CAPITOLO 7.

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EMMA'S POV
Se questo è amore......beh direi proprio che sono cotta, tanto è sicuro che mi vede solo come una amica, molto probabilmente non mi nota neanche tanto, forse è solo una scommessa che ha fatto con i suoi amici.
Dubbi, incertezze, paure si aggirano dentro di me, per il momento le nascondo sotto un finto sorriso, può essere che non è come penso io, che vuole davvero essere mio amico.
In ogni caso non ci sarà mai il fine che voglio, lui quelle come me non le guarda neanche da lontano: il viso paffutello, qualche chilo di troppo, i capelli sempre disordinati che cerco di sistemare in uno chignon, non mi trucco neanche tanto, anzi, si può dire che vado in giro struccata praticamente, per giunta sono pure autolesionista.
Tutto questo non è altro che la mia carta d'ingresso per la zona della friendzone, non ho altre possibilità.
Mentre tutti questi pensieri si aggirano all'interno della mia testa ci avviciniamo sempre di più verso il localino nel quale consumeremo il nostro pranzo.
Dall'entrata sembra molto carino, con i classici tavoli di legno rustici, le sedie con il sedile di paglia e le tovagliette singole.
Non è un ristorante molto elengante e lo preferisco così, non privilegio tutti quei luoghi eleganti, dove devi essere per forza un'altra persona il più delle volte, dove devi per forza idossare cose di marca o essere elegante, dove devi contenere le risate e il galateo deve essere impeccabile.
Preferisco questi posti, dove non bisogna spendere un patrimonio per mangiare e puoi essere te stessa.
<<Dove lo hai pescato questo ristorante?>>, glielo chiedo così, mi viene spontaneo, <<Diciamo che a me non piace molto mangiare in quei ristoranti sofisticati, preferisco i luoghi poco conosciuti, dove si mangia bene e che ti fanno sentire a casa>>, è vero, pure io sono della stessa idea, ma non lo dico, non so perchè, mi limito ad annuire.
Lui sorride, poi mi prende per mano e mi conduce ad un tavolo.
Il mio cuore sta per impazzire, lo sento, batte così forte che sembra voglia uscire dal mio corpo per andare chissà dove. Batte, batte e batte ancora,Sempre più veloce.
Ad un tratto mi lascia la mano, tutti i battiti avuti fino a pochi secondi prima calano di botto, per fortuna ci sediamo, altrimenti sarei caduta facendo così una bellissima figuraccia, ma per fortuna non è accaduto.
Dopo poco ci portano il cibo che abbiamo ordinato e iniziamo a mangiare.
Parliamo del più e del meno, di come stiamo andando a scuola, di cosa ci piace fare nel tempo libero, i nostri hobby.
È stato un bel pranzo, molto piacevole, ho scoperto tante cose che non sapevo di lui, come ad esempio che suona la chitarra e che parla pure francese e spagnolo.
Ora in testa mi ronza solo una domanda: 
Come fai a non conoscermi? Come fai a non sapere che cosa ho detto?.
Ma non gli chiedo niente, forse più in là, per ora voglio solo godermi il momento.

IL TUO SORRISO COME SCUDODove le storie prendono vita. Scoprilo ora