When it's all a shadow of black

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Morte era rimasta al fianco del piccolo dopo l'incontro di quella sera fredda.
Era solita aleggiare dietro il piccolo come un mantello, tenendo lontano i parenti babbani, terrorizzati dalla sua aura simile a quella dei dissennatori.
Fu dopo qualche giorno che fu costretta a tornare al lavoro , alla sua raccolta di anime.
Rimase comunque a vigilare su quella casa rimanendo spesso nei paraggi se non all'interno. Fu in uno di quei pomeriggi, in cui Harry rimaneva fuori per qualche ora nonostante il freddo , che la Morte si accorse di uno sguardo celato da un incantesimo avanzato di disillusione. Si alzò dalla posizione accovacciata che aveva tenuto per rimanere più vicina al suo maestro e si avvicinò al mago con la sua solita presenza impalpabile e trasparente. Osservò con curiosità l'uomo dalle vesti nere e dallo sguardo arcigno osservare quasi con ... disgusto? Ah! È così difficile riconoscere le emozioni umane ... così inutili!
Lo vide sbuffare "maledetto moccioso; inutile e idiota come tuo padre. Uscire con meno due gradi in camicia." lo vide scagliare un leggero incantesimo riscaldante sulla figura del bambino moro accovacciato prima di voltarsi e andarsene.
Rimase a guardare l'uomo mentre scompariva, smaterializzandosi.Morte sospirò quando la tenebra che la componeva fu scossa da un brivido. Delle anime dovevano essere richiamate negli inferi. Con passo cadenzato si avvicinò piano al piccolo e gli accarezzò una guancia. Il bambino non sembrò notare la sua presenza e Morte gli rivolse un ultimo sorriso prima di scomparire.





Harry sapeva che quella giornata sarebbe stata tranquilla. O almeno ci sperava. La nottata aveva portato solo un incubo assai strano; una luce verde molto abbagliante che colpiva una persona ... a cui aveva voluto bene. Era rimasto con un peso alla bocca dello stomaco per tutta la mattinata. Non riusciva a capire come interpretare un sogno del genere ma soprattutto, non capiva a chi aveva mai potuto tenere così tanto.
Non aveva mai avuto amici ; "un mostro come lui non poteva avere amici". Era quello che tutti gli ripetevano fin da quando aveva memoria, e forse avevano ragione. Chi poteva volere bene a lui. Faceva cose strane. Si comportava in modo strano.
Lo avevano chiamato spesso progenie di Satana; anche se non aveva mai saputo bene cosa avesse fatto di male Satana per essere così cattivo.
Come tutte le mattine gli fu permesso di lasciare il sottoscala grazie al bissare insistente di zia Petunia, per fargli cominciare le sue mansioni.
Aprì lentamente la porta e sgusciate fuori dal sottoscala, camminando di fretta per affrettarsi in cucina. Prese la lista e decifrare in un minuto la scrittura arzigoggolata e appuntita della zia con l'elenco delle faccende della giornata. Mise il biglietto nella tasca superiore della camicia sformata e cominciò a cucinare.
'Apri le uova, assicurati di non lasciare del guscio e mettile in padella. Lasciale fin quando il rosso diventa velato e mettile nel piatto senza farle cadere. Prendi il bacon e mettilo nella padella ancora calda. Lascialo diventare croccante '. Si ripete le istruzioni in mente nonostante oramai lo facesse quasi in automatico. Era un buon modo per non pensare; ripetere ricette di cucina.
'Per la torta 500 g di farina , 200g di zucchero, lievito in polvere, scorza di limone...' continuò così mentre metteva i piatti a tavola per poi sedersi a guardare le due balene ingozzarsi di cibo. A lui fu permessa dopo una mezz'ora di prendere una ciotola di cereali integrali.
Si sedette a tavola e mangiò lentamente;  'un cucchiaio di succo di limone, 250 grammi di burro. Impastare gli ingredienti e mettere il composto in una teglia cercando di stenderlo senza romp...' - "ragazzo, stiamo uscendo. Non toccare nulla che non sia necessario per portare a termine la lista. Hai due mele , qualche pezzo di pane e del formaggio. Vedi di finire tutte le faccende" .
Alzò gli occhi sul volto cavallino della zia , che manteneva un'espressione di fastidio perenne.
Annuì con foga e attese che il trio fosse uscito. Tirò fuori dalla tasca il biglietto e guardò con sconforto la quantità industriale di cose da fare. Con un sospiro si mise di buona lena al lavoro.

A pranzo Harry mangiò solo il formaggio e portò il pane e le mele nello sgabuzzino in caso di necessità o in caso di una futura punizione.
Le lancette dell'orologio sembravano farsi beffa di lui con la velocità con cui si spostavano.
Le sei di sera arrivarono e la porta di casa si aprì accompagnata da una serie di borbottii per il freddo. Harry trattenne il fiato impanicato. Non era riuscito a finire tutto. Continuò a strofinare le scale cercando di sbrigarsi e di non essere notato; ma a quanto pare il fato non aveva previsto quello per lui. Vernon Dursley, con la sua massa imponente (e soprattutto grassa) arrivò dalle scale e lo prese per il colletto con sguardo malevolo.
"Sei proprio inutile oltre che un mostro. Noi ti accogliamo in questa casa e tu, oltre a mangiare tutto il Nostro cibo, non sei in grado di fare qualche piccolo compito" lo scaraventò giù dalle scale con forza ed Harry cozzò contro la parete
"Scommetto che mi hai tirato anche qualche malocchio come minimo. Oggi al lavoro è andata malissimo, una grana dietro l'altra, scommetto che è questo quello che hai fatto questa mattina. Ti ho visto come mi guardavi!"
L'uomo scese dalle scale e si mise di fronte a Harry minacciandolo con la sua mole gigantesca (o almeno era così per Harry).
Il moro si guardò affannosamente in torno cercando una qualunque via d'uscita per quella situazione.
'Meglio fuori che dentro'
Diede un calcio allo stinco dello zio per poi correre verso la porta. La spalancò e corse via di tutta fretta, gli occhi pieni di terrore per le conseguenze in cui sarebbe incorso per quello che aveva appena fatto.




The Death Or The Angel~ Harry Potter FanfictionDove le storie prendono vita. Scoprilo ora