L'atmosfera si fece improvvisamente più pesante.
Da dove è spuntato questo bigliettino? Ma soprattutto, chi è Jeon Jungkook?
Non mi sembra di averlo sentito da qualche parte. Più mi sforzo a capire e più mi sembra di impazzire.
Ma aspetta...non è che lui? Si, tutto avrebbe più senso, dato che sia questo nome che quel ragazzo mi erano estranei.
Potrebbe avermelo messo mentre mi ha abbracciato.
Ma esattamente...perché? Ripensandoci, aveva un espressione di chi aspettava quel momento da tempo.Esco da scuola e mi reco nella centralina più vicina, dato che ho il telefono scarico. Compongo il numero di Namjoon e attendo che mi risponda. Di rado la uso, ma adesso è urgente.
<<Pronto, chi parla?>> sento all'improvviso dall'altro capo del telefono.
<<Ehi Hyung sono io, Taehyung. Ho il telefono scarico e dato che dovevo parlarti, sto usando la centralina.>>
<<Non chiami mai verso quest'orario, che succede?>>
<<Niente io...-esito nel dirlo-devo riportarti il quaderno, ho finito di copiare gli appunti.>> svio il discorso.
Qualcosa mi ha bloccato, non so esattamente cosa, ma forse non è il momento.
Temo che mi possa prendere non so...per pazzo.
<<Tranquillo non preoccuparti, puoi portarlo domani.>> asserisce, con un tono da chi non crede a ciò che gli è stato appena detto, e riattacca.Come dargli torto, ma ho paura e non posso farci nulla. Lui non sa di quello che mi sta succedendo e per di più, raccontargli ciò che è successo e di questo "Jeon Jungkook" lo insospettirebbe di più, e al momento non voglio che si sappia.
Mi incammino quindi verso casa cosicché possa mettere il cellulare a caricare e vedere se trovo qualcosa riguardo questo "Jungkook".
Il sole ormai è tramontato e il freddo si fa man mano sempre più pungente, a tal punto da farmi formare nuvole bizzarre quando respiro. Il vento diventa sempre più forte e gelido, il che mi rende ancor più difficile raggiungere casa mia.
Decido quindi di stazionare in un supermercato, giusto per riposarmi un attimo e far placare l'ira del vento, vicino quelle che sembrano delle cataste pronte a crollare.Scruto velocemente il supermercato e vedo che non c'è nessuno, solo un dipendente che, a giudicare dalla sua espressione annoiata, molto probabilmente non vede l'ora di andarsene a casa.
<<Fa freddo fuori, eh? Rimanga tutto il tempo che le è necessario.>>
Mi giro di scatto e vedo che l'impiegato mi ha appena rivolto la parola.
<<Grazie mille, non starò per molto.>> affermo, senza aggiungere ulteriori dettagli.
Sembra essere gentile, o almeno a me fa questa impressione.Il supermercato sembra essere stato rimodernato da poco: i muri sono dipinti di un colore che è un misto tra celeste e il turchese e non vi è nessuna traccia di scritte al di sopra.
Mi accorgo che si crea immediatamente un silenzio imbarazzante tra me e il subalterno, quando...vedo qualcosa che attira la mia attenzione al di fuori della finestra.
Assottiglio gli occhi e mi sforzo a vedere che cosa ci sia, quando capisco che la domanda che devo pormi è chi è.
I lampioni sono accesi, ma la luce è ancora fioca e si vede a malapena una figura d'uomo che guarda verso la mia direzione senza spostarsi di un millimetro.Sono già passati venticinque minuti da quando sono entrato e dieci da quando vedo quella figura "fissarmi" senza muoversi.
Decido che, nonostante tutto ciò mi inquieta molto, di andare a casa, anche perché si sta facendo davvero tardi.Saluto gentilmente il subordinato dell'emporio e mi dirigo verso l'uscita.
Con discrezione mi guardo attorno e di quella forma corporea che sembrava stesse fissandomi non c'è più nessuna traccia.
Dovrei prenderlo come un buon segno?
Ma chi era? Mi stava realmente osservando?Riesco comunque a quietarmi e a non pensarci più, quindi mi incammino verso casa: non manca molto.
Il vento sembra essersi placato, ma il freddo è sempre più gelido e le strade sono esanime.
Il gelo è così pungente che, nonostante abbia un giubbotto di lana, una sciarpa e dei guanti, invade tutto il mio corpo, sobbalzando ogni volta che ho i brividi.Mentre cammino, il buio scende sulle strade, manifestandosi in tutte le sue forme. C'è molto silenzio e la luce dei lampioni illumina la via che percorro più intensamente di prima.
Improvvisamente sento dei passi e credo che il viandante dietro di me stia andando bene o male alla mia stessa velocità.
Notando che per questa via ci siamo solo noi, inizio però a sentirmi a disagio.
Esitante, accelero il passo e capisco che qualcosa non quadra quando anche lui fa la stessa cosa, subito dopo di me.
Non ho la minima intenzione di girarmi, ho paura di quello che potrei vedere.
Comincio praticamente a correre, con il cuore in gola e con la paura di chi posso essere quella persona e di cosa voglia da me.
L'andatura dell'individuo cambia nuovamente: sembra che adesso stia correndo anche lui.
Non so che fare, ho paura, voglio solo tornare a casa il più presto possibile.Da non molto lontano, vedo la mia abitazione e decido di fare un ultimo sforzo.
Sento che la presenza dietro di me sia svanita, ma non ne sono del tutto sicuro.
Arrivo finalmente davanti alla porta di casa e con la coda dell'occhio, controllo se mi avesse seguito fin qui.Nessuno, via libera.
Tiro quindi velocemente le chiavi dalla tasca e apro la porta chiudendola alle mie spalle un secondo dopo.
Accendo la luce dell'alloggio e mi accascio per terra, con la schiena appoggiata alla porta, esausto.Respiro affannosamente, cercando di riprendermi prima di realizzare ciò che è appena successo.
Mi alzo lentamente e mi dirigo verso il bagno, che è accanto al mia stanza da letto.
Poso il giubbotto negli appendi abiti e mi guardo attentamente allo specchio.Davvero è successo? -penso tra me e me.-
Successivamente vado in cucina e preparo del ramen, dopo quella bella scarica di adrenalina ci vuole.
C'è più silenzio del solito nella stanza, il che evidenzia ulteriormente la mia profonda solitudine.Finisco di cenare, lavo il piatto in cui ho mangiato, e mi lavo i denti.
Subito dopo mi dirigo nella mia stanza e mi spoglio, guardandomi allo specchio del mio guardaroba.
Mi giro leggermente di lato, osservando il tatuaggio che ricopre la parte superiore della schiena.
Lo disegnò e lo realizzò mia cugina stessa e per me ha un significato davvero importante: vi è rappresentato il segno zodiacale del capricorno e del toro, rispettivamente il mio e quello di mia cugina.
Mi ricorda quando ancora era con me, quando tutto era più bello.Prendo il pigiama dalla cassettiera e me lo infilo delicatamente. Spengo le luci della stanza da letto e mi corico.
Guardo in alto il soffitto della stanza, dove vi sono immagini pittoriche della costellazione dell'Orsa maggiore e dell'Orsa minore, interamente dipinte da me.
Mi sono sempre piaciute e quando si presentano in alto nel cielo stellato, non me ne perdo una.
Non so esattamente che effetto mi faccia, ma mi ci perdo sempre osservandole.Mentre sono assorto tra i miei pensieri, casualmente volgo lo sguardo nello specchio del mio guardaroba di fronte al mio letto e noto che riflette parte della finestra, dove al di fuori vi è una figura umana immobile.
Oh cazzo. È di nuovo quello?
Si è nascosto per tutto questo tempo, attendendo che andassi a dormire?Fingo di dormire per qualche secondo, poi mi alzo di scatto e corro verso la finestra il più veloce possibile, quasi cadendo, e la apro.
Non riesce a scappare e lo becco in flagrante. Aprendo la finestra, la luce del lampione mi aiuta meglio a vedere chi si-
Oh cazzo.
Aspetta...ma cosa?
Che ci fa Jungkook qui?

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Insane Love.
FanfictionL'adolescenza per molti giovani è il periodo più bello della propria vita: si fanno incontri, ci si scopre, si lega con altre persone. Ma per Taehyung no. In pieno sviluppo, Taehyung sta affrontando il periodo più brutto della sua vita. Il suo unico...