Her

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E' mezzanotte passata, ho sonno e i miei genitori non hanno idea di dove mi trovi. Che situazione di merda. Ma dopotutto so già come andrà a finire, esattamente come le scorse volte. L'unica differenza è che l'ultima scappata l'ho fatta durante il pomeriggio, non la notte. Cazzo, me ne sto pentendo, in questa strada non si vede niente. Sono una stupida, Sel sei una stupida. Ho solo sedici anni. Se non riesco a stare alle regole ora, chissà cosa accadrà quando il mio carattere sarà formato. Il mio problema è la voglia di vivere, non in senso negativo. Ho troppa voglia di vivere. Potrei diventare milionaria se decidessi di vendere tutta la mia fottuta voglia di vivere. Ho voglia di andare in giro per il mondo, con una macchina fotografica, le sigarette e i miei libri. Ho voglia di guardare in faccia i superiori e dir loro che non valgono più di me, che potrei fare di meglio.. basta illudersi. Tutto questo non succederà mai, non finchè il mondo andrà avanti sotto il potere dei soldi. Torno alla realtà. Ma dove cazzo sono?! Possibile che la mia mente riesca sempre a disorientarmi? A quanto pare sì, visto che mi sono persa nella città in cui sono nata. Continuo a camminare, guardandomi intorno con la paura che qualcuno possa sbucare per poi violentarmi. Sel smettila. Mi inquieto da sola. Sento delle voci in lontananza. Rimango ferma per qualche secondo, indecisa se andare avanti e chiedere a quelle voci come tornare a casa, o se provare a rifare la strada al contrario, sperando di ricordare tutti i miei passi. Okay, mi tocca andare dagli estranei, non voglio rischiare di allontanarmi troppo dalla zona. Aumento il passo. "Goiter Club", non sarò mica finita davanti a qualche Strip? Cazzo ci mancherebbe solo questa, completerei la lista dei luoghi non adatti ad una sedicenne nei quali però finisco sempre. Faccio ancora qualche passo avanti. Vedo un ragazzo sul retro del locale, sta fumando. Alza lo sguardo, i nostri occhi si incontrano. Io mi volto di scatto, è carino.. molto carino. Ma sembra grande, troppo grande. Mi accorgo del fatto che mi stia continuando a fissare, a cosa diamine starà pensando? Forse potrei chiedere a lui come tornare a casa. Mi giro verso di lui, ma ormai è rientrato nel locale. Sarà uno di quelli che cambia ragazza non appena riesce a portarsela a letto. Mi sto soffermando troppo su quel tipo. Bah, meglio se mi siedo da qualche parte aspettando che qualcuno esca dal Club. Se avessi il telefono dietro potrei semplicemente chiamare i miei genitori. Ma ovviamente, per non farmi trovare, ho avuto la geniale idea di lasciarlo a casa. Perciò attendo, osservando il graffito sul muretto di fronte. Sono passati solo due minuti, e già mi sono rotta i coglioni. Mi alzo e torno indietro. Sento un urlo, sottile quanto un fischio. Che cazzo è stato? Ne sento un altro, un altro ancora. Che diamine sta succedendo? Per istinto, decido impulsivamente di correre nella direzione delle urla. Di colpo mi fermo, rimango letteralmente paralizzata, mentre la paura si dirama nel mio corpo. Non riesco a parlare, vorrei gridare davanti all'immagine di tre uomini, che con un sorrisetto malizioso si avvicinano lentamente a me, tenendo in mano un coltello, e  lasciandosi alle spalle una bambina ferita per terra. Che cazzo ci fa una bambina in questo posto? La piccola, accorgendosi della possibilità di scappare, si alza e inizia a correre. Spero conosca queste strade. Nel frattempo io inizio a sudare, l'ansia mi arriva fino in gola, lasciandomi senza un filo di voce. Uno dei malintenzionati mi afferra il polso sinistro con prepotenza. Con l'altra mano mi sbatte contro il muro. Si morde il labbro. Il mio tremolio lo eccita. Le sue dita scorrono lentamente sul mio corpo, mentre si struscia con insistenza contro le mie gambe. I suoi amici nel frattempo guardano, aspettando che arrivi la parte migliore, la parte dello stupro. "Lasciatela stronzi!". Sento una voce maschile farsi avanti. D'un tratto l'uomo che mi premeva contro il muro cade a terra, con il viso macchiato di sangue. Gli altri due, impauriti, scappano. "Stai bene?" mi sussurra la stessa voce che è corsa in mio aiuto. Non riesco a vedere il suo viso. Cazzo, mi si sta appannando la vista. Che succede? Sto per morire? Non mi reggo in piedi. Decido di lasciarmi andare, non ho le forze per salvarmi.

Love suicidalDove le storie prendono vita. Scoprilo ora