sei stata scelta. Come già detto, ritieniti fortunata, è uno dei lavori migliori.>>
<<Questo non saprei... Insomma, sono circondata da tutti soldati nazisti con la paura di commettere qualche errore ed essere uccisa.>> - rispose Sarah.
<<Tu impegnati e vedi che non farai errori.>> - incalzò lui mantenendo la sua austerità.

Poco dopo, però, la ragazza sentì il bisogno di ringraziarsi con lui per ciò che aveva fatto per lei.

<<Igor... Se posso chiamarla così... Io volevo ringraziarla.>> - mormorò ad un tratto.
<<Ringraziarmi? Per cosa?>> - domandò lui sorpreso.
<<Per ciò che ha fatto per me ultimamente... Insomma per il latte, i biscotti e per avermi difesa quel pomeriggio in lavanderia dal sottotenente Lehmann.>> - rispose Sarah a bassa voce.
<<Beh... Per quanto riguarda la prima era per farmi perdonare di averti fatto tutto quel male e per quanto riguarda l'ultima, ho fatto solo ciò che la coscienza mi ha detto di fare in quel momento.>> - affermò lui serissimo.
<<Come mai ha sentito il bisogno di scusarsi con me? O di difendermi? Insomma, per lei non sono solo una "sporca ebrea"?>> - gli domandò Sarah inarcando un sopracciglio.
<<Certo che si! Ma volevo semplicemente stare con la coscienza a posto.>> - rispose lui.
<<Ma è così strano da lei, insomma... Perché stare con la coscienza a posto proprio con me?>> - gli chiese Sarah ancora più perplessa, mettendo il tenente in grande difficoltà.
<<Senti non so cosa tu stia pensando ma non l'ho fatto perché provo del bene per te.>> - inveì lui, visibilmente in difficoltà.
<<Beh... Di solito si chiede scusa solo a coloro a cui si tiene, per risolvere e le cose e avere la coscienza a posto solo con quella determinata persona a cui si tiene>> - affermò Sarah poco dopo.
<<In poche parole, si chiede scusa a quelle persone che non si vuole perdere.>> - continuò subito dopo.
Il tenente Schwarz a quel punto non disse più nulla, era infatti visibilmente in difficoltà poiché sapeva che in cuor suo quella ragazza aveva ragione.
<<Le ho tolto le parole di bocca tenente Schwarz?>> - gli domandò Sarah poco dopo, con un lieve imbarazzo.
<<No, io so sempre cosa dire.>> - mentì lui sentendosi sempre più a disagio.
<<Allora mi risponda tenente Schwarz, la prego.>> - incalzò Sarah subito dopo.
<<Basta ebrea!>> - proruppe il tenente alzando la voce.
Sarah a quel punto non rispose ed abbassò lo sguardo ma aveva capito benissimo che c'era qualcosa che egli le stava nascondendo.
<<Siamo arrivati.>> - esclamò lui poco dopo, davanti al cancello della villa.
<<Cosa devo fare oggi?>> - gli chiese la ragazza.
<<Servire il tè alla moglie del generale con le sue amiche in salotto ed a noi ufficiali con il generale nel suo studio.>>- rispose freddo lui, suonando il campanello.
<<Ci sarà anche il sottotenente Lehmann??>> - domandò velocemente Sarah.
<<Certo, perché?! Ti ha rifatto del male?!>> - le domandò lui girandosi di scatto e sbarrando gli occhi.
Sarah non gli rispose ma dal suo sguardo si percepiva benissimo che vi era qualcosa che non andava.
<<Dopo me lo dici.>> - disse infine freddamente, con grande perplessità.

Meine Liebe ||Wattys 2019||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora